I LETTORI? GENTE CHE CONFONDE UNA SCRITTRICE DEL MOVIMENTO “CANNIBALE” CON UNA MANGIATRICE DI CARNE UMANA (di Matteo Fais)
Se volete capire il livello del lettore medio in Italia, non avete che da andare su Facebook, entrare nella pagina di un quotidiano qualsiasi, specie sotto un titolo vagamente ambiguo o provocatorio, e potrete constatare con i vostri stessi occhi.
Provate per esempio, giusto per fornire un suggerimento ad hoc, a rintracciare l’intervista a Isabella Santacroce, un nota scrittrice, appena tornata in libreria, con un romanzo intitolato Magnificant Amour (il Saggiatore). Proprio l’altro giorno, a tal proposito, è stata sentita da “La Repubblica” – giornale che, saltuariamente, fa anche qualcosa di buono, come in questo caso.
Il titolo del pezzo era: “Sono cannibale e ne vado fiera”. Nel lancio del pezzo, sui social, stava scritto: “Dopo quattro anni di silenzio, nessuna intervista, la scrittrice Isabella Santacroce torna a raccontarsi, mentre esce un nuovo libro”. Per una persona con una buona terza media, che abbia almeno sfogliato i giornali, dagli anni ’90 del secolo scorso a oggi, dovrebbe essere chiaro. Ma ipotizziamo che a leggere sia un giovane. Anche in quel caso, pur non sapendo niente, uno dovrebbe essere indotto a chiedersi cosa sia questo cannibalismo, leggere il pezzo e – SE PROPRIO NECESSARIO – commentare.
Niente da fare! In tanti ignoravano di un movimento letterario, della fine del millennio scorso, denominato dei “Cannibali”, con esimi esponenti, quali ad esempio Aldo Nove e la succitata. Invece di documentarsi, se non altro aprendo il pezzo, in massa sono andati a commentare. Il tenore era del tipo: “pure il cannibalismo se sdogana mo’? Che altro ce manca?”; “Una grande Lecterata!”; “Questa ha un pusher bravissimo”; “Sono tre etti di braccio, che fa? Lascio?”. Insomma, ci sono cascati. E non sono stati i soliti: persino illustri personaggi di cultura, spesso presenti in televisione e dediti a risvegliare le masse dal torpore turbocapitalista instillato dal neoliberismo hanno subito colto la palla al balzo, riportando lo screenshot del pezzo con il commento “In effetti, a completare il quadro mancavano giusto i cannibali”. Tra parentesi: non uno che abbia pensato, con un minimo di razionalità, che il cannibalismo è proibito, quindi, se qualcuno dovesse dichiarare pubblicamente di praticarlo, verrebbe immediatamente arrestato.
Ecco, questi sono i lettori, questi gli Italiani che tuonano contro la nefasta influenza degli “amerikani con le loro passsssiii miliktari su todo los territorio nasssionale che ci rubano la suvvvraaanitate”. Questa è la gente che, appena hai postato un articolo – che tra scrittura, revisione, ecc., ha richiesto ore di lavoro – , si fionda a commentare, a dirti “skiavo dei Poteri Forti, delle multinazionali e dei nasoni ebrei”.
Ma direte voi che si tratta di un’esagerazione, al limite di un misunderstanding, di una leggerezza da social. Un cazzo! Questa gente ragiona così anche nella vita quotidiana. Ma, soprattutto, questa gente è reale. È l’impiegato a cui affidate una pratica, lo sportellista a cui chiedete cosa fare per ottenere un aiuto, la ragazza che abbordate nel locale, vostra madre, vostro zio, insomma persone che materialmente potrebbero influenzare con la loro idiozia lo scorrere di un’altra esistenza, magari facendovi fare un errore che vi costerà mila e mila euro, o dicendovi di prendere la pillola quando non è vero. Sono cittadini senza coscienza che potrebbero decretare il vostro successo o fallimento, per ipotesi dicendo a un amico “C’è una scrittrice, tale Isabella Santacroce, che ha dichiarato di consumare carne umana, dobbiamo boicottarla”. Pensate un padre che ripetesse qualcosa di simile al figlio e gli ingiungesse di non acquistare il testo in questione – di un’autrice che, peraltro, è mirabile.
Ecco perché è necessario capire che i social sono un gigantesco inganno. Chi ha successo in quella selva oscura, salvo rarissime eccezioni, sono solo soggetti che fomentano odio e maldicenze, tesi strampalate senza alcuna prova concreta a loro sostegno. Dalla Ferragni al complottista medio non cambia molto: ognuno vende al suo pubblico l’illusione di cui questo ha bisogno, che si tratti di moda come di beneficienza, passando per il fantasma dei Poteri Forti che manipolerebbero chiunque, salvo il complottista e i suoi follower. Non è un caso che la stessa Santacroce abbia spesso meno like di questi e sia certo meno nota al grande pubblico rispetto a molti di loro, malgrado la sua sia una prosa eccezionale.
Inutile dilungarsi, i social avrebbero potuto essere una grandissima opportunità democratica, ma la democrazia, per essere realizzata, necessita di consapevolezza e sapere. È palese che non ve ne siano, almeno sullo Stivale, i presupposti. L’unico aspetto positivo, per chi abbia un minimo di sale in zucca, è che gli idioti si manifestano facilmente, senza necessità di alcuna indagine approfondita.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).