I COMUNISTI CONTRO I MINIONS, MA UNA LORO RISATA LI SEPPELLIRÀ (di Matteo Fais)
Il bello della libertà è che non si finisce mai di lottare per essa. Dalla notte dei tempi, questa è minaccia dalla tirannia degli uomini seriosi, quelli dal volto scuro e ridicolo, il sorriso contratto in una smorfia di malefico compiacimento, che cercano di darsi un tono per far paura agli altri e riuscire a imporre le loro immonde follie. Questo è certamente il caso dei comunisti. Convinti di avere una missione salvifica nei confronti dell’umanità, i seguaci del marxismo non si rilassano mai e vedono in ogni forma di divertimento un qualcosa di demoniaco – o, come dicono loro, con espressione ancora più ottusa, “di decadente”.
Com’è ovvio che sia, il comunista odia l’infanzia, perché essa è tendenzialmente anarchica, non riconosce gerarchie e doveri, si fa burla dell’ordine costituito, prima di essere piegata alla stanca obbedienza della maturità. E, proprio a tal motivo, in tutti i regimi rossi, i bambini vengono sottratti alla salvezza del gioco per essere subito posti sotto il giogo del potere. In Corea del Nord, come si vede in ogni documentario, i poveri sbarbatelli vengono letteralmente violentati e costretti a canticchiare stronzate in lode di quel ciccione del cazzo che li governa con la violenza e l’intimidazione di un esercito di idioti.
Manco a dirlo, pertanto, in Cina, altro lampante esempio di dittatura grottesca e senza speranza, i piccoli e dolcissimi Minions, nel nuovo film che li vede protagonisti, Minions: The Rise of Gru, sono vittime della pazzia censoria degli affamati divoratori di riso in bianco e libretti rossi di Mao. Per la precisione, è il povero Gru a essere costretto a scegliere per il bene e ad abbandonare la carriera di delinquente per fare il buon padre delle sue tre figlie adottive.
Si sa, l’agrodolce piace molto nella terra del Dragone, come l’idea tutta hegeliano-marxista che la Storia – ogni storia, invero – abbia un fine positivo, con il trionfo del bene – la loro idea di questo, ovviamente – sul male. Ed è già molto che una pellicola così ”poco edificante“ venga proiettata in un Paese di pazzoidi simili, con i Minions che formano un piccola comunità senza leggi, dedita solo al divertimento più leggero, con mangiate di banane, gelati e panini. Troppa libertà per un popolo che ha la perversione dell’ordine e la mania compulsiva del schiavitù di Stato venduta come “contributo alla società”.
Si potrà pensare che, in fondo, la sorte di un cartone animato sia ben poca cosa rispetto ai tanti problemi correnti e che una ciottola di riso stantio garantita a tutti sia meglio di questa meschina libertà. Balle! La libertà è ogni cosa che io sono posso scegliere fin tanto che non vado a danneggiare l’esistenza fisica altrui. La libertà è lo Stato fuori dai coglioni che non interferisce neppure, anzi particolarmente, con ogni mia più piccola decisione o gusto, fosse pure di sedermi lì, per un’ora e mezza, e guardare i Minions che ridono e si fanno scherzi scemi l’uno con l’altro.
L’alternativa è appunto la Cina, la Corea, Cuba, con gigantesche e spaventose immagini di megalomani, maniaci del potere, che mi fissano con il loro occhio tragico e torvo. Meglio il nostro Occidente, fluido e postmoderno, in cui la meta-narrazione del marxismo è già caduta da decenni – anche se non abbiamo ancora rimosso del tutto la peste rossa, sfortunatamente –, qui dove possiamo nello stesso giorno leggere Foucoult e, poi, fruire in santa pace un cartone animato. Oggi più che mai, poi, guardare questi piccoli monellacci che sembrano ridere in faccia a quei mesti furfanti rossi, come fossero i cattivi da sconfiggere, è un dovere morale.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Ma vi pagano un tanto a cagata?