LE RIVOLTE DI NAPOLI? NIENTE DI BUONO (di Franco Marino)
Da più parti, sapendomi napoletano, mi chiedono cosa ne pensi delle rivolte di Napoli.
In sintesi, niente di buono. Le rivolte sicuramente vedono in piazza la stragrande maggioranza di persone perbene ma sono strumentalizzate ed eterodirette dalla camorra.
Non parlo a caso ma con cognizione di causa. Sono stato un ultrà del Napoli e di quel mondo conosco tutto e tutti. E’ un mondo sporchissimo, dal quale uscii a gambe levate appena mi accorsi degli agganci di molti di quei capibastone con i clan della camorra. Ieri tutti quei capibastone erano lì ad aizzare tanta gente perbene e in buonafede e questo non è casuale.
Ora, se c’è la camorra dietro queste rivolte, vi sono due possibilità: la prima è che la camorra si è sentita infastidita dalle minacce di lockdown di De Luca e colpita in qualche interesse. Buona parte dei profitti della camorra stanno nei vari pizzi più o meno espliciti chiesti alle aziende e se l’economia partenopea va in crisi, va in crisi anche la camorra, elementare Watson.
La seconda ipotesi è quella più inquietante: qualcuno nelle istituzioni, secondo una strategia molto nota a chiunque si interessi di storia sudamericana e di rivolte, sta manovrando le proteste per far scappare qualche morto e avere la pretesa di aprire il fuoco contro i cittadini, intimorendoli, oppure semplicemente togliere altre libertà.
Occorre che tutti quanti, compresi quelli che si sono dedicati ad atti di onanismo di fronte ai gilet gialli, capiscano una cosa importante. Non sono le rivolte a far fuori una classe dirigente, sono le rivoluzioni. Non che io sia contrario alla violenza. Ma la violenza rappresenta la fase finale di una rivoluzione, non quella iniziale.
Le rivolte sono, sempre e da sempre, una strategia per delegittimare la protesta.
Questo sistema va spazzato via. Ma col cervello, non con i colpi di testa.
E dunque no. Non credo alla genuinità delle rivolte.
FRANCO MARINO