Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL CASO DI STEVEN TYLER CI SPIEGA PERCHÉ RESPONSABILIZZARE LE DONNE SIA DAVVERO IMPORTANTE (di Matteo Fais)

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La caratteristica fondamentale della libertà umana è quella di mettere costantemente in discussione l’esistenza individuale. Banalmente, ciò che una persona fa oggi, tra un giorno, un anno, o dieci, potrà apparigli assurda, folle, degradante, immorale.

Semplicemente, è il peso della libertà – con tutta l’angoscia che ciò comporta. Il passato resta, è una cosa, eppure ognuno deve scegliere quotidianamente se continuare a perpetrare ciò che è stato fino a quel momento, oppure negarlo.

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Quasi tutti cercano di sfuggire alla drammaticità che una simile dimensione comporta, semplicemente declinando la responsabilità delle proprie azioni. È su questo che si basano le trame assurde imbastite da tutte le denunciatarie del movimento #metoo e il caso di Julia Misley, la donna oramai sessantacinquenne che ha recentemente denunciato il leader degli Aerosmith, Steven Tyler, per violenza sessuale.

La storia vuole si siano incontrati quando lei aveva 16 anni e lui 25, per poi intrattenere una relazione durata ben tre anni. In questo arco di tempo, la donna sarebbe anche rimasta incinta – è sempre fantastico pensare a tutte queste femmine libere che non conoscono gli anticoncezionali –, per poi essere indotta ad abortire dal cantante. Naturalmente la signora dichiara di essere stata vittima di manipolazione da parte dell’uomo, già allora famosissimo, che l’avrebbe ammaliata col suo status.

La cosa interessante, al netto dei particolari della vicenda, è che la contestazione arrivi dopo appena 5 decenni, cosa che ha fatto ridere più di uno. Invero è ben possibile che la donna di oggi senta come umiliante quanto accaduto alla ragazza di ieri, ma ciò non tramuta comunque l’autore di Walk this Way in uno stupratore. I personali ripensamenti di ognuno non possono trasformare un atto consenziente del passato in una violenza da condannare nel presente.

Purtroppo, di casi simili ne è pieno il mondo. Qualche tempo fa, tale Felicity Fueled, pornostar da dieci anni nel business – manco a dirlo, provvista di canale OnlyFans –, decise di raccontare pubblicamente, con un video su YouTube, i suoi controversi filmati per il sito Facial Abuse. Due girati decisamente estremi, tra vomito, sputi, bacchette di batteria inserite nella vagina e altre dolcezze sparse (sul volto).

Il ritornello è sempre lo stesso: ero giovane, non capivo le conseguenze, non ci pensavo, anche se mi hanno detto cosa avrei dovuto fare non lo immaginavo fino in fondo quello a cui sarei andata incontro. Non è mancanza di empatia sottolineare quanto siano ridicole tali motivazioni – o meglio sarebbe dire scuse. Che una nel mondo del porno, a 19-20 anni, sostenga di non sapere a cosa andrà incontro con tutti quei video online vuol dire solo che è un’approfittatrice – altro che “sono stata manipolata” – o la sua equivale all’ammissione di essere incapace di intendere e di volere – ma, allora, va interdetta e portata in una struttura psichiatrica. Più probabilmente, l’oramai trentenne si è resa conto di quanto sia difficile per gli eventuali compagni sorvolare su un passato così ingombrante e ha deciso di giocare la carta della vittima, invece di assumersi semplicemente la responsabilità di ciò che ha fatto, magari cercando di dimostrare di essere cambiata – ma lo è?

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A ogni buon conto, le donne che negli ultimi tempi hanno adottato simili strategie e comportamenti tossici stanno minando alle fondamenta il rapporto di fiducia tra i generi. Avanti così nessuno potrà più fare sesso a cuor leggero. Per gli uomini diventerà normale registrare almeno l’audio dei rapporti, così da tutelarsi contro futuri ricatti – e ciò è ben più che comprensibile.

E l’errore è in prima istanza dei genitori che non hanno avuto la volontà di spiegare ai propri figli che, nella vita, ogni azione avrà le sue conseguenze, che ci piaccia o meno. Altrettanto dicasi dei maschi beta che, invece di chiarire a queste sciroccate il peso di certi atti – si trattasse pure di uscire vestite in un certo modo, pubblicare certe foto su Instagram, o avere un account OnlyFans –, danno loro sempre ragione per paura di non risultare abbastanza amici delle donne, oltre che mossi dal timore dell’accusa di sessismo. Se le femmine non la smetteranno con questi atteggiamenti passivo-aggressivi, i rapporti interpersonali sono destinati al naufragio più totale.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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