Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA PANDEMIA VOLGE AL TERMINE MA NIENTE SARA’ PIU’ COME PRIMA (di Franco Marino)

Se immaginassimo una coppia percorsa dal tradimento, capiremo che anche a fronte di un perdono più o meno convinto, le cose tra i due non saranno mai più come prima. Il traditore vivrà in un perenne senso di colpa – del tutto transitorio, dettato più dall’autoricatto morale e dalla paura di perdere la persona amata che dall’effettiva consapevolezza delle ragioni che lo hanno portato a tradire – e il tradito vivrà in un perenne stato d’allerta, sempre dubitando delle parole del partner. La logica e il buonsenso vorrebbero che traditore e tradito si seggano a tavolino e si interroghino ciascuno sulle proprie colpe ed è di solito questo e solo questo che può salvare quella coppia. Ma un alone che cambierà per sempre quella coppia si avvertirà sempre.

Questo ci porta al reale argomento dell’articolo espresso nel titolo.
Che sia un professionista o un semplice osservatore improvvisamente assurto agli onori di una rivista come questa che decida inopinatamente di dargli fiducia, nessun commentatore può pretendere di astrarre le proprie analisi dalle proprie più intime sensazioni. La mia personale percezione è che la pandemia si avvii al termine. Convinzione peraltro suffragata anche da alcune personalità del mondo della scienza che parlano di fine della pandemia verso Luglio. Naturalmente, se questo sarà confermato dai fatti, di fronte a questa realtà si può reagire in due modi: facendo spallucce e fingere di credere che, dal momento che la pandemia si concluderà, tutto tornerà come prima oppure continuare a rimuginare, a capire cosa sia davvero successo, cosa potrà accadere in futuro.

La pandemia quando si concluderà lascerà un paese molto più indebitato di prima, con un tasso di disoccupazione salito alle stelle e un PIL crollato alle stalle, con moltissime imprese che hanno, per sempre, chiuso i battenti. I mercati di fronte ad una situazione del genere potrebbero, in qualsiasi momento, provocare un’autentica tempesta finanziaria che manderà a carte quarantotto il gigantesco schema Ponzi su cui si regge l’intero sistema occidentale. Ma questo, che pure è gravissimo, è niente rispetto alle conseguenze antropologiche che questo diluvio universale ha provocato.
Ad essere emersa è la realtà di un’umanità divisa in due. Quelli che hanno tifato per il lockdown e che hanno sputato su tutti quelli che volevano ripartire perchè ne andava del proprio lavoro. Chi ha ritenuto di sacrificare i propri diritti sociali e civili, pretendendo anche negli altri questa rinunzia e chi invece ha ritenuto di voler, comunque, vivere, anche non sottovalutando questa minaccia.

I due schieramenti hanno dato vita ad una guerra civile fredda che ad un certo punto sarebbe diventata calda, se ambedue avessero avuto le armi del caso. E non sarà certo la pandemia a mettere fine a tutto questo. Perchè un tessuto sociale è come un matrimonio allargato. Funziona fin quando una delle due parti ha fiducia nell’altra.
Quello che è accaduto, ha segnato una frattura che non verrà ricomposta soltanto perchè ora, forse, la buriana che ha sconvolto l’umanità cesserà e tutto tornerà – ma solo in apparenza – al suo posto, magari in attesa di un’altra tempesta.
Le costanti produzioni di adrenalina hanno modificato per sempre il nostro cervello, rendendoci più cattivi, più aggressivi. Ci hanno fatto scoprire cose di noi stessi e di chi ci circonda di cui forse non avevamo mai preso coscienza prima. Ognuno di noi ha subito almeno una di queste perdite: persone care scomparse per le conseguenze strutturali e sociali provocate dal covid, amici perduti per colpa del criminale disegno della politica di metterci gli uni contro gli altri, perdita del lavoro e dunque della dignità.
Chi ha ritenuto di sequestrare per un anno e mezzo le libertà fondamentali di tante persone ha, con queste, aperto un conto che non si chiuderà mai e che prima o poi verrà esatto. Lo stato, attraverso le sue organizzazioni più o meno ufficiali, ha tradito il primo fondamento su cui si basa la propria essenza: la protezione sociale. E si è schierata contro una parte di cittadinanza, ritenuta il capro espiatorio perfetto a cui far scontare le proprie deficienze.
Non ci sarà recovery fund che tenga, non ci saranno elargizioni popolari, riaperture, gentili concessioni che possano riparare il danno che è stato provocato, il furto di vita che è stato perpetrato e di cui si è resa complice una parte del paese.
Chi doveva capire, ha capito. Per sempre.

FRANCO MARINO

Un commento su “LA PANDEMIA VOLGE AL TERMINE MA NIENTE SARA’ PIU’ COME PRIMA (di Franco Marino)

  1. Sì è gonfiata un’ emergenza sanitaria seria ma non drammatica e adesso si cerca di sgonfiare un’ emergenza economica dannatamente grave dicendo che tutto si sistemerà. Un paio di palle ! La libertà non serve a un cazzo quando non hai soldi

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