L’UCRAINA SOTTO LE BOMBE È IL SOGNO EROTICO DELLA SINISTRA EUROPEISTA (di Sergio Flore)
Chiudo gli occhi e ci provo. Provo a immedesimarmi ed entrare nella mente di Zelensky. Voglio essere positivo. Voglio credere che l’uomo sia sempre stato in buona fede. Che sia stato un semplicemente ingenuo, ma che in fondo ci credesse davvero. Voglio pensare che questo comico davvero potesse aver creduto ai suoi padroncini d’oltrevistola, oltremanica e oltreoceano, quando gli promettevano soldi e armi contro l’immenso vicino russo. Ridicolo, direte voi. E lo dico anche io: ridicolo aspettarsi aiuto militare concreto da un continente di sterili ipocondriaci che hanno paura della tosse. Ridicolo aspettarsi aiuto da una superpotenza che da tempo non affronta direttamente alcun vero nemico, preferendo di gran lunga far fare il lavoro sporco a jihadisti, rivoluzionari eterodiretti e stati fantoccio da abbandonare e schiacciare nel sangue all’occorrenza.
Ma facciamo finta che Zelensky non avesse mai avuto le capacità di leggere la realtà più ampia, di vedere il nuovo Grande Gioco. Lui e il suo Governo volevano lottare per l’indipendenza del popolo ucraino – o, almeno, della metà di quel popolo che non si considera russa – e sono stati traditi sul più bello. I finanziamenti continui, il torrente di armi e tecnologia militare da Occidente, non si sono tradotti in supporto reale, sul campo, l’unico davvero utile in un’impresa folle come una guerra con Mosca. E ora quest’uomo si trova a fronteggiare da solo una potenza nucleare immensa.
Se così fosse, la doccia fredda dovrebbe già averlo svegliato. L’Europa devirilizzata aveva dimenticato l’esistenza delle malattie, figuriamoci la guerra! Roba da medioevo, si saranno detti a Bruxelles, molto meglio optare per le sanzioni. Le sanzioni economiche contro un Paese che copre un ottavo delle terre emerse. Un Paese che non solo gode dell’indipendenza energetica, ma che è un partner commerciale fondamentale per l’approvigionamento della stessa Europa. Le sanzioni a un Paese che nell’isolamento da ovest ci ha vissuto benissimo per 70 anni. Le sanzioni verso un Paese che, dopo aver constatato l’incapacità dei vicini europei di emanciparsi dal padroncino yankee, ha saputo tessere relazioni diplomatiche eccellenti con tutto il resto del mondo: Brasile, Asia centrale, Medioriente, Cina. Poco male, noi gli blocchiamo PornHub.
Il livello di miopia e debolezza dell’Unione Europea deve aver svegliato persino Zelensky, penso, che coglierà al volo la prima occasione per liberarsi, per liberare il Paese dal pantano. E invece sono io a svegliarmi. Apro gli occhi, esco dalla mente del comico-politico. Torno alla realtà: Zelensky chiede a gran voce di entrare in UE, mettendo persino in imbarazzo l’alto rappresentante dell’UE per gli esteri Josep Borrell. Torno alla realtà: il primo tentativo di trovare un accordo con Mosca non pare aver prodotto nulla. Forse la pretesa di neutralità da parte della Russia è inaccettabile, forse si illudono di riavere indietro la Crimea? Sembra che da parte ucraina non ci sia l’intenzione di uscirne alla svelta.
Aizzato dagli ipocriti europei, Zelensky continua a sacrificare il suo popolo sull’altare di un’illusione: un’Ucraina indipendente e rivolta a Occidente. Il Governo di Kiev è arrivato persino ad armare i civili, trasformandoli di fatto in bersagli militari agli occhi dei russi. Crede in un intervento della NATO? Spera nel colpo di coda di un Biden che lotta con una percentuale di consensi da record negativo? Magari si illude che un qualche stato europeo dichiari guerra all’orso russo? E quale? Paradossalmente i più idioti potremmo essere proprio noi. Ma avere alleati gli italiani, si sa, non porta mai bene…
Ma forse la chiave di lettura per capire quanto sta accadendo è un’altra. Forse Zelensky non è un ingenuo. Zelensky resta fedele agli accordi con i poteri che l’hanno insediato. È una possibilità: quei poteri vogliono la guerra e hanno trovato l’utile idiota, un uomo abbastanza spregiudicato da provocare Mosca fino a oltrepassare la linea rossa dell’adesione alla NATO per trascinare il suo stesso Paese in uno scontro invincibile.
La crisi finirebbe in un pomeriggio se NATO e UE lo volessero davvero, se spingessere per trovare un accordo. Ma, al di là delle bandierine sui social e dei vuoti appelli di un popolo umiliato e tradito come quello Ucraino, non fotte niente a nessuno – anzi! Kiev sotto le bombe aiuta a demonizzare Putin, rinforza la coscienza dei “Leuropeisti”, che da anni sbavano all’idea di una guerra con la Russia per giustificare il solito sogno di un esercito europeo.
Kiev sotto le bombe fa il gioco degli Americani, che dal ’45 fanno carte false pur di scongiurare la prospettiva del vecchio continente che distende i rapporti con Mosca. Kiev sotto le bombe è l’agnello sacrificale. Siamo arrivati al punto che, se Zelensky firmasse una pace con la Russia, il PD scenderebbe in piazza a protestare: bastardi ucraini, l’avete data vinta a Putin!
Alla base popolare di casa nostra, intanto, è meglio non pensare. Due anni di pandemia hanno insegnato la comodità e la convenienza dell’obbedienza cieca e assoluta verso il potere. Gli italiani si sono bevuti con facilità la lotta Vax-No Vax, una contrapposizione che esisteva solo nei salotti televisivi. Si berranno pure quella del dittatore brutto e cattivo che mangia i bambini, il remake della realtà i che TG e stampa mainstream stanno trasmettendo h24. Fanno già dell’ironia sul rublo che crolla, sui russi senza i social occidentali, sull’esclusione da mondiali e eurovision. Non vedono la miseria vera e tangibile che i due anni di “misure anticovid” hanno portato qui da noi. E anche quando la vedranno, possiamo starne certi, giustificheranno e sopporteranno tutto.
Crisi energetica, bollette stellari? “Colpa di Putin”. Sospensione delle libertà politiche e prosecuzione di un Governo che di costituzionale non ha più nulla? “C’è la guerra, che ci vuoi fare…”. Povertà, nuove ondate migratorie, lockdown e chissà che altro? “Ma di che ti lamenti? In Ucraina, ci sono le bombe!”.
Si berranno tutto, statene certi. E come sempre guarderanno con sospetto chi non si unirà al coro belante. Nulla di strano, fa tutto parte della nuova normalità.
Sergio Flore