IL TRIONFO DELLE DONNE “MATURE” – UNA CHIAVE INTERPRETATIVA OLTRE LE POSIZIONI DI “INTERNAZIONALE” (di Matteo Fais)
L’ultimo numero di “Internazionale”, il noto magazine progressista, affronta, parallelamente alla caduta esponenziale del desiderio sessualità tra i giovani – che viene appena menzionata –, l’incremento di quella tra le persone più mature, specie se donne. Manco a dirlo, la rivista lo fa al solo fine ideologico di esaltare la figura femminile eternamente giovane e liberata dalle catene del patriarcato – che, a questo punto, potremmo definire la loro ossessione erotica.
Va da sé che, come quasi tutto ciò che esce su quelle pagine, tale punto di vista è sfalsato da un pregiudizio intellettuale che certo non aiuta a comprendere la svolta antropologica effettivamente in atto.
Per superare gli evidenti limiti del pezzo, sarà necessario integrare una visione maschile da loro volutamente trascurata, iniziando dunque con il porsi l’annosa domanda – molto poco politicamente corretta – del perché i giovani uomini preferiscano, almeno in un certo senso, se non propriamente le vecchie, quelle più stagionate. Per farlo, si procederà cercando di rendere quanto più schematica la questione – la quale risulta tutt’altro che triviale o frivola, essendo profondamente radicata in alcuni cambiamenti verificatisi negli ultimi decenni.

NESSUN POPOLANO PUÒ SCOPARE LA PRINCIPESSA
Chiunque non sia fuori dal cosiddetto “mercato sessuale” perché sposato, fidanzato da lungo tempo, o totalmente asessuato, avrà notato che molte giovani in circolazione per le strade, le spiagge o qualsiasi luogo di socializzazione, non si comportino come i comuni mortali. Loro non camminano, sfilano. Avrete tutti certo fatto attenzione al loro sguardo altero, sostenuto, mai rilassato, oltre al fatto che non se ne vede mai una anche solo vagamente trascurata. Persino al mare, con 45 gradi all’ombra, queste sembrano non sudare e profumano come se si fossero rotte in testa una boccia da 5 litri di Chanel n°5.
Non ci vuole un antropologo come André Leroi-Gourhan per comprendere che una donna che ha passato come minimo tre ore a prepararsi, solo per andare a fare una passeggiata o un bagno, con appuntamenti fissati dal parrucchiere e dall’estetista per i prossimi sei mesi, non ha certo intenzione di affrontare la vita con leggerezza – esattamente come, entrando in un negozio alla Galleria di Milano, si comprenderà immediatamente come lì non si trovino articoli a prezzo stracciato, come capita invece in qualunque negozio cinese, dove ciò che è in vendita è accatastato un po’ ovunque in scatole di fortuna.
Volgarmente, queste simpatiche – si fa per dire – donzelle sono dove sono con il preciso intento di vendere cara la pelle. Vi è pure da sottolineare che, a fronte di trucco e parrucco, unghie sempre curatissime, a una attenta e spassionata osservazione, queste si rivelano essere, per la maggior parte, non molto più che ragazze qualsiasi, con qualche buona se non ottima caratteristica, ma tutt’altro che esseri superiori. Certo, bisogna riconoscere che il livello medio, anche grazie a tutti questi accorgimenti estetici, è notevolmente cresciuto. Cionondimeno, resta pur sempre che, per quanto Gina ostenti un culo fantastico e Pina delle bocce da sballo, si tratta, come si diceva, di tipe comuni – Miss Mondo, ancora, grazie al cielo, le contempla da una notevole distanza.
È a questo punto che, per quanto brutale possa suonare, ogni uomo si farà per così dire i conti in tasca, chiedendosi quale investimento emotivo sia disposto a compiere per ragazze del genere, per quanto avvolte nella migliore carta regalo possibile.
Alla fin fine, nessuno può ammazzarsi per una stronza qualunque – detto, ovviamente, senza offesa, visto che la maggior parte delle persone è uno stronzo qualunque. Solo la regina può chiedere il sacrificio della vita del popolano, proprio perché di regina ce n’è una sola. E questo è un punto su cui prestare particolare attenzione e da sottolineare con evidenziatore rosso: non si può vivere in un mondo di regine e principesse, se si è dei semplici uomini del popolo. Non si può affrontare ogni appuntamento come fosse una grande concessione, o una seduta privata con Sua Santità il Sommo Pontefice. Esiste un limite morale personale che qualsiasi maschio, con un minimo di spina dorsale, sa di non dover superare e che si sintetizza di solito nella formula “piuttosto che affrontare tutto sto casino, mi faccio una sega”. Il che, se volete, è un po’ quello che spiega, su un altro piano, come mai ci siano tanti ragazzi, oggi come oggi, che non studiano e non lavorano: se uno si deve laureare per poi finire a fare lo spazzino, è facile che molli il colpo; esattamente come, se uno deve lavorare 8 ore per ricevere una miserabile retribuzione, persino la Caritas appare sotto una luce tutt’altro che degradante.

DI COSA HA BISOGNO UN UOMO?
Qual è dunque il risultato del constatare un simile atteggiamento nella maggior parte delle donne? Se è vero che è di fronte alle difficoltà che si vede quanto vale un uomo, è altresì certo che il grosso del genere maschile è tendente ad arrendersi abbastanza in fretta. Anche perché, se nella vita è fondamentale lavorare per sostentarsi, l’esistenza non può comunque essere sempre vissuta con l’impegno con cui ci si spende per portare a casa la pagnotta – e, va da sé, un rapporto amoroso non può essere un lavoro per cui si deve sempre essere al massimo della propria efficienza.
Tanto più che, com’è facile intuire, un uomo in una relazione ha bisogno di poche ma fondamentali attenzioni. Se chiunque, almeno in principio, tira fuori il meglio di sé, non si può sempre vivere spremendosi, come ci ricordava anche Woody Allen in Provaci ancora Sam, quando risponde alla consorte che lo lascia, rimproverandogli di non essere più spumeggiante come in passato: “se fossi sempre così aggressivo, mi verrebbe un infarto”. Insomma, una donna da sorprendere ogni giorno con effetti speciali diviene presto insostenibile. Al maschio certo piace sentirsi protagonista e conquistare, ma solo un fanatico vuole vivere sul campo di battaglia.
Si aggiunga che, per quanto sia molto bello tutto ciò che, almeno in principio, ci è interdetto, anche l’uomo ha bisogno di sentirsi desiderato e accolto. In ultimo, qualsiasi donna che non ceda alle nostre lusinghe, con relativa facilità, risulta mortale per la libido. Per dirla in modo ancora più semplice, se non deve mai essere totalmente disponibile, non deve neppure risultare impossibile. È per questo che si vedono anche uomini di una certa bellezza non sempre accompagnati da donne altrettanto gradevoli: se è vero che desideriamo tutti le belle donne, e che la gradevolezza estetica è, almeno nei primi momenti, il motore di tutto, è altresì certo che nessun uomo si appaga di mera contemplazione estetica. La cosa più importante – o per meglio dire ciò che risveglia il testosterone – è il sentire che chi abbiamo al nostro fianco ha una insana voglia di noi, del nostro corpo, di sentirci dentro di sé. Una donna stupenda, che ti apre le cosce per pietà o concessione, non appagherà mai il bisogno di sentirsi maschio che abita in ogni uomo. È il motivo per cui tanti non riescono a fruire del servizio offerto dalle professioniste, perché per quanto ben acconciate, curate e perfezionate dalla chirurgia, il sesso con loro ha lo stesso trasporto di un’autopsia da svolgersi dopo colazione. La prostituta è davvero l’approdo della disperazione più totale. E, almeno in senso lato, ha ragione chi sostiene che andandoci si commette una violenza – contro di lei che si deve lubrificare artificialmente per farci passare e contro noi stessi che dobbiamo amaramente constatare di lasciarla totalmente indifferente.
ECCO DOVE ENTRA IN GIOCO LA MATURA
È in tale assurda situazione che si inserisce la donna matura. Come spesso accade, è sulla tragedia personale dell’altro che si costruisce la propria fortuna, come sa ogni oncologo di successo. Tutti questi uomini frustrati e messi da parte, malgrado gli sforzi profusi – per esempio, la cura del fisico, oramai molto praticata –, per una naturale tendenza adattiva, devono trovare una soluzione.
La donna matura, specie se molto matura, è decisamente meno sostenuta rispetto alla giovane. È più consapevole di sé, nel senso che, pazze a parte, è maggiormente conscia delle sue imperfezioni – cellulite e altri aspetti decadenti. Giocoforza, è costretta a venire a transazione con l’esistenza. Tra le altre cose, molto spesso, dopo maternità e matrimoni finiti male, è stanca anche lei di recitare una parte che, palesemente, non ha prodotto grandi risultati. Data l’età, peraltro, quando non si tratta di una totale idiota, ha finalmente superato la sciocchineria adolescenziale che porta molte a pensare che il tempo sia infinito e ha compreso come ogni momento di piacere perduto non tornerà mai più – la consapevolezza della fine getta sempre una nuova luce sul presente.
Aggiungiamo, a questo già di per sé – seppur a modo suo – positivo quadretto, il fatto che le donne nate in tempi non propriamente recenti non hanno tutta la refrattarietà per l’ormone maschile che il delirio femminista attuale ha instillato nella mente delle ragazze. Una donna con un po’ d’esperienza – esattamente come il suo corrispettivo maschile con l’altro sesso – non è infastidita dalla danza amorosa dell’uomo. Guarda alle smargiassate di questo povero essere, che ha vissuto la propria esistenza in ragione del suo uccello, con sincera empatia – sempre, appunto, come il maschio di mondo sa che, se alla donna togli anche una minima misura di vanità, la stai reprimendo nella sua natura più profonda.
Insomma, la donna matura ti viene incontro. Non vuole più drammi, promesse, sceneggiate napoletane. Le cose procedono in modo molto più rilassato. Se l’uomo ha sempre bisogno di scopare, a quel punto lei è felice di sapere che, malgrado l’età, qualcuno la desidera ancora senza limitarsi al faticoso dovere coniugale. Farlo rizzare a un uomo, se da ragazze è un qualcosa di scontato, da adulte, fa sentire capaci di compiere miracoli. L’autostima, a quel punto, ha anche bisogno di cose simili.

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ALCUNI FATTORI CHE GIOCANO A FAVORE DELLE MATURE
La mezza età di una donna, di solito, vuole anche dire che chi desiderava dei figli li ha già avuti e che questi sono di solito relativamente abbastanza grandi da provvedere ai propri bisogni primari – tipo allacciarsi le scarpe. Il fatto che la donna abbia già soddisfatto tale necessità biologica libera il rapporto da un certo peso, perlomeno per coloro che non sentono la necessità di generare. Una milf, cougar, o mature qualsiasi difficilmente cercherà di incastrarti e, soprattutto, ancora con maggiore difficoltà, potrà farlo, data la menopausa più o meno imminente.
Tale fattore, a livello intimo, è da non sottovalutare: il non poter restare incinta – specie in un Paese antiscientista come l’Italia, in cui ancora molte donne sono ossessionate dall’idea che la pillola sia un veleno e possa ucciderle, mentre in altre Nazioni europee è diffusissima da decenni.
Il fatto di poter aver da subito un contatto così diretto e sicuramente privo di conseguenze non può che giovare al desiderio maschile. Scopare senza l’angoscia che una goccia sfugga e ti trasformi, in nove mesi, in un povero disperato che passerà le proprie notti da sveglio è un po’ come nuotare in un mare in cui si è sicuri non vi sia alcuna presenza di squali; o, se si preferisce, è un po’ la differenza tra una gita in montagna e la pratica del bungee jumping.
DUNQUE CHI È MEGLIO: LE GIOVANI O LE MATURE?
Non si può oggettivamente dire che il maschio non sia programmato, dal genio naturale, per desiderare le giovani, in ragione della loro maggiore fertilità. Ma è altrettanto vero che, oramai, il sesso è da lungo tempo sganciato dalla dimensione meramente riproduttiva – in tal senso, sì, è liberato – e, una volta che ciò accade, praticamente tutto ciò che implichi un rapporto consensuale è ammesso. Se devo generare, insomma, ho bisogno di una donna il più giovane possibile; se voglio godere, vale il principio per cui tutto ciò che mi dà piacere, in un certo momento, è lecito.
Per inciso, è d’obbligo sottolineare una cosa a cui un uomo arriva abbastanza in fretta, se ha la fortuna di accumulare un minimo di varia esperienza: ogni donna ha la sua bellezza e non bisogna mai cercare in una più di ciò che può offrirti. Da una giovane riceverai un dono che non devi chiedere a quella più in là negli anni e viceversa. Con una fortemente in carne scoprirai gioie che una magra è impossibilitata a darti e viceversa.
Genericamente, l’uomo che decida di perseguire il proprio anelito al piacere deve imparare a vivere la vita per ciò che questa può dargli in una particolare contingenza. L’età, in ultimo, è un dato ma anche una convenzione. A muovere due esseri l’uno verso l’altro sono misteriose alchimie della passione che vanno oltre ogni ragionevolezza. La stessa donna che con X è una bomba del sesso, con Y dimostra la passione di un pesce lesso. Anche la bellezza, se è pur piacevolissima, non basta e il piacere, grazie al cielo, non è un trofeo da esibire in società, ma qualcosa da vivere nel chiuso di una camera. Non è necessario mettere a parte gli altri di cosa ci abbia fatti godere.

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P.S: è lapalissiano precisare che questo non è un articolo contro le donne e meno che mai contro quelle di mezza età, ma un mero tentativo di analisi e una proposta interpretativa di un fenomeno. Il fatto che una persona vada con un’altra più grande o più giovane, fatto salvo il consenso, è faccenda che interessa meramente il singolo e le sue libertà individuali.
Nella vita, semplicemente, ognuno fa il suo gioco e combatte la propria battaglia. Nessuno è innocente e nessuno colpevole. Nessuno è venuto al mondo per guarirci da eventuali traumi che potrebbero essere alla base delle nostre scelte in materia di sesso e amore. Le uniche vittime sono quelle di stupro – quello vero, non il frutto del vaneggiamento femminista. Se le donne mature, in questo momento storico, traggono vantaggio da una sfortunata condizione del genere maschile, non c’è motivo di condannarle. Nessun uomo degno di questo nome può dichiararsi vittima.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).