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LA FIGURA PATERNA NELL’ULTIMO ROMANZO DI PASQUALE ALLEGRO (di Matteo Fais)

“Il mondo continua, lo sguardo della gente continua a scorrere e non demorde, nelle strade, negli uffici, nelle sale d’attesa, persone che si incontrano e che si ignorano, che celebrano comunque la vita, è l’ordine del mondo, tutto si muove. Tu sei rimasto immobile in un angolo del mare, eppure vorrei immaginarti ancora in un posto qualunque a portarmi con te, immaginarti ancora ovunque nel mondo, non posso pensarti fermo, stai tra quelli che muoiono e vanno in giro lo stesso, c’è sempre un altro strato di morte da provare” (Pasquale Allegro, Se ritieni che sia giusto, Arkadia).

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Se Pavese aveva indiscutibilmente ragione nel famoso passo che recita “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”, non meno ne ha Pasquale Allegro, nel suo romanzo Se ritieni che sia giusto (Arkadia). In esso, su quello sfondo paesaggistico e, al contempo, esistenziale, si staglia il più grande fantasma che una cultura mediterranea e molto – forse troppo – matriarcale si ostina a non considerare: la figura paterna.

Si potrebbe interpretare questo romanzo come una grande meditazione poetica – di cui l’autore possiede tutti i mezzi – sull’importanza di avere, oltre che un luogo a cui tornare, una figura di riferimento che, nel bene o nel male, è essenziale per dirsi, per esistere e darsi forma, per imparare ad amare l’amore o a maledirlo («Almeno vienimi a trovare qualche volta», mi hai detto l’ultima volta al telefono, ho sentito la tua voce appesantita da una vita, ho avuto voglia di dirti che non mi interessava per niente venirti a confortare, che lo avrei fatto a malincuore, eppure mamma ne era certa, quando andavi a letto pronunciavi il mio nome, anche se te ne stavi nel tuo spazio clandestino da tempo ormai, lei ne era certa che non dormivi affatto e pensavi a me. E ricordo ancora, come se fosse adesso, l’ultima volta che sei venuto a casa e mi hai guardato negli occhi qui in mezzo a tutti gli altri e mi hai detto «Se hai bisogno di me sai dove trovarmi», poi tante cose ancora mi hai detto senza una parola, con gli occhi. “Comprendimi”, per esempio, è stata una di quelle parole, poi le ho inventate io tutte le altre per decifrare quelle sensazioni. «E allora vado», poi lo dicevi veramente e ogni volta faceva male dentro al buio della casa”).

È uscito il tredicesimo numero di “Il Detonatore Magazine”: https://www.calameo.com/read/008031206475e701d32fd

Struggente e tragico, senza indulgenze nel pietismo, questo romanzo è un piccolo diamante, non troppo lungo, ma dal respiro profondo. Meno di cento pagine in cui è detto e, al contempo, affidato al silenzio tutto ciò che è necessario – imparate, cari autori: non si diviene romanzieri solo perché si va oltre le trecento cartelle, ma perché si arriva al cuore di una questione.

Quarta uscita per la collana “Scavi Urbani”: Psicosi dei giorni pari e dispari, di Fabio Orrico (prefazione di Viviana Viviani). Disponibile in formato cartaceo ed ebook:
(cartaceo 10 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Eccoci, dunque, al cospetto di un’opera che non ha paura di affrontare il dolore, la perdita, di contare i pochi spiccioli che l’esistenza lascia tra le mani (“Credo che tanti abbiano un limite emotivo da spendere nel corso della vita, e io, anche se fuori non evitavo sorrisi e qualche parola di circostanza, avevo esaurito le scorte dentro”; “Amare il futuro è roba da eroi, quelli che provano a piegarlo come un arco. Ho imparato a capire le persone in base alle parole con cui decidono di dirmi la loro vita, anche quelle stesse persone che il paese contiene, le senti che si impediscono di esistere, la loro voce al risveglio sussurra «Ormai è tardi»”).

È uscita la seconda raccolta poetica di Matteo Fais, Preghiere per cellule impazzite (Connessioni Editore, collana “Scavi Urbani), ed è disponibile in formato cartaceo e ebook:
(cartaceo 12 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Il romanzo è un dialogo interiore tra Marco e il padre defunto, Alberto, che riporta in vita i ricordi dell’infanzia e i dubbi giovanili. Emergono figure come la madre Luisa e gli amici, tasselli di un fragile mosaico umano. Marco, fuggito dal paese natale, ricompone le memorie e le relazioni, ricostruendo la trama della propria esistenza. Questo percorso, innescato dalla morte improvvisa e dal rapporto conflittuale col genitore, svela segreti inconfessabili e offre, parallelamente, la possibilità di una redenzione finale.

Terza uscita per la collana “Scavi Urbani”: Il cielo è uno straccio sporco nella stretta della materia, di Luca Parenti (prefazione di Matteo Fais). Disponibile in formato cartaceo ed ebook:
(cartaceo 10 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Ricostruire più approfonditamente sarebbe, a ogni modo, superfluo, perché grazie al cielo, come insegnava Raymond Carver, questo scritto non contiene colpi di scena di bassa lega per tenere viva l’attenzione: infatti, non spinge avanti, casomai invita a sprofondare, a sondare l’abisso. La sua forza, il vero effetto speciale, è la scrittura di Allegro, illuminata dal trauma della saggezza e da una semplicità poetica su cui gli occhi scorrono senza mai arenarsi (“Malinconia è rimanere con qualcuno che non c’è più”; “Un pensiero bizzarro mi passa per la mente: alcune persone nascono vissute, conoscono l’angoscia e la felicità prima ancora di venire al mondo. È un po’ quello che succede a me, io cerco a volte di dimenticare giorni che non ho vissuto, il tempo diventa qualcosa da interrogare, passa, mi sfiora, ma non capisco il senso del suo messaggio”).

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E se ogni rapporto padre-figlio ha le sue peculiarità, alcune tappe sono inaggirabili: ucciderlo –  metaforicamente –, affrontare il rimorso e venire a patti con una figura non scelta ma assegnata per un assurdo gioco della sorte. Marco andrà incontro a tutto questo con consapevolezza, senza oramai possibilità di fuga, in una lotta interiore con l’assente che, per quanto si cerchi, non potrà essere ulteriormente rimandata, se si vuole divenire finalmente uomini.

Matteo Fais

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Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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