L’EDITORIALE – AMICI DI DESTRA, BASTA PRETENDERE SCUSE DA SINISTRA E GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTÀ (DI DAVIDE CAVALIERE)
Quando dei “manifestanti” aggrediscono la polizia e minacciano dei civili non è una protesta. È un attacco. Quando politici di sinistra difendono, esaltano, legittimano i colpevoli di violenze politiche e tentano di perseguire gli innocenti, non è libertà d’espressione. È un attacco. Quando i progressisti fanno della razza un problema, anche quando, chiaramente, non è un problema, siamo di fronte all’ennesimo attacco. Quando i bianchi sono considerati colpevoli prima del fatto e i neri innocenti anche dopo che i fatti accertano la loro colpevolezza non è antirazzismo, è un attacco alla legalità. Quando Gabriele Muccino, il regista, non fa più neanche finta e dice sostanzialmente che Salvini se l’è meritata l’aggressione di cui è stato vittima, siamo anche oltre l’attacco – è vera e propria istigazione. Tutti questi sono esempi della lotta calcolata che la sinistra conduce contro l’Italia, la civiltà, la ragione.
“Niente giustizia, niente pace” è il grido dei linciaggi fisici, verbali e culturali dei progressisti. Significa “La nostra idea di giustizia deve essere applicata, altrimenti sarà guerra, tanto nelle piazze reali quanto in quelle virtuali”. Questa è l’agenda della sinistra: guerra totale al nemico politico attraverso nuove tecniche di “decomposizione dell’anima”, come insegnava la Stasi.
L’obiettivo dei nuovi giacobini è trasformare radicalmente il Paese. “Se non possiamo rivoluzionare la società, allora la bruceremo”, questa la loro l’oscura promessa in ogni tempo e luogo.
I conservatori devono smetterla di assumere il solito atteggiamento passivo-piagnone. Devono capire che appellarsi alla realtà e alla ragione è inutile. Gli unici fatti che contano, per i progressisti, sono quelli che giustificano i loro attacchi. Impiccherebbero Salvini se potessero e lo farebbero senza remore. Scioglierebbero le giurie oneste e getterebbero via anche la Costituzione, in modo che possa trionfare la “giustizia rivoluzionaria”, ovvero il linciaggio.
Ogni volta che un capo della destra viene aggredito, un banchetto distrutto, una sede vandalizzata o qualche militante riempito di botte, i conservatori dovrebbero evitare di implorare delle scuse che non arriveranno mai o reagire con la solita frase fatta: “ecco, i veri democratici”. Non serve a nulla invocare rispetto e tolleranza contro i pronipoti delle Brigate Rosse, della P38 e della Hazet 36, la chiave inglese con la quale i gruppi di Avanguardia Operaia rompevano il cranio ai missini.
Ogni qualvolta la sinistra minaccia l’esistenza della destra, quest’ultima non deve subire debolmente, come se avesse interiorizzato la propria inferiorità antropologica e morale. I conservatori e i patrioti devono rispondere colpo su colpo, al fuoco col fuoco. L’obiettivo della destra dev’essere uno solo: non fare prigionieri.
Davide Cavaliere
Totalmente d’accordo, basta baci e sorrisi, Ci hanno dichiarato guerra e dobbiamo difenderci.