L’EDITORIALE – UN CONSIGLIO AI REAZIONARI: NON FATE FIGLI NEPPURE SOTTO TORTURA (di Matteo Fais)
“In un mondo che non ci vuole più”, così cominciava una bellissima canzone di Lucio Battisti. Oggi, anche alla luce della fallimentare esperienza elettorale americana, io direi che non resta se non il prendere atto che viviamo in un universo che, appunto, non ci vuole più, ci ha ripudiati e messi ai margini.
Alla fin fine, parliamoci chiaro, non cambierà niente a nostro favore nel futuro. Certo, le cose muteranno, ma sempre in peggio. Adesso, abbiamo una Vicepresidente, in America, eletta e osannata in quanto donna. Tra pochi anni, saranno tantissime, grazie a questa demenziale mentalità da quote rosa. Poi non avremo più un sesso definito. A otto anni, i genitori saranno costretti, se l’infante esprimerà il desiderio, a bloccargli lo sviluppo con degli ormoni – al momento capita solo ai figli delle attrici di Hollywood, ma a breve questa follia toccherà anche quelli della cassiera della Conad vicino a casa vostra. Il lavoro non sarà più sicuro – che poi, non lo è già da decenni. Uno dei libri più letti in Italia, negli ultimi anni, è stato quello di Giulia De Lellis, un’attrice divenuta famosa grazie a Uomini e Donne… Devo continuare?
Ma voi, ci volete davvero vivere e proliferare in un mondo simile? Francamente, la mia risposta è il famoso “ma anche no” – che sarà pure un abominio in italiano, ma sottolinea magnificamente il concetto.
A mio avviso, oggi come oggi, a una persona con un po’ di sale in zucca dovrebbe risultare chiaro che mettere al mondo dei figli è da pazzi squinternati. Se penso che un ipotetico mio bambino nato oggi, tra sei anni, si troverebbe a studiare su dei testi in cui, al posto della desinenza normale delle parole, ci sarà un asterisco gendericamente neutro, prendo un coltello, mi taglio i coglioni e li butto nel primo tombino che vedo.
Io non ci sto, trasformo la mia vita nel grande rifiuto. Tanto la gente che dovrebbe ribellarsi a tutto questo non farà niente. Sopporteranno – tutti –, si adegueranno, cederanno alla tendenza generale. Sapete che vi dico? Allora, se non vogliono lottare, che si fottano dal primo all’ultimo. Non avranno il mio contributo a questo immondo schifo.
Com’è che diceva il Mussolini socialista, quello che infiammava i comizi dei compagni nella sua rossa Romagna? “Meno figli, meno schiavi”. Aveva ragione da vendere. Credere nella vita è da ottimisti e l’ottimismo, in un periodo di crisi profonda e irreversibile, è viltà, idiozia, cecità, assenza di coscienza.
Se il mondo volge al peggio e non esistono possibilità per arginare la cosa, non resta che sabotare il meccanismo. Altrimenti, si fa come lo schiavo nero che, nella piantagione, si mette a procreare dando nuovi piccoli servi al suo padrone.
Esiste sempre, in ultimo, una possibilità di azione effettiva: distruggere. E se non si può costruire, quella è la sola via. Sartre dice che, anche al campo di sterminio, io sono un uomo libero. Non libero, come nel sogno, di fare ciò che mi pare, come ad esempio volare via. Libero di una libertà estrema: gettarmi contro il filo spinato elettrificato per dire che “no, non sopporto il dolore inflitto a me e ai mie fratelli”. Al contrario, chi resta decide di perpetrare la vita a ogni costo, un costo palesemente assurdo.
In ultimo, chi ce lo fa fare di lottare per un popolo che resta a guardare? Fosse per me, sarei sceso in piazza con un esercito di persone per fermare lo scempio generale, ma ciò mi è impossibile. Nessuno mi seguirebbe. Se a loro va bene un futuro di chincaglieria cinese tutta a un euro, con un genitore uno e due, didattica a distanza, mascherati come dei dementi… Che vi devo dire? Cazzi loro. Ma non mi avranno.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Mussolini disse anche ‘se le culle son vuote la nazione invecchia e decade’. Finché si è oppressi si può essere sopraffatti dal pessimismo, ma se sono i capaci del momento a dover combattere chi ne continuerà la lotta domani? Figli ce ne vogliono, militi ce ne vogliono, cuori e cervelli ce ne vogliono. È un futuro che ci vuole. Spesso ripeto a me stesso: immaginare è necessario, sognare ci urge!
intellettualmente hai ragione. a livello pratico no: così ci si arrende. e ci si estingue…i “reazionari” dovrebbero farne più di tutti, come fanno gli islamici per islamizzare…