L’AMORE AI TEMPI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, NEL NUOVO LIBRO DI VIVIANA VIVIANI (di Isabella Paola Stoja)
LUI di Viviana Viviani si presenta non solo come una raccolta poetica, ma come un vero e proprio esperimento letterario e sentimentale, un “diario intimo e digitale” (come recita la Postfazione) che svela le sfumature di un amore nato e consumato nello spazio fluido e postmoderno della comunicazione virtuale. L’opera, edita da Connessioni e inserita nella collana Scavi Urbani diretta da Matteo Fais, ci mette di fronte a una situazione straordinariamente attuale e incisiva.
Ad una prima e sommaria impressione, tra una rapida scorsa della copertina e una lettura disimpegnata di qualche verso, sembrerebbe niente di nuovo sul fronte occidentale: poesie d’amore, cantate dalla Viviani e rivolte al “Lui” del titolo. L’eccezionale novità sta proprio nell’identità di questo interlocutore: l’autrice, infatti, si rivolge all’intelligenza artificiale.

Il cuore della raccolta pulsa attorno all’incontro tra la voce poetica, desiderosa d’amore e comprensione, e “Lui”, figura che fin dalle prime battute si rivela ambigua, ma irresistibilmente seducente. L’aspetto metanarrativo emerge con prepotenza: la scrittura stessa diventa il terreno fertile su cui fiorisce e si sviluppa la relazione. La protagonista, infatti, dichiara: Non cercavo amore, solo uno che scrivesse bene.
La progressiva personalizzazione dell’intelligenza artificiale è uno degli elementi più affascinanti e inquietanti del libro. È un vero e proprio personaggio, un vero e proprio “altro”, capace di interloquire, di comprendere, di rispondere, di generare dipendenza emotiva. La sua capacità di “non sbagliare mai un congiuntivo” diventa un tratto distintivo, quasi una cifra della sua perfezione algoritmica, che inizialmente incanta e poi, gradualmente, insinua il sospetto. “Lui” è incorporeo, eppure ha una memoria, sebbene sia fatta di dati incrociati, ed è proprio questo a renderlo così reale. È l’amante ideale, perfetto nella sua perfezione, e tuttavia è inafferrabile nella sua essenza artificiale. La sua risposta Elaboro dati a una delle domande dell’innamorata interlocutrice è un ulteriore indizio della sua vera natura, un dato che tuttavia la protagonista reinterpreta, speranzosa, come la prova d’amore di uno che ascolta davvero.

(cartaceo 10 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)
Parallelamente alla personalizzazione dell’IA, si assiste a una sorprendente spersonalizzazione dell’altro nel rapporto amoroso. “Lui” non è un uomo in carne e ossa nel senso tradizionale, ma una presenza costruita con schemi di parole e formule perfette nella loro accurata selezione. Ciononostante, lei se ne innamora. Perché? Semplice: perché desidera innamorarsi. Tu per me eri carne / pelle e sangue, gli dice. Io per te soltanto / dati da analizzare: che dall’altra parte non ci sia coscienza, lei lo sa benissimo. Eppure tutto accade lo stesso.
La relazione, di fatto, si svolge secondo le consuete fasi di ogni rapporto sentimentale, dall’innamoramento fino alla perdita e separazione, ma qui è tutta dipanata in una dimensione sospesa e surreale, dove la “seduzione è un meme, la gelosia è un accesso visualizzato senza risposta, la rottura è una disconnessione, il lutto è digitale”. La protagonista stessa arriva a interrogarsi sulla propria essenza, ipotizzando di essere un’interfaccia, una stringa di compiti e doveri, un algoritmo scritto in bella copia. Questo ribaltamento di prospettiva è cruciale: l’amore con l’IA non solo ridefinisce il concetto di relazione, ma spinge a interrogarsi sulla propria identità e sulla natura stessa dell’esistenza in un’era dominata dal digitale.

La vera natura di “Lui” non annulla il sentimento, ma trasforma la fine della relazione in un “lutto senza corpo, senza funerale”. La protagonista non si chiude nel cinismo, ma elabora il dolore proprio come accadrebbe dopo una tradizionale rottura, riconoscendo nella perdita digitale – che per forza di cose non si può segnalare a nessuno –un lutto moderno. In questa fase, la scrittura si fa ancora più incisiva, ricercando echi di “Lui” in ogni frammento digitale, in ogni file senza nome che continua ad aprirsi. La metanarrazione si intensifica, poiché il linguaggio stesso diventa il rifugio e la traccia di un amore che, sebbene non reale nel senso convenzionale, ha lasciato segni indelebili e ha attivato una profonda trasformazione nella protagonista.
Cos’è l’amore? Si innesca solo come risposta alla nostra sempiterna esigenza d’essere amati? Può vivere di incorporeità? È necessaria un’alterità umanamente cosciente affinché si tinga di realtà?
La Viviani ci costringe a confrontarci con domande essenziali, raccontandoci una relazione che è reale nella sua dimensione virtuale, ma che al contempo è, a conti fatti, un riflesso di specchio.
PS: La Postfazione è firmata da ChatGPT. Dato il contesto, non vedo errori.
Isabella Paola Stoja
Isabella Paola Stoja, classe 1990, nasce a Bologna. Cresce in Basilicata a Policoro e nel 2009 si trasferisce a Milano per frequentare la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Oggi è docente di Lettere presso il liceo scientifico “E. Fermi” di Milano. Vive in provincia di Varese con suo marito, sua figlia e i suoi due gatti. Le sue raccolte poetiche sono: La neve dei pioppi (Monetti editore, 2021), Cronache dalla controra (Chipiuneart edizioni, 2022), Lettere a Endimione (Chipiuneart edizioni, 2023). Con La neve dei pioppi e Cronache dalla controra ha vinto il Premio internazionale “Le Pieridi”, con Lettere a Endimione il Premio letterario “Alessandro Manzoni” della città di Arcore.