CONTRO IL MACHISMO IN ROSA DELLE FEMMINISTE, LEGGIAMO HOUELLEBECQ E GARY, PER RISCOPRIRE I VERI VALORI FEMMINILI (di Davide Cavaliere)
Romain Gary e Michel Houellebecq. Sembra difficile immaginare due autori più diversi. Il primo fu aviatore della France libre durante la Seconda guerra mondiale, al termine della quale venne decorato con la Legion d’onore, poi diplomatico di successo e astemio tombeur de femmes. Il secondo dapprima lavorò come impiegato e, in seguito, divenne scrittore di fama, con una spiccata tendenza all’alcolismo.
Eppure, non mancano le somiglianze. Entrambi, infatti, non usano il loro nome originale. Romain Gary era nato Roman Kacew, mentre Michel Thomas ha adottato il cognome della nonna, Houellebecq. Tutti e due hanno vinto il premio Goncourt (anche se Gary lo ha vinto due volte, una delle quali con lo pseudonimo Émile Ajar), si sono dedicati al cinema con scarso successo e la loro esistenza è stata caratterizzata da una cupa malinconia.
Però, ciò che rende interessante il loro accostamento, è il fatto che, ambedue, aderiscono a un «femminismo normativo», ossia all’idea che i valori siano in un qualche modo «sessuati», come le persone che li esprimono, e che i «valori femminili» siano preferibili a quelli maschili.
Gary, nella sua autobiografia, La notte sarà calma, che appare sotto forma d’intervista fittizia, afferma: «Tutti i valori della civiltà sono al femminile», per poi così proseguire: «voglio ribadire che non c’è mai stato un valore di civiltà che non fosse un’idea di femminilità, di dolcezza, di compassione, di non violenza, di debolezza rispettata… E che si tratti di colei che mi ha dato la vita o di tutte le altre, che sia o meno ossessionato da colei che mi ha sacrificato la vita, affermo che il primo rapporto tra il bambino e la civiltà è il rapporto con la propria madre».
Anche per Houellebecq la civiltà coincide con il trionfo dei valori femminili, che sono esattamente quelli precedentemente elencati, in netta opposizione a quelli maschili della competizione e della volontà di potenza. L’amore, la bontà, il rispetto della debolezza, la dipendenza sono sentimenti che gli occidentali, egoisti fino al midollo, sono ormai incapaci di provare. Come disse Gary: «La merda in cui siamo immersi è merda maschile». Alla radice di numerosissimi mali, entrambi scorgono una virilità perversa, una mitologia del «vincente», che contagia anche le donne. Il femminismo contemporaneo, con i suoi attacchi alla maternità e la sua androfobia, può essere considerato un «machismo» in rosa.
Al termine de Le particelle elementari, Djerzinski dona all’umanità l’immortalità fisica attraverso la replicazione. Gli uomini scompaiono e arrivano gli eterni, probabilmente delle donne, come la Sorella suprema che appare nel romanzo La possibilità di un’isola. Esse salvano il mondo, il nostro mondo, brutale e predatorio, perché sono capaci di bontà, disposizione d’animo impensabile in questa epoca.
Insomma, se l’umanità vuole salvarsi, deve, per così dire, femminilizzarsi. Anche Romain Gary lo afferma, sebbene in modo meno fantascientifico: «E fino a che, riguardo alla Francia, non si vedrà una donna incinta parlare dagli scranni dell’assemblea nazionale, be’, si sentiranno solo menzogne! L’assenza dell’impronta femminile all’interno del mondo politico è spaventosa… perché, a ben vedere, le idee prendono corpo e forma tra le mani; prendono la forma, la delicatezza o la brutalità delle mani che danno loro corpo, ed è ormai venuto il tempo che le idee siano raccolte da mani di donna».
Il rifiuto dei valori femminili è una delle cause degli orrori, piccoli e grandi, di ogni tempo. Da Goering che, al processo di Norimberga, ribadisce il suo disprezzo per i «valori umanitari effeminati» fino ai seviziatori del collegio rappresentati nel più famoso romanzo di Houellebecq.
Il mondo dei valori maschili è una discarica ricolma di orrori, dal quale merita di essere salvato solo chi «pratica il pensiero d’amore, […] non uccide né pensa di nuocere, […] non cerca di farsi valere umiliando il prossimo». Per dirla con Gary: «Gli uomini veri, i duri, si trovano ovunque, ma sono gli altri, gli innocui, quelli incapaci di fare del male a una mosca, in una parola ai deboli, a salvare l’onore».
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.
Bellissimo articolo, condivido pienamente. Questi valori fanno trascendere l uomo, mi riviene in mente il dialogo tra Cristo e Pilato “se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto per me, ma il mio regno non è di questo mondo”, cioè… Non ragiono come voi, con la violenza e la sopraffazione.
Le donne, col movimento del femminismo, si stanno paradossalmente sostituendo agli uomini che hanno criticato, inglobando e scimmiottando la parte peggiore della virilità.
La loro non era una critica, ma una semplice invidia, il desiderio di prendere il posto Dell aguzzino, e non quello di creare un mondo migliore.
il femminismo non è mai stato buono, basta vedere le suffragette con la loro vigliacca piuma bianca, le varie Sanger , ecc , per non parlare della Solanas col suo ” scum ” , che non mi risulta essere mai stato criticato e rigettato dalle femministe.
Anzi, viene letto nelle università.
Chiarito questo, la realtà ci mostra che le donne non sono affatto animate da quegli immaginifici sentimenti descritti nell’articolo.
Peraltro le particelle elementari di Hollequebec è sicuramente un capovaloro nel quale però non sono affatto contenute le lodi al femminile. Le figure femminili non sono migliori di quelle maschili.
Per altro, se noi oggi non ci disputiamo una abitazione con una belva è grazie all’ ingegno del vituperato “maschio”.
Hollequebec non è sicuramente femnminista.
Gary non lo conosco . Se è femminista, peccato ; la mia avversione per i femministi è incoercibile. Predicano bene e razzolano male.