Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA VITA VA OSSERVATA DA VICINO: LA MOSTRA DI ROBERT CAPA A CAGLIARI (di Matteo Fais)

In una Cagliari surreale, che pare uno scenario da fine guerra, tra un cantiere aperto e l’altro che sfregia e lacera la città, la quale sogna di vivere di un turismo fatto di quattro vecchi stronzi che sbarcano per due ore dalla nave da crociera, accolti dal sorriso della PresidentA Todde e dal mojito del Sindaco Zedda, è qui che si tiene, fino al 6 ottobre 2024, la mostra del grandissimo fotografo Robert Capa. Ad ospitarla il bellissimo Palazzo di Città, tra salite e discese fra i diversi piani e orari di accoglienza da manager – rigorosamente del settore pubblico – (dalle 10 di mattina alle 18. Chiusura della biglietteria alle 17.30). 

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Malgrado Cagliari e i tentativi di tenere a debita distanza i visitatori, l’evento vale tutti gli 8 euro che costa e restituisce un ampio sguardo su alcune tra le più note immagini di uno dei fondatori dell’agenzia Magnum. Le foto sono quelle classiche: il soldato che cade ferito a morte dal proiettile durante la Guerra Civile Spagnola, o quello cinese che faceva mostra del suo fiero cipiglio sulla copertina della rivista “Life”. In mezzo tutti gli scatti di una vita, dalle linee di Matisse che si riverberano nel ritratto a figura intera della sua persona, passando per lo sguardo fiero di un Ernest Hemingway riverso su un letto d’ospedale, con la guerra a fare da tema dominante e la didascalia affissa sul muro che riporta l’auspicio, mal riposto, del fotografo di rimanere disoccupato, in qualità di reporter di conflitti bellici. 

Attraverso il lungo viaggio, lo spettatore ripercorre buona parte della storia del primo Novecento, tanta della quale dimenticata o poco approfondita, la vive dall’interno, con l’occhio di chi tra le macerie e i cadaveri c’era davvero. 

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L’immagine più bella è probabilmente quella meno esposta, che si trova in un corridoio di passaggio della mostra, con un gruppo di bambini cinesi che giocano nella neve, e cattura un momento fatto di decine di elementi che sul piano grafico convergono in un attimo fuggevole di perfezione e delicatezza. Rispetto ad altre appare anche meno costruita, non pensata per fare drammatica mostra di sé tra le pagine di qualche magazine famoso. Ecco l’essenza dello scatto rubato, del vero lavoro del reporter.

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La lezione di Capa appare ben chiara: la verità, per poter essere raccontata, bisogna osservarla da vicino, non come si usa oggi che si prende un leader politico o un paese mai visitato e lo si erge a esempio di vita – si pensi a Putin e alla sua Russia. Capa è sul campo, assiste a rastrellamenti e perquisizioni, pubbliche umiliazioni di donne che hanno intrattenuto rapporti con l’invasore tedesco in Francia. E, anche a Hollywood, lui è lì fra gli attori, i giganti, i nani e le ballerine, nella camera d’albergo di Steinbeck.

In ogni scatto che realizza, la regola che segue è sempre quella, eternamente citata quando si parla di lui, secondo la quale “se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino”. L’insegnamento è chiaro e netto: la vita è un corpo a corpo, il sangue è concretezza che sporca le mani.

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Se passate da queste parti e avete voglia di arrivare a destinazione saltellando fra le nostre umili macerie, vale dunque la pena di dedicare due ore della propria vacanza in Sardegna a questo grande fotografo, la cui opera resta quale monito sulla bestialità umana e l’aspirazione a una bellezza che comunque non abbandona mai il vero artista

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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