FORSE NON AVETE CAPITO PERCHÉ HANNO DENUNCIATO CONTE E SPERANZA (di Matteo Fais)
Urge comprendere un paio di punti. A scuola, non si insegna granché a capire i testi e il politichese giornalistico non aiuta certo a sbrogliare la questione. La gente gioisce sapendo che Conte, Speranza e Fontana sono indagati per la gestione della presunta emergenza covid. Il punto è che molti non hanno afferrato come la denuncia riguardi l’inazione, non la violenza istituzionalizzata delle operazioni che ne sono conseguite.
Le 87 parti offese, cioè i parenti delle persone morte in quei confusi e convulsi giorni di inizio pandemia, li vogliono alla sbarra perché sostengono che, se avessero chiuso tutto, il virus non si sarebbe diffuso e i loro congiunti non sarebbero passati nelle mani del Padreterno.
Riuscite a capire che cosa vorrebbe dire, se dovessero essere giudicati colpevoli? Praticamente, nel caso di una qualsivoglia altra situazione critica a livello sanitario, tempo mezza giornata, e gli Italiani si ritroverebbero chiusi a tripla mandata fino a data da destinarsi. Neanche le sigarette potrete più andare a comprarvi. Questi sono matti furiosi!
Per salvare quattro vecchi – che, sia detto per inciso, sono come tutti noi destinati a morire – ed evitare un po’ di febbre a qualche giovane, questa gente ha letteralmente devastato economicamente e psicologicamente un Paese. Ancora adesso si vedono zombie paranoici circolare mascherati nella strada deserta, anziani claudicanti e incartapecoriti, i quali palesemente faticano anche a respirare, che credono di aver acquistato, con un euro di mascherina, la soluzione per una felice eternità. Meglio ricordare, tra le altre cose, che dello straccetto sanitario non ci siamo ancora liberati, visto che, per esempio, nello studio del medico, continua a essere obbligatorio.
La gente è squilibrata, non pensa alle conseguenze dei propri atti, o spera di fare cassa sui trapassati. Pure dopo aver visto i Cinesi costretti a vivere tra una chiusura e l’altra per anni – persino peggio di noi –, non si capacitano del fatto che stiamo gettando le basi, nella malaugurata ipotesi, perché i governanti ci tengano nuovamente agli arresti domiciliari. Tanto più che questi, nel caso dovessero aver paura di andare incontro a ripercussioni legali, non ci penseranno due volte a tapparci in casa come topi chiusi nella stiva di una nave che affonda.
Purtroppo, come emerge per l’ennesima volta, per quanto non fosse necessario, la maggioranza non si è per niente sentita violata dalla prassi governativa. I lockdown sono stati una vacanza, il vaccino obbligatorio una scusa per l’ennesimo selfie d’ordinanza. Insomma si è trattato di una simpatica avventura di cui dar notizia ai nipoti, da raccontare imitando i nonni che hanno fatto la guerra. Fuor di dubbio, la salute mentale degli Italiani è seriamente compromessa.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.