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NON ESISTE UN FEMMINISMO SANO, RASSEGNATEVI (di Matteo Fais)

Su Valeria Fonte e l’allegra brigata che l’accompagna, “onda di suoni e amore” – se il poeta ci concede di citarlo ironicamente –, si è detto di tutto. Altrettanto si è fatto su Selvaggia Lucarelli, i cui toni nei suoi confronti oscillano sempre tra l’esaltazione più sperticata e l’insulto gridato dal camionista. Nella sua fattispecie, in questo particolare caso, hanno tutti in parte ragione e in parte torto: se è sbagliato che abbia pubblicato delle chat private – e lo è, dannazione! – e altresì vero che le femministe sotto accusa hanno sempre detto che il privato è pubblico, dunque, adesso, hanno poco da fare le indignate – sono state ripagate con la stessa moneta.

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Ma tutto ciò è, se si vuole, questione di poco conto e la cosa più assurda non è ciò che le “sorelle” facevano nella confortevole ombra di una chat Telegram, ma che noi da anni si consideri costoro come persone serie, come teoriche a cui dover riconoscere comunque un credito sul piano intellettuale. Se è pur vero che di tutto si può parlare in modo serio, anche di una stupidaggine, non per ciò una stupidaggine si muta in qualcosa di serio.

È d’obbligo, peraltro, precisare che la Fonte non ha tutti i torti quando rivendica una certa coerenza tra quanto scritto in privato e quanto detto in pubblico. Ha ragione a chiedere al pubblico “Ma voi chi avete seguito negli ultimi sei anni?”. Anche i commenti velenosi, non hanno niente di poi tanto strano e, soprattutto, non sono niente che non ci si potesse aspettare da una attivista così esasperata e talebana.

È uscito il dodicesimo numero di “Il Detonatore Magazine”: https://www.calameo.com/read/00774819711c36dcf8adc

Anche perché, questo bisogna dirselo chiaro e tondo, cercando di allargare la propria visione oltre le ultime vicende – che sono più che altro un regolamento interno di conti tra bande rivali, per il potere –, il femminismo, di cosiddetta quarta generazione o ondata, non può che portare a tutta la merda che, adesso, sta risalendo dalle tubature.

Sì, perché, in ultimo, a studiarlo e più che mai a seguirlo sui social – perché ci sono più post che pagine vere e proprie di teorizzazione filosofica –, questo movimento è un insulso affastellamento di idiozie per donne prossime alla mezz’età che non hanno niente di meglio da fare nella vita che rompere i coglioni come ragazzine capricciose.

Alla fin fine, di cosa avete sentito parlare da questa metastasi proveniente dal cancro progressista? Un patetico tentativo di correggere la lingua in uso, introducendo schwa e asterischi, volti all’inclusività verso persone malate di mente che si sentono escluse, per una propria distorsione psichiatrica, quando qualcuno dice “Buongiorno a tutti”. Secondo voi, queste loro turbe possono essere considerate come un problema politico da affrontare a livello nazionale? Qui, l’unica cosa problematica è che, a quanto si apprende, molte circolari istituzionali, adesso, adottano davvero asterischi e altri strani simboli cabalistici per compiacere simili squilibrati mentali.

È uscita la seconda raccolta poetica di Matteo Fais, Preghiere per cellule impazzite (Connessioni Editore, collana “Scavi Urbani), ed è disponibile in formato cartaceo e ebook:
(cartaceo 12 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Non che verso gli altri argomenti che sono andati per la maggiore possa essere riservata una diversa accondiscendenza da parte di una persona che abbia un minimo di stabilità emotiva. Ci sono stati libri in un cui donne, inguardabili dopo vent’anni di galera, hanno palesato il proprio odio verso gli uomini – e come avrebbe potuto essere altrimenti, con degli incel al femminile – (https://ildetonatore.it/la-recensione-pauline-harmange-e-le-donne-che-detestano-gli-uomini-di-matteo-fais/). Abbiamo, poi, avuto le teoriche del rifiuto della depilazione ascellare (e non solo) come tentativo di non cedere alle pretese e al presunto dominio del desiderio maschile (https://ildetonatore.it/un-pamphlet-contro-la-depilazione-di-matteo-fais/). Tanto disagio sfiora il fantascientifico!

Il punto è che il femminismo, oggi come oggi, non ha ragione di esistere, come l’antifascismo e il fascismo, il putinismo e il nostalgismo verso il comunismo. Queste sono tutte manifestazioni del tedio democratico di cui parla il politologo Francis Fukuyama: gente annoiata, che sta troppo bene, grazie al regime della democrazia liberale, si inventa battaglie inutili o aderisce senza cervello a ideologie e lotte che sembrano contro corrente, per il puro gusto di giocare all’antagonismo.

Terza uscita per la collana “Scavi Urbani”: Il cielo è uno straccio sporco nella stretta della materia, di Luca Parenti (prefazione di Matteo Fais). Disponibile in formato cartaceo ed ebook:
(cartaceo 10 euro)
(ebook 5 euro – gratuito per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Il femminismo questo è: un gioco per ragazze cresciute male che hanno troppo tempo da perdere. Certo, molte l’hanno assimilato e fatto proprio per sentito dire, perché era alla moda e ne ripetono la pappardella senza aver mai riflettuto su quanto di essa sia falso – tipo la balla colossale del gender gap, che non esiste minimamente.

E non si dica che le attiviste che, adesso, sono finite sotto la lente di ingrandimento non rappresentano niente e nessuno, o peggio ancora che “quello non è vero femminismo” – che suona come “quello non era vero comunismo”. Stranamente, nessuno, interrogato in merito, che debba fare i nomi di attiviste e teoriche altrettanto seguite, riesce a mettere qualcosa sul tavolo, semplicemente perché non esiste una versione sana e una degenerata del fenomeno in questione, non in quest’epoca. Non esiste un femminismo sano, semplicemente perché non ce n’è bisogno, perché la condizione dei generi è stata ampiamente equiparata da decenni – poi, certo, i due sessi hanno ognuno i proprio problemi peculiari o che sentono con maggior urgenza. Ma, alla fin fine, nel corso della storia, non c’è mai stato periodo migliore per essere donna.

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Non c’è niente, dunque, per cui indignarsi al momento. Le femministe si sono semplicemente rivelate per ciò che sono, gente che cerca di lucrare su povere ragazze che si sentono inadeguate, o che hanno gravi problemi di insicurezza – non sono, in tal senso, molto diverse da ciò che Andrew Tate rappresenta per tutti i ragazzi sfigati, cioè un modello tossico e malato. Ciò che resta da fare, al momento, è solo spiegare a chi vive un disagio che non è necessario cadere nella rete di questi imbonitori, che non aiuteranno nessuno a superare i propri limiti, ma anzi ti porteranno a incancrenirti su posizioni sbagliate e di pericolosa autoindulgenza.

Del resto, non c’è nessuna guerra tra maschi e femmine, se non nella mente malata di alcuni soggetti a cui, invece di fare un TSO, abbiamo concesso un microfono, senza calcolare i danni che avrebbero cagionato.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Instagram: https://www.instagram.com/matteofais81/

Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14/?locale=it_IT

Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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Un commento

  1. Da trasmettere a reti unificate questo articolo. Condivido ogni singolo punto. Abbiamo un presidente del consiglio donna, astronauti donna, medici, ingegneri, escort, ormai le donne possono fare qualunque cosa vogliano. Il patriarcato è finito da anni e il femminismo non ha più senso di esistere, quindi è costretto a inventarsi battaglie inutili contro nemici immaginari.

    Bellissimo il paragone con Tate, lo trovo geniale, alla fine le femministe sono la sua controfigura.

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