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IL FALSO PROBLEMA DELLA PORNOGRAFIA IN FRANCIA (di Matteo Fais)

Il Potere ha da sempre il brutto vizio di mascherare i suoi più biechi intenti dietro nobili ideali. Si consideri, per esempio, ciò che sta facendo il Governo Francese, con questa sua legge del 2024 che impone agli editori di siti per adulti di mettere in atto un sistema di identificazione che impedisca l’accesso ai minori. Fondamentalmente, si tratterebbe di richiedere l’invio di una foto o di un documento d’identità, per dimostrare la maggiore età senza rivelare la propria identità – almeno stando a quanto dicono loro, cosa che appare piuttosto improbabile.

La piattaforma di Aylo, che gestisce realtà quali PornHub e RealityKings, ha a questo punto deciso di protestare oscurando i siti e mettendo in bella mostra una pagina iniziale che illustra la posizione dell’azienda sull’argomento, accompagnata da un’immagine del dipinto La Libertà che guida il popolo del pittore francese Eugène Delacroix.

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Naturalmente, loro diranno che tutto ciò avviene al fine di tutelare i minori. In realtà, come spesso accade, qui siamo al cospetto di un caso di controllo o burocratizzazione del piacere. Loro devono sapere chi gode e quanto gode, con precisione anche maggiore rispetto a quella che possono raggiungere al momento.

Ciò non stupisca, il Potere ha da sempre bisogno di esercitare la sua giurisdizione in materia, a seconda dei casi reprimendo o adottando un maggiore lassismo. La famiglia tradizionale che, con la sua struttura e promiscuità, esercita un freno e risulta inibente nei confronti del godimento fine a sé stesso, è l’ideale di una realtà che voglia essere massimamente produttiva. Con dei figli sempre in mezzo e con una moglie presto divenuta fredda e disgustosamente distante da qualsiasi idea di attrazione, il padre è il soggetto migliore da sfruttare fino allo sfinimento, anche perché non troverebbe altra dimensione entro cui dare sfogo alle proprie energie.

È uscita la seconda raccolta poetica di Matteo Fais, Preghiere per cellule impazzite (Connessioni Editore, collana “Scavi Urbani), ed è disponibile in formato cartaceo e ebook:
(cartaceo 12 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Per tirare su dei giovani ligi al dovere, obbedienti all’autorità, è necessario, dunque, cominciare a tenere a bada quanto prima le loro pulsioni ormonali, dovute all’età. Instillare, insomma, in questi una disciplina del corpo che ne faccia dei soggetti socialmente inseriti e mansueti, gente che sa stare al proprio posto, senza indulgere su certe gioie individualistiche ed estranee al buon andamento della società tutta. L’adolescente onanista compulsivo di oggi è la cellula impazzita della società futura, quello che preferisce l’alcolismo al lavoro, quello che approfitta del permesso retribuito e della malattia, colui che vive di sussidi, l’anarchico che non ha niente da perdere. Si tenga a mente, a ogni buon conto, che anche Aylo è, in un certo qual modo, parte del Potere, per quanto avente interessi differenti – ma tale discorso, a questo punto, ci porterebbe troppo lontani.

È uscito il nono numero di “Il Detonatore Magazine”: https://www.calameo.com/read/007748197e21705cb7264

L’altro aspetto interessante da rilevare, stando ai dati riportati dalle fonti di informazione, è che tale colosso commerciale dichiara di avere sette milioni di visitatori quotidiani, in Francia, sulle sue piattaforme. Il che, volgarmente, significa sette milioni di persone che non hanno accesso a forme di piacere, o che sono insoddisfatti di quelle che si trovano intorno. Ciò è, nel bene o nel male, indicativo. Chiedendo scusa per il cattivissimo gusto ma, dati anche i numeri, è ragionevole sostenere che giornalmente avviene oltralpe e, se tanto mi dà tanto, anche in Italia, un olocausto di persone costrette a ripiegare sull’autoerotismo, pur essendo presumibilmente in un’età giusta per dedicarsi alla pratica attiva.

Rendere impossibile per questi il muoversi in anonimato indurrebbe certo molti a evitare i canali per così dire più puliti, ripiegando su percorsi più rischiosi, mutando peraltro il piacere in un qualcosa di ancora più clandestino e vergognoso.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
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Resta il fatto che vi è qualcosa di problematico in un mondo in cui vige la libertà sessuale, nel quale, comunque, tante persone ne risultano escluse. Manco a dirlo, la soluzione non sono le idiozie della redpill che propongono lo stigma sociale per le donne promiscue, o la monogamia come unica forma possibile accettata. Anzi, è proprio tale retaggio che ancora rende il sesso un bene di lusso, difficilmente fruibile per tanti. La proibizione crea il valore: se è illecito, chi lo vuole deve pagare un prezzo alto – un po’ come accade per gli stupefacenti.

Va da sé che l’unico modo per rendere la pornografia superflua sta nell’incitare le donne alla liberazione, in concorso con il genere maschile. Aylo è la gigantesca manifestazione virtuale del danno causato da tutti coloro che spingono per una morigeratezza antivitale, il muro del pianto di un’umanità costretta alla privazione. Chi comanda, poi, saprà bene dove meglio indirizzare l’energia repressa, per esempio su un fronte di guerra…

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Instagram: https://www.instagram.com/matteofais81/

Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14/?locale=it_IT

Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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Un commento

  1. Onestamente non credo che il numero dei segaioli transalpini equivalga a quello di coloro che, pur essendovi assai interessati, si vedono precluso l’accesso alle grazie di Juliette et Emilie…

    La masturbazione è, infatti, notoriamente un comportamento cui ricorre anche chi sia sposato e abbia una vita sessuale normalissima.

    Quella che va ad appagare è, infatti, un’esigenza diversa: ci si masturba anche solo per rilassarsi o scaricare la tensione…
    Inoltre, fare sesso con una donna non significa solo averne (o trovarne) una, ma anche, ovviamente, stare ai suoi ritmi e alle sue esigenze.
    La masturbazione, al contrario -e tanto più se accompagnata da pornografia- è una forma di soddisfazione immediata, gratuita e sempre disponibile, cui tra l’altro la diffusione degli smartphone ha dato accesso indiscriminato in qualunque circostanza e a chiunque.
    Ti colleghi, scegli ciò che più ti aggrada, ti soddisfi e chiudi la app.
    Le dolci fanciulle sullo schermo spariranno un attimo dopo aver adempiuto allo scopo: nessuna da accarezzare, coccolare o stare a sentire.

    È evidente che, a meno di essere Rocco Siffredi, non esiste uomo al mondo in grado di trovare soddisfazione sessuale in modo altrettanto rapido.

    Proprio perché così accessibile e -torno a ribadirlo- totalmente gratuita, molti sviluppano una dipendenza verso la pornografia, che tale rimane anche se essi dispongono, parallelamente, di una vita sessuale del tutto soddisfacente.
    Esistono (e non sono affatto poche) persone con moglie e amante, che nondimeno frequentano abitualmente e assai attivamente i siti porno. Anzi, non di rado sono fra i più grandi “appassionati”… ciò perché, appunto, hanno sviluppato una dipendenza.
    Per inciso, fra gli utenti di PornHub e soci, ci sono poi anche le donne…

    Detto altrimenti, la masturbazione è l’unica droga lecita rimasta in circolazione; non mi stupisce quindi che lo stato -e tanto più uno stato dirigista come quello francese- ci voglia mettere becco.

    Certo, poi ci sono coloro che, se non fosse per Federica, non saprebbero che fare del proprio pene, ma si tratta di una minoranza, nel mondo reale, e anche in quello più ristretto dei segaioli.

    Quanto al resto, temo non sia realistico immaginare che le donne aumentino la propria promiscuità sino a rendersi disponibili a soddisfare anche i meno attraenti.
    La promiscuità, infatti, non cancella nè altera la selettività che, presso il genere femminile, è un dato di natura in qualunque specie.
    Per quanto disponibili a fare sesso, le donne lo saranno sempre e comunque -e legittimamente, ci mancherebbe altro- verso le persone che riterranno più attraenti, le quali già ora non hanno alcun problema a trovarne una.

    Anche se ciò accadesse, ad ogni modo, il mondo delle pippe non ne verrebbe minimamente scalfito per le considerazioni di cui sopra, continuando così a procurare piacere, tendiniti e appunto dipendenza a mezzo mondo.

    Senza contare, se è vero quanto ci raccontavano da ragazzi per indurci a desistere dall’onanismo, l’immane ecatombe di diottrie, a tutto beneficio di ottici ed oculisti…

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