SINISTRI AUTOGOL, OVVERO LA VOCAZIONE AUTOLESIONISTA DELLA SINISTRA (di Matteo Fais)
Si chiama eterogenesi dei fini. Praticamente, è ciò che avviene quando, facendo qualcosa, ottieni un risultato totalmente imprevedibile, se non contrario alle intenzioni originarie che ti animavano.
Questa espressione sarebbe perfetta per descrivere la tendenza autolesionistica della Sinistra, la quale, ogni volta che apre bocca per condannare o stigmatizzare il proprio avversario, finisce per tirargli la volata. E sì, perché la Destra un po’ cialtrona degli ultimi anni ha dalla sua un unico asso nella manica e non è neppure lei ad esserselo nascosto lì. Il suo segreto è questa sfigatissima Sinistra.

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Prendete il caso del Generale Vannacci, militare con una certa carriera alle spalle, ma privo di qualsivoglia seguito popolare. Scrive un libro e se l’autopubblica su Amazon. Come tanti, sembra essere condannato a elemosinare l’acquisto di qualche amico e parente. Poi, a “Repubblica”, in cui evidentemente non hanno un cazzo di meglio da fare, qualcuno si sveglia e solleva il caso di questa alta figura militare che avrebbe scritto un testo dal taglio omofobo e razzista, una specie di Mein Kampf all’amatriciana. Credendo di dare così una lezione all’uomo che aveva osato sfidare il politicamente corretto, spingono per farlo fuori dalla sua carica. Il risultato è che Vannacci non solo non ha perso il posto di lavoro come auspicato, ma è pure divenuto famoso, è stato eletto e, manco a farlo apposta, grazie a quelli del giornale di Scalfari, ha visto il suo libro divenire un caso letterario – più letto, certamente, di tutti i testi candidati al premio par excellence della Sinistra, ovvero lo Strega. Una figura di merda da sotterrarsi!

Ma all’Ufficio Sinistri, di fantozziana memoria, si sa, il problema non è che i ragazzi non si applichino nello studio, bensì che comunque non assimilino mai la lezione, neppure quella dura che l’esistenza sovente rifila all’essere umano. E ciò vale, sia chiaro, a livello mondiale. Lo si è visto con Trump. Tanto hanno fatto, per dipingerlo come peggiore del demonio, che sono riusciti a renderlo un simpatico martire e farlo eleggere – in ciò dimostrando una scarsissima comprensione della psicologia umana. Proprio non ci arrivano a comprendere che Satana è tanto seducente quanto Dio – e sì che non ci vuole Freud per arrivare a capire la fascinazione per il male.

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Non paghi, sul povero suolo italico, proprio l’altro giorno ci hanno riprovato, cercando di scatenare tutte le persone perbene contro Passaggio al Bosco, casa editrice di area – come la si suol chiamare con un eufemismo, per sottintendere “i cui prodotti sono destinati ai fascisti”. La sua colpa? Aver preso parte, pagando il proprio stand, alla fiera letteraria “Più libri Più liberi” – oramai nota unicamente perché, ogni anno, c’è qualcuno che cerca sempre di censurare qualcun altro, secondo la formula che recita “c’è sempre uno più puro che ti epura”. A ogni buon conto, anche in questo frangente, il risultato è stato tragico: di fronte allo stand della casa editrice c’è la fila. E dire – con il massimo rispetto e senza ironia – che, se nessuno avesse fatto il loro nome, la gente non se li sarebbe neppure filati di striscio, o li avrebbe scambiati per un realtà che vende libri sui metodi di sopravvivenza estrema nei boschi…

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Eppure, questi come altri episodi analoghi che costellano la tragica storia recente della Sinistra, dovrebbero farci riflettere sull’intima realtà interiore di quello che gli americani chiamano il Leftist. Come ben mise in guardia Theodore John Kaczynski, noto Unabomber – splendidamente tradotto, guarda caso, anche per i tipi di Passaggio al Bosco –, l’uomo di Sinistra palesemente non adotta atteggiamenti razionali per portare avanti le proprie istanze – l’esempio tipico è quello di parlare bene dei neri, ma dicendo tutto il male possibile dei bianchi, con il risultato di inasprire, invece che attenuare, le tensioni razziali.

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Probabilmente, si potrebbe aggiungere, a livello inconscio, i rappresentanti del Leftism non sperano minimamente di arrivare ad alcuna soluzione per quel che concerne le questioni classiche quali conflitti etnici, di genere e via dicendo. Il fatto è che senza di questi loro sarebbero bambini privi di giocattoli, costretti a farla finita con il balocco della rivoluzione e vedersi pertanto obbligati a divenire adulti. Esattamente come, se dovessero smetterla di fare finta di vivere sotto un concreto pericolo di salita al potere del fascismo, arriverebbe per loro il momento di occuparsi di faccende serie, cosa di cui non hanno la benché minima voglia. Insomma, paradossalmente, il miglior alleato di questa Destra sono proprio loro, con quegli atteggiamenti per cui nessuna persona sana di mente li potrà mai prendere sul serio. La Sinistra vuole la sconfitta, per non essere costretta a fare i conti con sé stessa e prendere atto della propria assoluta inutilità.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).