x COVID E DEBITO PUBBLICO: I PAESI EUROPEI VANNO INCONTRO A UNA CRISI DEBITORIA DI TIPO AFRICANO? (di Maria Esposito )
Quando si parla di crisi covid e di sue conseguenze future si trascura a mio avviso molto spesso di consultare la storia: cosa è successo, quando un popolo è stato indotto ad accettare prestiti in denaro di considerevole entità per fare fronte a una crisi?
Indizi ci vengono dalla storia più recente, in particolare dell’Africa postcoloniale. Negli anni sessanta, infatti, le nazioni africane ottennero una dopo l’altra l’indipendenza. A seguito di questo processo di decolonizzazione si vennero a creare nuovi stati, i quali furono indotti ad aprire robuste linee di credito, denaro che in teoria sarebbe dovuto servire per mettere in piedi sistemi di welfare degni di questo nome. Dopo pochi anni, però, i creditori esigettero dai neonati stati il pagamento dei debiti contratti, a cui solo il Burkina Faso di Thomas Sankara oppose un netto rifiuto, pagato dallo stesso Sankara con la sua vita. Da quel momento in poi, le nazioni africane entrarono in una spirale di inflazione, miseria e violenza da cui ancora non sono uscite, spirale della quale hanno approfittato multinazionali europee e statunitensi, guarda caso riconducibili agli stessi organismi internazionali e istituti di credito che avevano in mano il debito pubblico africano.
Oggi, quasi tutti gli stati europei hanno debiti francamente insostenibili, tenuti in piedi solo dalla BCE a colpi di quantitative easing. Le ulteriori linee di credito, quali il mes, che in teoria dovrebbero servire a fare ripartire le economie europee dopo la crisi del covid, ricordano pericolosamente i crediti connessi con estrema facilità alle nascenti nazioni africane, con le quali in teoria si sarebbero dovute porre le basi per lo sviluppo di quel continente, e che si sono rivelati invece la rovina dell’Africa. Basterebbe infatti anche solo la minaccia di domandare la somma indietro per creare un clima di sfiducia, per la verità meritatissima, circa la solidità del debito pubblico europeo, con conseguente e devastante crisi finanziaria.
Ma forse è meglio così: una crisi di entità colossali farebbe infatti finalmente crollare il castello di carta del falso benessere europeo, chiarendo finalmente a tutti che non esistono pasti gratis che non abbiano la funzione del formaggio nella trappola per