STATE SERENI, NESSUN POTERE FORTE VUOLE CHIUDERVI IN CASA CON LA SCUSA DEL CLIMA (di Matteo Fais)
L’italiano non si rende conto, per ignoranza, di vivere in un Paese e, soprattutto, in un’Europa, folli. Qui, se piove e qualcuno casca culo a terra, perché è uscito nel pieno della tempesta, denuncia il Comune, la Provincia, la Regione, il Sindaco e Dio solo sa chi, perché non è stato informato dell’arrivo della pioggia.
Purtroppo, siamo veramente a questo punto. Se non scrivi sulle istruzioni della lavatrice che non devi lavarci il bambino, arriverà sicuramente una qualsiasi Signora Fernanda a portare in tribunale la casa di produzione, sostenendo che lei non è tenuta a essere una tecnica e dunque a sapere che il bimbo non va messo a centrifugare. Poi, ovviamente, un giudice senza coscienza le darà ragione.
Credete non sia vero? Invece, è proprio così. Se gli ospedali hanno sbarrato tutte le finestre e vanno avanti ad aria condizionata è perché, se disgraziatamente uno decidesse di suicidarsi, la colpa ricadrebbe sull’istituto, perché in teoria, entro uno spazio simile, tu dovresti venir continuamente sorvegliato – immaginate quanti soldi ci vorrebbero per tenere in piedi un simile regime di controllo costante.
Sembra impossibile, ma è proprio così. Non fate mai l’errore di applicare il buonsenso all’ambito legislativo. Se sei uno sbadato cronico, che ogni volta che muove un passo si fa male, e sbatti contro la porta di un luogo pubblico, qualora questa non sia stata collaudata, puoi denunciare. Ed è pieno di gente che lo fa. In Italia, almeno, è così: la persone non si ribellano per guadagnare una condizione di vita migliore, ma attuano di queste piccole ripicche contro il sistema, per ottenere i soldi che non hanno.
Ecco perché, adesso, c’è un’allerta meteo, dall’autunno in poi, ogni tre giorni, perché altrimenti, se non venisse ingiunto alla gente di restare in casa, ci sarebbero tante di quelle pubbliche accuse che i politici locali dovrebbero frequentare più i tribunali che le loro sedi di lavoro.
Ergo, tutte le notizie allarmistiche sul gran caldo non sono dovute se non alla cretinaggine di questo popolo infantile, eternamente bisognoso di farsi dire cosa fare dalla televisione, alla faccia della presunta società neoliberista e, in teoria, priva di regole.
State tranquilli, il capitalismo ha bisogno che voi consumiate, non certo che restiate chiusi in casa a guardare la televisione mangiando crackers. Ha bisogno di voi che fate il pieno dell’auto. Non ci sarà alcun lockdown per la questione climatica. Non accadrà neppure che la gente, abituata da sessant’anni alla comodità della macchina, molli tutto per la bicicletta – non certo gli Italiani che sono nati stanchi per natura.
Purtroppo, troppe persone fanno soldi sui timori e le paranoie di un popolo ingenuo e privo di cultura. E non si tratta degli psichiatri che, quantomeno, con qualche antipsicotico, vi risolverebbero il problema.
Tra parentesi, pure se tutti i poteri di questo mondo dovessero coalizzarsi per rinchiudervi dentro casa, state tranquilli che ciò non accadrà, a meno che voi non siate così coglioni da aderire a un tale progetto. Se, poi, lo sarete, abbiate almeno il buon gusto di non dare la colpa allo Stato.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.