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FERMATE QUEL PARANOICO CHE CE L’HA CONTRO L’UE (di Matteo Fais)

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Oramai è chiaro, Donald Trump è un uomo con gravi problemi psichiatrici. Un tempo gli americani cercavano di instillare, e non a torto, nel popolo, la paura per i comunisti. Perlomeno, allora, il nemico era uno e facilmente identificabile.

Oggi, nella mente di The Donald, invece, la paranoia galoppa senza incontrare ostacoli. Dopo ottant’anni in cui tutti in Occidente – esclusi i comunisti, almeno per un lungo periodo – sono stati palesemente dalla parte degli US – anche ragionevolmente –, ora, secondo la narrazione presidenziale, sembra che chiunque trami alle spalle dell’America, che ogni Nazione si comporti come una specie di Unabomber.

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A sentire le ultime dichiarazioni di ciuffo arancione, secondo cui l’UE sarebbe nata per fregare l’alleato atlantico, che preannunciavano tassi al 25 percento sulle merci di importazione provenienti da questo lato del mondo, viene da chiedersi se davvero l’uomo non sia vittima di un tracollo cognitivo simile a quello del predecessore Joe Biden.

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Alla fine, le cose sono due: o questo ha un piano segreto di cui nessuno ha ancora compreso la portata – ma, di base, tralascerei il complottismo spicciolo –, oppure è un malato di mente vittima di un grave squilibrio – ipotesi tragicamente molto più probabile.

Al contempo, ciò ci dovrebbe far riflettere sui gesti di Giorgia Meloni che sembrava essersi assicurata la simpatia di Cavallo Pazzo, recandosi in visita alla sua reggia, subito a ridosso della salita al potere. Tentativo quanto mai inutile, perché questo non fa figli e figliastri, ma mette tutti nello stesso calderone di nemici della bandiera stelle e a strisce.

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Qui la situazione va oltre la distopia, fino a giungere al limite della parodia di questa, data la stupidità che a essa si accompagna. Tra le altre cose, ci insegna che anche giocare al sovranismo può essere molto rischioso, perché alla fine c’è sempre uno più sovranista che ti sovrasta – proprio come tra i woke capitavano ogni tanto scazzi, per cui arrivava uno che si sentiva tanto più puro da epurare gli altri.

Palesemente, arrivati a questo punto, spiace dirlo ma, dal nostro punto di vista come da quello degli americani, Trump si profila come la peggiore opzione possibile, facendo rimpiangere finanche Sleepy Joe.

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Avanti così, le tensioni si acuiranno, fino a portare inevitabilmente a una rottura – e Dio solo sa quali potranno essere le conseguenze a livello globale. L’unica cosa certa è che non possiamo permetterci tutto ciò, che l’Europa non può vivere senza il contrappeso statunitense, con la metastasi russa a un passo, senza rischiare di collassare su sé stessa e con un mercato che, inesorabilmente, subirà un\’ulteriore contrazione in un momento di per sé già non propriamente felice. Tanto più che, si tenga a mente, la terza guerra mondiale non sarà mai combattuta come le precedenti, in trincea, ma si tratterà più probabilmente di un’azione a freddo, presumibilmente di stampo commerciale.

L’unica soluzione che appare auspicabile è fermare Trump, a questo punto in ogni modo possibile e immaginabile. E lo dico con rammarico, da filoamericano. Quell’uomo è un pericolo sullo scacchiere mondiale. Come al solito, quando si cerca di emendare una situazione negativa, quale quella che si era venuta a creare con il suo predecessore, sperando nella palingenesi, si rischia di cascare mani e piedi in una ancora più grave. Ecco, ora, siamo in balia della tempesta.

Matteo Fais

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Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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Un commento

  1. Mi chiedo se Trump abbia tutte le rotelle a posto, dopo le esternazioni su Gaza.

    In ogni caso questa è un opportunità per l UE di svegliarsi e trovare una sua strada con un modello alternativo a quello degli USA che purtroppo sono lo specchio di sé stessi, una potenza in declino rispetto all America di Reagan.
    Fino a 100 anni fa controllavamo il mondo, non ce lo scordiamo. Forse è la volta buona che torniamo alla ribalta nella scena mondiale.

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