ANCHE LA DESTRA AMERICANA NON HA COMPRESO L’IMPORTANZA DELL’EGEMONIA CULTURALE (di Matteo Fais)
Quando si parla di Destra, vale il principio di quel film, Fantozzi alla riscossa, quando il noto ragioniere parla con lo psicologo e questo gli dice “Lei non ha nessun complesso di inferiorità… Lei è inferiore”.
In effetti, la Sinistra non ha tutti i torti quando attribuisce all’elettore della parte avversa una lombrosiana appartenenza a una specie vagamente infima e situata nei gradini sottostanti della scala evolutiva. A quanto pare, tale caratteristica concerne la Destra italiana come quella Americana – in Francia e Inghilterra, per esempio, la situazione non è così tragica, come dimostra una figura quale Marine Le Pen.
Basti vedere chi invitava a parlare ai propri comizi Donald Trump, ovvero quell’ossigenato di Hulk Hogan – come se qui da noi salisse sul palco Lino Banfi, praticamente. Una roba patetica. L’unico elemento presentabile portato a suo sostegno dal nuovo Presidente Americano è stato lo scrittore J.D. Vance, autore di Elegia americana. Per il resto, si è trattato di una sfilata di disagiati e subumani.
Insomma, siamo alle solite, i nostri non imparano mai, neanche quando glielo spieghi con il disegnino come ai bambini scemi. La questione di cosa sia egemonia culturale e come si conquisti non è alla loro portata. In tal senso, la Destra può anche vincere, sovente a causa di certe mancanze manifestate dalla Sinistra, ma sul lungo termine e a livello di tessuto sociale non può imporsi proprio perché non riesce a strutturare un discorso pervasivo, culturale in senso ampio.
Mentre gli avversari perseguono una causa comune, che di volta in volta si incarna nella maschera tragica del leader di turno, da Togliatti ad Obama, passando per Bersani fino a Kamala Harris, noi abbiamo singoli leader carismatici – troppo pericolosamente carismatici, per non dire narcisisti patologici – che concentrano tutta l’attenzione su sé stessi, divenendo la causa. Berlusconi, Trump, Musk hanno avuto come unico interesse la propria persona, i propri affari. Il loro orizzonte non va oltre il loro naso. Non hanno mai investito risorse per fare e costruire qualcosa che potesse sopravvivere loro.
Il Presidente USA e la sua ombra, l’uomo della Tesla, avrebbero anche i soldi, potrebbero fare l’impossibile per arrivare alle masse e insinuarsi nella mente, per avere un impatto a lungo termine sulla società. Potrebbero creare piattaforme come Netflix, che è uno dei modi più semplici per veicolare certi valori presso l’utente medio, dare vita a giornali online, riviste, opinion maker sulle varie piattaforme, attirare dalla propria parte cantanti e attori vittime, per esempio, della follia woke, della cancel culture, del politicamente corretto, insomma persone che possano perorare la loro causa.
Invece, se ne fottono. Vivono per la loro onnipotenza, mentre le grandi figure della Sinistra hanno sempre sacrificato sé stesse al Partito, a un’idea che trascendesse la contingenza del proprio esistere. La Destra italiana, dopo Berlusconi, è morta e si può facilmente immaginare che quella americana, in caso di dipartita di Trump, conoscerebbe una caduta di consensi improvvisa.
Tutto ciò anche perché tale parte politica è sempre stata diffidente verso la classe intellettuale, quella che garantisce un minimo di rispettabilità agli occhi delle persone per bene. Elon Musk sarà anche un genio visionario, ma dei suoi giochi da bambini autistici bullizzati, cresciuti con il mito dei razzi nello spazio, chi se ne frega. Persino i vari fascismi e nazismi, che su tante cose non sono certo modelli da prendere a esempio, hanno saputo attirare sotto la propria ala protettrice intellettuali come Heidegger, artisti come Helene Bertha Amalie Riefenstahl, Herbert von Karajan, gente che potesse incarnare la grandezza del regime.
Eppure, esistono pensatori a favori del capitalismo e delle democrazie liberali borghesi, ma vivono nell’ombra e nessuno dei leader in circolazione li fa salire sul podio, li trasforma nella propria bandiera.
Niente da fare, non ci siamo proprio. Questi presunti capipopolo in eccesso di endorfine, contemplando la propria immagine allo specchio, non ci arrivano a intendere che gli uomini sono mortali, le idee eterne. Il problema è che ci trascineranno sottoterra con loro.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).