E’ L’ORA DELL’INTOLLERANZA (di Maria Esposito)
Adesso basta. Quando è troppo è troppo e, si sa, il troppo stroppia. In questi mesi di emergenza covid, ma anche prima, abbiamo dato fondo a tutte le nostre riserve di tolleranza, abbiamo sopportato di tutto e di più. Abbiamo accettato, senza fiatare, pesantissime ed idiote restrizioni alle nostre libertà democratiche di cittadini, abbiamo tollerato di non poterci congedare dai nostri morti secondo le nostre tradizioni (ahi, quanto manca Antigone, ma per essere Antigone bisognerebbe avere quella fede che abbiamo smarrito da tempo), abbiamo visto la nostra economia, e con essa il futuro dei nostri figl, distrutta da un lockdown che non ha avuto quasi pari nel globo e non abbiamo reagito.
Ci siamo abituati alle visite mediche annullate, anche le più urgenti, abbiamo imparato a diffidare degli ospedali che noi stessi contribuiamo a pagare con le nostre stesse tasse, ma soprattutto ci stiamo facendo scivolare addosso tragedie come quella di Viviana Parsi, una madre di mestiere DJ, che ha ucciso se stessa ed il figlio per la paura di non riuscire a mantenerlo, o di Simona Bimbi, un’educatrice che non ha retto al fallimento del suo progetto di aprire un asilo, in cui aveva investito tutto il suo denaro.
Siamo insomma diventati orma avvezzi all’idea di sacrificare la nostra stessa esistenza sull’altare della psicopandemia. Adesso basta, è ora di riscoprire il sacro valore dell’intolleranza. Perché, in fondo, la tolleranza non è un valore, infatti non è nominata nemmeno una volta nei vangeli. E a ragione, perché la tolleranza fa schifo, è quella che ci ha condotto ad accettare passivamente questo schifo senza muovere un dito.
Adesso è l’ora dell’intolleranza. Per Viviana, per Simona, per tutti noi e, soprattutto, per i nostri figli.
MARIA ESPOSITO