USTICA, QUARANT’ANNI DOPO L’ANTICOMPLOTTISMO DI SEMPRE (di Franco Marino)
Ho sempre avuto un po’ di imbarazzo ad esprimermi su vicende accadute quando io ero troppo piccolo o non ero neanche nato.
Io non so se ci sia la mano degli americani, non ho le prove, non ho l’autorevolezza per esprimermi. Ma posseggo il senso della logica che mi permette di scorgere le fallacie dei tanti commentatori professionali o dilettantistici, giornalistici o socialari che si possono leggere in questi giorni di celebrazione di questo triste anniversario.
Un post tra i tanti mi ha colpito, che recita così, ne traggo un pezzo: “La reticenza dei nostri vertici militari non è quindi dovuta a “sudditanza” nei confronti della NATO, ma alla necessità di coprire il nostro doppio gioco. Non si tratta di supina “fedeltà” all’alleato, ma, al contrario, della nostra “infedeltà” all’alleato”.
Ora, posto che sulla infedeltà degli USA si potrebbero scrivere trattati, a partire da tutto quello che sta accadendo nel mondo – e che nasce semplicemente dalla decisione (peraltro legittima dal punto di vista degli interessi americani) di riprendersi settant’anni di finanziamenti a babbo morto, dovuti unicamente alla paura che l’Europa si facesse sedurre dalla narrazione sovietica, non meno perniciosa – dicevo, posto quanto sopra, quello che mi ha sempre colpito della cultura statunitense è la capacità, che sinceramente ammiro, di costruire un universo valoriale dove il Bene sono gli interessi statunitensi e il Male tutti coloro che si oppongono agli interessi statunitensi e l’enorme armamentario propagandistico costruito per sostenere tutto questo.
Così oggi tutti coloro che aderiscono a questa narrativa credono davvero che Putin ostacoli gli americani non perchè semplicemente voglia difendere gli interessi russi e analogamente Maduro non perchè voglia semplicemente difendere i pozzi di petrolio venezuelani e Jinping non perchè voglia semplicemente evitare che la Cina, calderone multietnico che non si potrebbe MAI governare con la democrazia, torni alle epoche dei signori della guerra. Ma semplicemente perchè sono cattivi, brutti orchi, assassini. Nella testa del filoamericano – e ci crede davvero eh? – Maduro è uno che si sveglia al mattino assetato di sangue, Putin è un massacratore di gay e giornalisti, Jinping è uno che si diverte a zittire tutti mentre i presidenti americani fanno la colazione e la comunione ogni giorno. Dopo settant’anni di influenza statunitense, per tutti quanti, gli americani sono i liberatori, non i costruttori di centinaia di basi militari in tutta Europa, i creditori – mascherati da speculatori solo apparentemente privati – dei debiti sovrani europei e dunque in grado di farci fallire in ogni momento. E dunque i realizzatori di una liberazione, non di un passaggio di proprietà.
Nel considerarli per quello che sono, cioè nemici del popolo italiano e in generale nemici del concetto stesso di sovranità – fatta eccezione quella statunitense, si capisce – dico che se noi vogliamo davvero liberarci, dobbiamo diventare un po’ americani anche noi.
FRANCO MARINO