LO SPETTRO DELLA MORALE “SINISTRA” SULLA DESTRA (di Matteo Fais)
Il più grande errore della Destra è non rendersi conto di quanto lo spirito della Sinistra la contamini. Ogni volta, senza neppure rendersene conto, la sua gente, credendo semplicemente di attaccare un personaggio di spicco della parte avversaria, infine, ripropone gli stantii e moralistici principi di un progressismo bigotto e triste.
Il caso di Sanna Marin, la Premier filandese recentemente finita nell’occhio del ciclone social per un video durante una festa, è in tal senso mestamente paradigmatico. Sfregandosi le mani con soddisfazione, si è ritenuto doveroso rigirare le accuse, mosse a suo tempo dalla Sinistra contro Berlusconi e Salvini, nei confronti della giovane donna. E non uno che abbia pensato che, così facendo, si sarebbero riaffermati quei principi come sacrosanti, quando invece si tratta solo di perbenismo piccolo borghese, roba da vecchiaccia di paese che, alle 6 e 30 del mattino, ha già assistito alla prima messa, e con la sua comare, al mercato, tra zucchine e sovracoscie di pollo, è pronta a sparlare dell’intera comunità.
Ecco un altro dei motivi per cui la Destra non ce la potrà mai fare, perché è poco più di una Sinistra che non ce l’ha fatta, la sua versione più sfigata. Invece di difendere il Berlusconi che scherza tra una pacca sul culo e l’altra, o Salvini che balla alternando mojito e troioni, tutti sono cascati nella trappola progressista, più stupidi del topo di fronte a un pezzetto di gruviera.
Se la Sinistra propone censura e rigidismo da Armata Rossa, la Destra dovrebbe aprirsi al libertarismo più sfrenato. Ben venga il sostegno alla famiglia tradizionale – quando lo si fa, cioè mai –, ma basta con l’idea che il politico debba essere un esempio di specchiata moralità. I santi li si va a pregare in Chiesa e il popolo non è un infante che ha bisogno di figure di riferimento. Chi siede in Parlamento ci deve garantire una buona gestione della cosa pubblica, non dirci come vivere o farci pistolotti dall’alto di un pulpito. La politica non è il catechismo.
Se Sanna Marin vuole bersi un bicchiere in più e sollazzarsi con i suoi amichetti, buon pro le faccia! Se la si vuole criticare, è ad altro che bisogna guardare. La Destra dovrebbe cercare di imporre questo parametro, per combattere la tendenza giudicante degli avversari, non farsi imporre la propria visione del mondo dagli altri.
Tal punto è imprescindibile: per essere scelti dagli elettori, bisogna distinguersi, non risultare la brutta copia di qualcun altro. Se loro fanno i seriosi, bisogna scegliere la levità, senza paura delle conseguenze. Tanto, chi non vuole capire non capirà mai, a prescindere da tutte le spiegazioni che gli si potranno fornire.
Tra parentesi, per tornare al punto, solo gli imbecilli sono convinti che chi ride e si diverte non sappia essere serio al momento opportuno. Inutile quindi giocare al doppiopesismo. Meglio battersi per imporre la libertà, facendola valere per tutti.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.