Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’ITALIA È ANCORA IL PAESE DI BOCCA DI ROSA E DI TANTI, TROPPI, BIGOTTI (di Matteo Fais)

“Ed arrivarono quattro gendarmi / con i pennacchi, con i pennacchi / ed arrivarono quattro gendarmi / con i pennacchi e con le armi. / Il cuore tenero non è una dote / di cui sian colmi i carabinieri / ma quella volta a prendere il treno / l’accompagnarono mal volentieri” (Fabrizio De André, Bocca di rosa)

Sembra di sentirsela sempre risuonare nell’orecchio quella vecchia canzone degli anni ’60, firmata da Fabrizio De André. E, ancora di più, sembra di essere ogni volta circondati dai soliti 4 gendarmi della morale che, stranamente, sanno sempre cosa avviene di male al paesello e, prontamente, intervengono per ristabilire l’ordine, la disciplina, e più che mai per stigmatizzare i comportamenti discutibili.

La storia è presto detta – anche perché mutatis mutandis è la stessa di sempre, seppur trasposta in una società social. Un’insegnante di scuola elementare, tale Elena Maraga, si è ritrovata messa alla berlina poiché, parallelamente al lavoro ufficiale con retribuzione inferiore a quello della domestica, conduceva l’attività ben più redditizia – almeno a suo dire – di content creator, come la si chiama oggi, su OnlyFans, la piattaforma in cui, per chi avesse vissuto sotto la campana di vetro fino a oggi, le pornostar e le ragazze più libere si dedicano alla vendita di foto e video del proprio corpo nudo, quando non impegnato in interazioni sessuali. La Maestra – è proprio il caso di dirlo –, vistasi ripresa dalla direttrice e dalla comunità dei bravi padri e madri di famiglia, si è subito difesa dicendo che, con 1200 euro, da donna single, non riusciva ad andare avanti.

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

Questo episodio, vecchio come il mondo e triste come la fame degli italiani in illo tempore, ci dà la misura di quanto squallido e meschino sia ancora il nostro Paese dopo sessant’anni da che De André sbertucciava l’Italietta sessuofoba e repressa. Perché, diciamocelo chiaro e tondo, lo Stivale è una terra di sfigati sessualmente repressi, pur dopo decenni di liberazione sessuale, di allupati con la bava alla bocca appena vedono passare un culo, di pettegoli patetici perennemente fuori dalla porta di casa degli altri a spiare per controllare chi entra e chi esce – farsi i cazzi propri, indiscutibilmente, non è mai stato sport nazionale.

In una terra bigotta e democristiana, non poteva che andare così. In una Nazione in cui chi non accetta la povertà è una creatura demoniaca, questa è prassi diffusa, per cui guai se una ha integrato lo stipendio come poteva, senza accontentarsi della solita morigerata minestrina – il cattocomunismo ha fatto danni incalcolabili. Il nostro tradizionalismo peloso e pruriginoso è in agguato a ogni ora, appostato a ogni angolo di strada.

È uscito il settimo numero di “Il Detonatore Magazine” :https://www.calameo.com/read/007748197d5f3a87df468

Naturalmente, tutti sapevano – chissà perché! E mica potevano tenerselo per sé. No, signora mia – “Dove andremo a finire di questo passo!”. Sono andati dalla Direttrice, piantandole un casino, presumibilmente quello a cui non avevano potuto prendere parte. Indignati, certo, erano indignati, ma con un occhio a Google, dopo aver cercato con dita avide “Elena Maraga XXX”. Cristo Santo, che mestizia! Sembra davvero la stessa scena della canzone.

Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare il cattivo esempio, come è noto che tutti i padri di famiglia sognano di farsi la maestra porca, ma non riuscendoci si riciclano moralisti da mercato ittico od ortofrutticolo – non ci vuole Nietzsche qui per fare la loro genealogia della morale.

L’ESORDIO POETICO DI MATTEO FAIS È ACQUISTABILE ALL’INDIRIZZO: http://www.delta3edizioni.com/bookshop/poesia/405-l-alba-e-una-stronza-come-te-9791255141198.html

Ma ti diranno che loro possono, in quanto maschi – pensate a che punto siamo ancora –, che sono queste femmine senza alcuna coscienza a provocare il loro naturale istinto virile – le donne, invece, non devono avere istinto femminile, però, poi, quando non ce la danno, sono fighe di legno.

Ovviamente, questi seguaci della disfunzione tradizionale – altrimenti nota come famiglia tradizionale – non hanno detto nulla sul vero scandalo, ovvero che una donna che ha in cura i nostri figli prenda una cifra non molto dissimile da quella che mette su chi chiede l’elemosina per strada. Ma ciò non sorprenda, è abbastanza chiaro che i conservatori non hanno a cuore di migliorare realmente la società intorno a sé, perché amano troppo la possibilità di dirne peste e corna.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

L’episodio, a ogni modo, ci invita a riflettere sull’affascinante natura adattiva dell’essere umano, specie quello femminile. La donna, avendo vissuto per secoli in una situazione in cui si è cercato in ogni modo di confinarla in una condizione di sottomissione, ha sviluppato tutta una serie di abilità per far sottomettere chi l’avrebbe voluta subordinata. In tal senso, è indubbiamente geniale. Al contrario, l’uomo – o meglio il maschio di oggi – è sempre più una pietosa figura che si accontenta di comprare fotine per segarsi, senza neppure pretendere un corpo in cambio dei propri soldi. Tutto sommato, non c’è da vantarsi tanto di appartenere a quello che, sulla carta, sarebbe il sesso forte.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81

Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14

Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

2 commenti su “L’ITALIA È ANCORA IL PAESE DI BOCCA DI ROSA E DI TANTI, TROPPI, BIGOTTI (di Matteo Fais)

  1. Da cattolico senza se e senza ma sto con Elena.

    E vi spiego anche perché, qui mi viene da citare un passo del vangelo “le prostitute vi passano avanti nel regno dei cieli”.

    Detto ciò, volendo fare ordine, la colpa più grave non è di questa ragazza peraltro diciamolo pure bellissima che ha caricato quattro foto, ma di qualche maschio beta che è prima disposto a pagare per vederla e poi invece nella sua ipocrisia ad allontanarla dai suoi figli mentre fa il suo lavoro.

    I figli non nascono forse da atti sessuali? Questi contenuti non sono forse vietati a prescindere ai minori? Peraltro da ciò che ho letto non ha neanche postato foto di nudo. Quindi non capisco (se fa bene il suo lavoro) quale sarebbe il problema della sua vita privata, di con chi va a letto etc e come questo influisca sui bambini di 3 anni.
    Se avesse guadagnato 2000 euro al mese probabilmente avrebbe mandato le sue foto al ragazzo e non a quattro sfigati disposti a pagare peraltro ingiustificatamente considerando la mole di contenuti hard reperibili gratuitamente.

    Nella scala delle responsabilità e delle colpe lei è l’ultima in classifica. Non a caso, “le prostitute vi passano avanti nel regno dei cieli”.

  2. Alcune constatazioni:
    la maestra in questione è una gran bella figliuola; anzi, consideratane l’estrazione veneta, possiamo dire senza tema di smentita trattarsi di gran bea mona.
    Ciò doverosamente premesso, va detto che, se la suddetta desidera guadagnarsi da vivere esibendo il proprio corpo, le si deve riconoscere il sacrosanto diritto di farlo.
    Allo stesso modo, se ella o altra donna desiderassero accumulare fortune elargendo soffoconi impavidi, oppure se -ancora- esse intendessero fare del proprio sesso o financo del canale rettale fonti di sostentamento, senza dubbio alcuno ciò non dovrebbe essere loro precluso.

    Altro, però, è il diritto di scegliere il modo di guadagnarsi da vivere (restando nel perimetro del lecito, possibilmente), altro è quello di insegnare.
    Perché, ebbene si, l’idea dell’incomunicabilità tra la sfera pubblica e quella privata è nientemeno che una fola; lo è sempre stata e sempre lo sarà.
    Del pari, è pura illusione quella secondo cui ciascuno sarebbero libero di fare quel che più gli talenta nella seconda senza subire pregiudizi nella prima.
    San Silvio da Arcore docet.
    E dunque, così come la signorina bea mona di cui sopra ha il diritto di incassare somme di denaro mostrando le proprie natiche a un branco di segaioli, i suddetti segaioli, se genitori, hanno a loro volta il diritto di non affidarle l’educazioni dei propri figli.
    Soprattutto, ne ha diritto la scuola che, essendo cattolica, avrebbe evidenti difficoltà a conciliare la (pur opinabile) Dottrina della Chiesa -che dice di voler trasmettere ai pargoli- con il fatto che ad insegnarla dovrebbe essere una dama la quale, pubblicamente, dei principi della stessa Dottrina fa carne di porco.

    Quanto alle lamentele degli insegnanti, son come le piogge novembrine: prevedibili e noise.
    Che poi, per lavorare (lavorare?) 18 ore alla settimana,1.200 euracci son pure troppi.
    L’Italia (e non solo) è colma di persone che lavorano (realmente) il doppio per lo stesso stipendio, il tutto senza mantecare i coglioni al prossimo.
    Dio ci liberi dagli insegnanti piagnoni, che son mille volte più diseducativi de li peggio mignottoni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *