LA SPIGOLATRICE DI SAPRI E LA LOTTA DELLA SINISTRA CONTRO LA BELLEZZA (di Maria Esposito)
La polemica che miss incompresa 2021 (ma anche di tutti gli anni precedenti), ossia la (dis)onorevole Laura Boldrini, ha creato sulla nuova statua della spigolatrice che da pochi giorni abbellisce, e mai verbo fu più azzeccato, la piazza principale di Sapri rappresenta senza dubbio, oltre che un omaggio alla famosa poesia del Mercantini, una chiara e lampante prova, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto la sinistra sia, oltre che ottusamente conservatrice, nemica del bello. Anche se non lo ammetterebbero nemmeno sotto tortura, infatti, dove il comunismo è arrivato al potere ha dato mostra di essere più puritano di una dama vittoriana e ha ridotto l’arte a mero strumento di propaganda. Il risultato, Unione Sovietica e DDR docent, furono un’arte di regime a dir poco orrenda e intere generazioni di artisti che emigrarono in Occidente per poter godere dell’agognata libertà di espressione. Nessuna meraviglia, dunque, che l’attuale sinistra reagisca di fronte ad un’opera, libera espressione dell’artista e della sua creatività, in una maniera degna dei talebani, ossia chiedendone la rimozione in quanto impudica e sessualizzata. Come se la sessualità non facesse parte del corpo e dell’animo umani. Soprattutto, non deve stupirci che la sinistra censuri un artista che, parole sue, è amante del corpo umano, della sua bellezza. Perché l’amore per la bellezza, la ricerca del bello, sono ciò che distingue l’essere umano dagli animali, il mezzo attraverso il quale gli uomini di ogni etnia e cultura si elevano spiritualmente, prendendo coscienza della propria intelligenza e delle proprie potenzialità. E sotto sotto, ma forse non tanto sotto, è questo che la sinistra, come tutti i totalitarismi, teme: un popolo che non sia solo massa.
MARIA ESPOSITO