Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

PERCHE’ I MANESKIN NON SONO I QUEEN E ACHILLE LAURO NON E’ DAVID BOWIE (di Franco Marino)

Mi ero ripromesso di non dire più nulla sulla nave affondata della musica italiana ma visto che qualcuno mi provoca chiedendomi come sia possibile che un fan di Freddie Mercury disprezzi i Maneskin e Achille Lauro, rispondo molto semplicemente: proprio perchè ho amato tantissimo Freddie Mercury e, aggiungo, anche David Bowie, trovo insopportabile un sottoprodotto come Achille Lauro.
La prima cosa da dire al riguardo, se non fossimo un paese nelle mani di un gruppo di potere affetto da demenza senile, sarebbe persino inutile. Sarebbe come spiegare perchè la Juventus e l’Ascoli, pur essendo bianconere, non siano la stessa cosa: i tifosi juventini riderebbero. E senza offesa per quelli ascolani, sia chiaro.
David Bowie e Freddie Mercury erano così artisticamente elevati che uno si dimenticava della loro ambiguità. O perlomeno, musica e ambiguità si muovevano sul medesimo binario, al punto da trovare fan anche in chi ha sempre digerito con fatica l’omosessualità come concetto e principio.
Oltretutto, le loro provocazioni erano funzionali al loro ruolo di intrattenitori che comunque come prima cosa erano musicisti.
Se io oggi vado per strada e chiedo a qualcuno di canticchiarmi una canzone dei Queen o di David Bowie, mi vedrò snocciolare Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Starman, Changes, Thursday Child, Hero, la schitarrata flamenca di Innuendo, I want it all, Somebody To Love e tantissime altre. Pezzi memorabili.
Se invece vi chiedessi di cantarmi una canzone di Achille Lauro, avreste bisogno di Youtube. E se qualcuno mi obietta che è ancora giovane, gli ricordo che alla sua età, trent’anni, Freddie Mercury aveva già sfornato successi internazionali che segnarono un’epoca ed Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Laura Pausini erano artisti che già vendevano in tutto il mondo.
Qui il problema non è che manca l’esperienza, manca proprio il talento. Zero voce, zero intonazione, zero presenza scenica, zero musica, zero testi. Tolti tutti i travestimenti, tolta tutta la propaganda gay sottesa al pompaggio della sua figura, sotto c’è il nulla assoluto. E non in senso anatomico, che casomai il problema è di chi, maschio o femmina, va a letto con lui.
Mi riferisco proprio al sottovuoto artistico.
I Maneskin e Achille Lauro hanno bisogno di stupire il pubblico e di fare propaganda perchè oltre i loro travestimenti e le loro provocazioni, artisticamente sono zero assoluto.

Se poi parliamo dell’entità delle loro provocazioni, anche lì non c’è partita. Le provocazioni di Freddie e del Duca Bianco erano rivoluzionarie per l’epoca: essere maschi e uscire vestiti da femmine, con le unghie smaltate, significava autocondannarsi al bullismo, cosa che per la verità avviene ancora oggi, anche se molti naturalmente in pubblico si coloreranno di arcobaleno e fingeranno di credere che l’omosessualità sia solo un diverso orientamento sessuale. Dunque quel vestiario e quelle movenze erano autenticamente anticonformistiche, perchè esprimevano l’esigenza di promuovere una reazione ad un’omofobia imperante che durerà almeno fino agli inizi degli anni Novanta. Freddie Mercury e David Bowie rompevano gli schemi in una Gran Bretagna pruriginosa e conservatrice. I Maneskin e Achille Lauro li accarezzano e dunque li rafforzano in un’Italia bigottamente libertaria e fintoprogressista.

Oggi invece il vero anticonformismo non è essere gay o vestirsi da femmine ma dirsi amanti della figa, definirsi eterosessuali, aver voglia di fare tanti figli, amare la patria, la famiglia, considerare la disforia di genere per quello che è, ossia una patologia da curare – non so come, ma da curare – e non un diverso orientamento, come se la propria sessualità fosse un vestito da indossare o dismettere a seconda dei propri personali capricci.
Nel presunto anticonformismo di oggi, si trova normale che un uomo si vesta da donna e anormale – al punto di sospendere il programma – che una donna faccia la spesa sexy come nel programma della Balivo.
In un Sanremo che cerca di spacciarsi per anticonformista, nessuno ha osato portare una canzone – o nessuno ha osato sceglierla – contro la dittatura sanitaria, contro l’ideologia del pandemicamente corretto.
Quello sarebbe stato vero anticonformismo.

Achille Lauro e Maneskin non sono che soldati della dittatura globalista, unisex, anzi zerosex, che mirando alla distruzione del patrimonio identitario e socioantropologico italiano, vuole realizzare un nuovo, violentissimo conformismo e con tratti che più che avvicinare il libertarismo, assomigliano tremendamente per sistematicità ai più brutali totalitarismi novecenteschi.
Altro che anticonformismo, ma per carità.

FRANCO MARINO

14 commenti su “PERCHE’ I MANESKIN NON SONO I QUEEN E ACHILLE LAURO NON E’ DAVID BOWIE (di Franco Marino)

  1. Molto interessante: hai fatto un riassunto della societa` italiana di oggi, partendo da due cantanti che non sanno cantare, ma sanno solo riciclare un vestito ….

  2. Personalmente non ho assistito alla canzonisauna sanremese. Per i pochi talenti. Con Stima Natale rag. Lonoce

  3. Viviamo in un epoca Decadente nella quale sembrano essere dimenticate le regole fondamentali della creatività positiva. E soprattutto mancano all’appello artisti degni di questo nome .
    Il conformismo sembra essere sempre più l’unico punto focale di questa pseudo sub cultura di regime.

    1. Ho ascoltato qualcosa di questi quattro scappati di casa e il livello delle composizioni e’ tremendamente basso che non si puo’ commentare. Una noia, uno disastro a 360 gradi. Devono avere molti appoggi e calci in culo nell’ambiente musicale italiano

    2. (Senza di te offendere nessuno, perché ognuno ha la sua opinione e io comunque non posso farci nulla) io non conosco Achille Lauro ma i maneskin si, sono d’accordo sul fatto che non sono comparabili di queen, mi sembra anche ovvia come cosa. Ma dire che sono 0 assoluto. 0 assoluto posso essere io che canto sotto la doccia o mio nonno che canta gli l’inno nazionale prima della partita dell’Italia. Ma di certo non lo sono i vincitori del l’eurovision. Sono ragazzi di 20 anni di roma che si scrivono le loro canzoni e le cantano (anche bene aggiungerei). È chiaro che non sono al livello di band che hanno fatto la storia. Ma il ragionamento da te fatto è un po’ come dire che se c’è lo champagne tutti gli altri vini in fondo non sono vini e non mi sembra molto giusta come cosa. Sono paragoni che non stanno né in celo ne in terra. Poi ognuno ha i suoi gusti ma oggettivamente sia Achille Lauro che i maneskin cantano non così male, è nel caso dei maneskin dato che me ne intendo di più hanno anche dei bei testi è molto significativi almeno per me. Io credo che degli 0 assoluti non sarebbero potuti arrivare così in alto, anche se ci sono state volte in cui è stato così (come carote a x factor i cose così) è vero che la nostra società fa avere visibilità alle cose più stupide ma non credo proprio sia questo il caso. Non ti conosco però mi sembra che tu non conosca molto bene i maneskin e sia abbastanza chiuso sull’idea di conoscerli ma penso che tutti se ascoltaste delle canzoni come torna a casa, recovery, fear for nobody, parole lontane, altra dimensione e tante altre potreste cambiare idea. La mia opinione non conta molto dato che sono una dodicenne fan dei maneskin ma da componente della nuova generazione credo che gli oc i vadano aperti non solo per vedere le cose diverse e secondo alcune persone sbagliate perché non come allora, magari aprirli per vedere le cose innovative, nuove, diverse ma in senso buono. Gli ultimi sono stati anni di rivoluzione e di sviluppo. È chiaro che lo sviluppo contiene anche cose non tanto belle ma prima di giudicare a volte bisognerebbe giudicare senza sapere bene cosa si dice. Non parlo di te in particolare, mi riferisco a molte persone. Di fatto mi sembra molto azzardata è esagerata come affermazione

  4. Devo dire che esprime in modo chiaro il male identitario della nostra società. Grazie per avere avuto il coraggio di scriverlo.

  5. Parole Sante !!!
    Possibile che la nostra Società si azzeri così?
    Questi sono i frutti del nostro livello medio culturale ?
    Se é così:

  6. Nn sono assolutamente d accordo..Nn esiste fare paragoni visto che si parla di epoche diverse..voi potete pensarla come volete ma il mondo va avanti ..Achille è un grande cantante e artista ..come lo sono la banda che ha vinto s remo..se tu ed altri siete solo capace di criticarli è un vs problema..E vi parla una che ha 62 anni nn 20 ..E che canticchio me ne frego di Achille e mi piace molto..E ripeto senza presunzione che possano essere come i tuoi beniamini che resteranno sempre nella storia..ma ripeto il mondo deve andare avanti nonostante i vecchi ..

    1. Chissà come mai però tanti grandi della musica italiana e non, hanno fatto i complimenti a questi ragazzi, riconoscendo il loro talento nel creare loro stessi testi e musiche. Segno di una Italia e di una Europa che vuole cambiare, stanca sempre della vecchia stessa musica.
      Non conosco chi ha scritto questo articolo, ma è chiaro che, indipendentemente dai propri gusti musicali, di musica non se ne intende.

  7. Non sono d’accordo sulla sottolineatura finale della dittatura globalista e di quel che segue; significherebbe avere un’idea o, se vogliamo, una visione del mondo. Qui siamo in presenza di una semplice operazione commerciale fine a se stessa, di “musicisti” autentici quanto il Chianti fatto in California. Che in Italia abbia successo simile paccottiglia non mi stupisce… Anzi, lo trovo normale (purtroppo).

  8. Tristemente e in fondo incredibilmente vero. Non si riesce a spiegare il vuoto assoluto della musica italiana.
    Per il resto… con tutto l’amore possibile per Freddie Mercury, David Bowie si colloca in un’altra dimensione, rispetto a chiunque.

  9. Condivido in pieno. L’abisso delle qualità compositive che separa i soggetti che hai esposto dovrebbe, da solo, creare imbarazzo ai dirigenti che credono di interpetrare i gusti del pubblico italiano.

  10. Ma c’e’ bisogno di spiegare che i Maneskin non sono i Queen?
    E’ come paragonare Danilo Gallinari con Michael Jordan.

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