L’AMERICA CHE CADE A PEZZI POTREBBE RILANCIARE TRUMP (di Matteo Fais)
L’America è nella merda fino al collo, almeno in certi posti, prevalentemente dove a governare è la Sinistra progressista. Ne dà notizia anche il “Wall Street Journal” che racconta di una San Francisco ridotta ai minimi termini, in cui la droga circola più del pane, le strade sono invase dai barboni e nessuno fa niente. Lo spaccio è stato depenalizzato e, se un senza tetto risulta malato di mente, lo Stato non lo può neppure prendere in cura contro la sua volontà, grazie alle solite idee malsane di normalizzazione imposte da una certa parte politica.
Il risultato del buonismo è sotto gli occhi di tutti. Cercate su YouTube e troverete centinaia di video amatoriali di gente che riprende il degrado, il quale ovviamente pesa unicamente sui privati cittadini e le persone per bene. Chi ha un’attività, se gli cagano di fronte al negozio, non può reagire. Una signora che si è permessa di farlo, con una secchiata d’acqua, è stata ripresa e insultata sui social, minacciata di morte, perché contrariamente a quel che credono gli invasati antiamericani, oltreoceano non regna un pensiero di Destra ma, come in quasi tutto l’Occidente, la follia progressista della Nuova Sinistra – che è nuova sempre e solo per modo di dire, avendo unicamente mutato i mezzi per imporre il suo pensiero.
Purtroppo, in politica bisogna essere più realisti del Re, è dire tanto peggio tanto meglio. La Destra ha un unico modo per conquistare il potere ed è lasciare che il malessere aumenti, fino a divenire insopportabile. Chi ha qualcosa da perdere reagisce sempre cercando di salvare il salvabile.
In ultimo, solo il disagio muove le sorti politiche di un Paese. La gente, finché può, preferisce la comodità dell’apatia e dell’indifferenza. Non è cinico dirlo, ma finché non ti violentano la figlia, non ti derubano il negozio e via crescendo nell’orrore, quella dello struzzo resta la strategia più diffusa. Il male si incrementa per l’ignavia delle masse e solo quando questo raggiunge un livello intollerabile è possibile una qualche reazione.
L’America è un Paese difficile, immenso e variegato, per molti versi folle, che ha attraversato tanti cambiamenti e resta comunque il più forte e temuto. Non è sciocco pensare, dunque che, anche in tale contingenza, troverà una soluzione e questa non può che essere, sempre rimanendo nell’ambito del realismo estremo, in Mr. Trump.
Alla fine, l’ex Presidente è l’ultimo baluardo del vecchio mondo nel nuovo, di un capitalismo a stelle e strisce orgoglioso, ancorato a dei valori, poco incline alla correttezza lessicale e ai beni morali, per guardare al concreto: “da mangiare ce n’è, o abbiamo solo l’ennesimo disoccupato prossimo a finire in strada, a cui rivolgerci con il neutro them, perché non si identifica né in un uomo né in una donna?”. Poche chiacchiere e pensiamo a mettere insieme il pranzo con la cena, a prevalere con le nostre industrie, a far stare decentemente gli Americani.
Certo, si potrebbe fare di molto meglio, ma l’utopia meglio lasciarla ai filosofi. San Francisco puzza, è piena di spazzatura e piscio, di droga e tanta tolleranza del cazzo. Il problema è reale, non metafisico.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Email: matteofais81@gmail.com
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.