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L’ERRORE DEI DEMOCRATICI AMERICANI (di Matteo Fais)

Nel 1988, uscì un bellissimo film, intitolato Mississippi Burning, con Gene Hackman e Willem Dafoe nel ruolo di due agenti dell’FBI che investigano sulla sparizione di tre attivisti per i diritti civili dei neri, presumibilmente attuata da parte di alcuni membri cittadini dei Ku Klux Klan. La pellicola è particolarmente interessante soprattutto per il rapporto tra i due uomini e la differenza di approccio rispetto al problema razziale nel Sud degli Stati Uniti. Il più maturo tra i due ha molto più chiaro del giovane e ingenuo idealista le dinamiche che intercorrono all’interno delle comunità da quelle parti. Lui sa che si tratta di quelle zone dell’America che, per ultime, hanno ceduto alla tendenza antischiavista e, soprattutto, ha ben presente come lo spirito che le ha animate per secoli non sia ancora scomparso dalla gran parte della popolazione bifolca e inurbana.

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La saggia lezione che sembra potersi trarre da quel film, molto lontana dalla rappresentazione manichea delle solite forze del bene in lotta contro quelle del male, è che il mondo non lo si cambia con la bacchetta magica, non con la forza e meno che mai dall’oggi al domani. È la mentalità che deve mutare. Deve cioè venire a formarsi una nuova sensibilità che, partendo dagli individui migliori e più progressisti, si diffonderà poi presso la maggioranza.

È uscita la seconda raccolta poetica di Matteo Fais, Preghiere per cellule impazzite (Connessioni Editore, collana “Scavi Urbani), ed è disponibile in formato cartaceo e ebook:
(cartaceo 12 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

La pellicola ci aiuta anche a comprendere perché, come spesso si suol dire, la politica sia arte della mediazione. Ciò significa, concretamente, proprio come si evince dall’opera, che non si deve mai cercare lo scontro aperto con certe istanze diffuse, se non presso la maggioranza, almeno in una larga porzione dei cittadini di una Nazione.

Quello che vediamo concretamente in America, anche in questi ultimi giorni, con gli scontri a Los Angeles, è invece sempre una lotta in cui le parti in gioco cercano di porsi come la totale antitesi dell’oppositore politico.

È uscito il nono numero di “Il Detonatore Magazine”: https://www.calameo.com/read/007748197e21705cb7264

Quindi, se Trump proclama la tolleranza zero verso immigrati e masse protestatarie, i Democratici si dimostrano aperti verso queste fino a sfiorare il lassismo. Ed è qui che si situa il loro errore principale: chi aspira a governare deve avere ben presente che lo farà in nome del popolo tutto – almeno, così dovrebbe essere in una democrazia. Dunque, se una certa parte del popolo è contro l’immigrazione – inutile, adesso, discutere sulla giustezza o meno di tale posizione – allontarli con fare disgustato, liquidandoli semplicemente come degli incivili razzisti, non potrà che acuire le tensioni e portarli a trincerarsi nelle proprie opinioni, fino a mutarle in una ragione di vita o di morte.

La Sinistra americana ha un unico modo per riguadagnare le redini del potere e fare fuori dal gioco politico quel pazzoide, che sobilla gli istinti peggiori delle classi subalterne, ed è smetterla di fare finta che non vi siano problemi di ordine pubblico almeno con una certa parte degli immigrati e con tutte le situazioni di degrado che da questi si sono generate per via più o meno indiretta, come le masse di zombie devastate dal Fentanyl che oramai chiunque può osservare, da qualsiasi parte del mondo, semplicemente entrando su YouTube.

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Giocare agli antitrumpiani oltranzisti è folle e non condurrà da nessuna parte, perché esiste un sentimento diffuso che va comunque ascoltato e, in qualche modo –  possibilmente uno meno radicale di quello dell’attuale Presidente – soddisfatto. Anche perché, se non saranno i democratici a prendere in mano la situazione e cercare di disciplinarla, ci sarà sempre un capopopolo che grida alla soluzione più spiccia e disumana, mentre la massa si lascerà tentare dalla promessa di una risoluzione immediata in cambio di una piccola misura della propria libertà.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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