L’EDITORIALE – RISPOSTA A SILVANA DE MARI – “CARA DOTTORESSA, SE LA SINISTRA SPADRONEGGIA, È SOPRATTUTTO COLPA NOSTRA” (di Matteo Fais)
Gentilissima Dott.ssa De Mari,
la seguo, la leggo, mi emoziono per le sue parole e dunque, seppur brevemente, mi permetto di ringraziarla, in prima istanza, per la sua dedizione alla causa e il coraggio dimostrato negli anni. Non tutti riescono a sopravvivere psicologicamente agli attacchi della Sinistra. Lei c’è riuscita. Onore.
Le scrivo, però, per discutere le sue posizioni espresse l’8 febbraio di quest’anno in un articolo, su “La Verità”, relativo all’egemonia culturale del fronte progressista ed ex comunista. Naturalmente, sottoscrivo tutte le sue considerazioni. Come ho detto in decine di articoli – che certamente non hanno avuto la risonanza dei suoi –, la Sinistra è soprattutto un metodo di conquista del potere. Può nascere marxista e morire liberal, più o meno come noi vediamo mutare nel tempo i nostri tratti somatici o ingrigire i nostri capelli, ma sempre primeggiando e tenendo le redini del vero potere che conta, quello che si nasconde entro le case matte del potere (scuole, università, pubblico impiego, cultura). Ecco, spiegato come riescano a imporsi persino quando perdono le elezioni.
Ma non è ancora questo il punto che desidererei portare alla sua attenzione, Dottoressa. L’egemonia culturale degli avversari è un dato di cui potremmo limitarci a prendere atto. Urge però un serio esame di coscienza da parte nostra, da tutta quella porzione di società civile che potremmo genericamente chiamare “la Destra”. Onestamente, noi cosa abbiamo fatto per limitare, arginare e contrastare l’avanzata della Sinistra? Diciamocelo sinceramente, niente. Non parlo di lei, sia chiaro. Mi riferisco a quella che un tempo si soleva denominare “maggioranza silenziosa” e che decretava la vittoria di forze quali lo Scudo Crociato e via dicendo.
Dottoressa, noi ci siamo limitati al silenzio, a barrare una casella sulla scheda elettorale, nel segreto dell’urna in cui “Dio ti vede, Stalin no”. Ma il silenzio, lei mi insegna, è ignavia e sfocia come niente in concorso di colpa.
Non si può sempre tacere. L’esistenza è conflitto e la guerra è madre di tutte le cose, come insegna la saggezza antica. Mentre loro propagandavano, strillavano e più di tutto instillavano nelle giovani menti il loro Vangelo di ottusa e forsennata obbedienza, noi che piano portavamo avanti? La sopravvivenza più meschina.
La scuola è loro, ci dicevamo, l’università pure, la cultura non ne parliamo. Con un’alzata di spalle, ci sollevavamo da ogni colpa, limitandoci a constatare con mesta rassegnazione.
Non abbiamo neppure mai fondato una nuova narrativa, o poesia, dopo i fasti del passato. Dacché Raboni, sul “Corriere” (https://www.barbadillo.it/2776-cultura-quando-giovanni-raboni-sul-corriere-scriveva-i-grandi-scrittori-tutti-di-destra/), ci riconobbe di aver avuto dalla nostra le migliori menti del passato, ci siamo adagiati sugli allori, trastullandoci di stolto compiacimento. E siamo ancora lì, tra Evola e Céline. Non sappiamo neppure se possiamo annoverare tra i nostri Michel Houellebecq, una delle migliori penne reazionarie a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio.
Sono decenni che andiamo avanti così, magari spingendoci a dire, come fa lei, che Sartre e Pasolini erano in fondo mediocri e considerati solo perché di Sinistra – me lo lasci dire, non sono minimamente d’accordo. Che poi, chi abbiamo noi da contrapporre loro? Chi sono i nostri intellettuali, artisti, filosofi?
Dottoressa, la Sinistra è furba come il demonio in persona, ma i furbi esistono perché ci sono i fessi e ho timore che nel novero di questi ultimi si trovi in massima parte gente di Destra. Siamo pochi, mal amalgamati, a scornarci l’uno con l’altro e abbandonati a livello economico da quelli che dovrebbero essere i nostri politici di riferimento.
Mi dica dunque, cara Silvana, di chi è la colpa? I progressisti edificano l’impero, noi siamo sbandati senza casa. Se non opponiamo una forza culturale uguale e contraria a quella degli avversari, soccomberemo miseramente, mentre i Modena City Ramblers ci suoneranno un requiem etnico-partigiano. Facciamo qualcosa. Ha ragione il Sartre di L’Essere e il Nulla, “in guerra, non esistono vittime innocenti”.
Con stima
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Non credo che Silvaba De Mari non sappia.
Comunque avete 60 milioni di ragioni a dirlo, ve ne do atto.
Sapete benissimo come i pochi che, come me che andavano alle manifestazioni, venivano tacciati, anche se mi ritengo fascista e darmi del fascista mi ruempie di orgoglio, ma negazionista e complottista non mi sta proprio bene, perché u negazionisti stanno al potere e ci negano libertà di scelta, libertà di movimento, libertà di parola. Anche i complottisti sono sempre loro perché complottano contro la nostra Patria in favore della finanza globalista criminale.
Condivido molto, come sempre, ma non tutto. Anche perché, come diceva quel delinquente di Churchill, “se due persone sono d’accordo su tutto, solo una di esse sta pensando”. Noi reazionari e tradizionalisti siamo sì ai margini, ma perché ci hanno spinti ai margini dal 1945. Da allora, occupando man mano case editrici, redazioni di giornali e poi televisioni, la mafia progressista ha messo al bando e ostracizzato chiunque volesse fare un discorso lontano dal Pensiero Unico che propaganda come l’unico accettabile in una cosiddetta società democratica. Provati a scrivere un articolo che critichi l’accoglienza sconsiderata dell’immigrazione, l’indulgenza scriteriata per i delinquenti, la promiscuità orgiastica dei generi sessuali e la compravendita di embrioni, uteri e grembi materni. Vieni bollato come “fascista” o “sovranista” (al che io rispondo: “adulatori”) ed esiliato dagli spazi di espressione. Neppure arrivi al grande pubblico, e se ci arrivi vieni aggredito, le tue parole deformate ad arte per farti apparire odioso e persino le tue azioni grossolanamente ma perversamente deturpate presentandoti come il Male (l’hanno fatto con Trump, e con successo, vedi bene se si sbagliava Donaldone a chiamarli “presstituti”). Quindi cara grazia se ti resta uno spazio virtuale come questo dove esprimerti di fronte ad un uditorio ristretto, e per questo (ancora) tollerato. E poi Sartre, oltre che un uomo squallido, era uno scrittore pedante, che cavalcò il Partito Comunista come meglio non si poteva per fare carriera. Neppure i tedeschi gli fecero nulla, vedi te che concetti dirompenti poteva aver espresso…