Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CARO DOCENTE “NO GREEN PASS”, TI PREGO, RESISTI (di Matteo Fais)

Cosa vuol dire insegnare? In vero, se ci riflettete, vedrete che la risposta è tutt’altro che scontata. Cosa deve fare concretamente un docente? Trasmettere nozioni, dare il buon esempio, fare il padre/madre dei propri allievi?

Le risposte, in merito, sono delle più svariate, a livello di teoria pedagogica. Un tempo si diceva che si va a scuola per imparare a leggere, scrivere e far di conto. Insomma, chi sta in cattedra dovrebbe limitarsi a trasmettere nozioni. Naturalmente, non tutti condividono una simile visione del ruolo in questione. Si tratta di coloro che guardano all’insegnate come a un esempio morale e intellettuale.

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Ci si potrebbe chiedere, per esempio, se possa essere un bravo docente uno che, sotto un regime, dovesse prendere la tessera del partito unico, pur non essendo un convinto sostenitore delle sue politiche? In sintesi: un uomo che si piega alla dittatura, accettando comunque di avvalorarla, per quanto in una forma blanda e con un’adesione solo di facciata, può avere qualcosa da insegnare ai giovani?

La questione è davvero complessa da dirimere, tanto più che si fa presto a fare gli idealisti, al calduccio di un simil sistema democratico, quando non ci si trova concretamente nella condizione di dover scegliere tra l’inedia e le proprie convinzioni morali.

Al netto di tutta la possibile speculazione teorica in merito, resta il fatto che, per un docente di determinate materie, nella fattispecie quelle umanistiche, ci vuole una colossale faccia da cazzo per tuonare dalla cattedra contro i suoi colleghi che, negli anni ’20-’30, presero la tessera del Fascio – la maggioranza, anche di quelli di Sinistra – e, poi, piegarsi alla logica stalinista del green pass. La Storia, c’è poco da fare, presenta sempre il conto e capita prima o poi che ci si trovi nella condizione di dover dimostrare a propria volta se poi si riesce davvero a fare gli eroi.

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Dunque, caro docente no green pass, o no vax, che sei tornato in servizio, dopo questa farsesca fine dello stato di emergenza, e che ti trovi nella condizione di poter svolgere determinate attività, tranne quella dell’insegnamento frontale, io ti scongiuro, non cedere. Fino a oggi hai resistito, ma a questo punto devi dimostrare di averci veramente i coglioni.

Sarà dura, te ne do atto, ma la libertà è anche questo: se è il caso, può comportare persino il sacrificio estremo di sé stessi. Nel bene o nel male, il tuo ruolo va oltre quello del semplice impiegatuccio burocrate della Pubblica Amministrazione e, per vocazione o per mancanza di alternative, è questo ciò che hai scelto. I tuoi allievi, un giorno, potranno dire tutto contro di te, ma non accusarti di incoerenza. Ciò è molto importante. Verrà un tempo in cui anche tu sarai tra coloro che hanno fatto la Storia, o sono stati travolti da questa. È terribile, lo so, ma non puoi essere sollevato dalla necessità di scegliere da che parte stare.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “CARO DOCENTE “NO GREEN PASS”, TI PREGO, RESISTI (di Matteo Fais)

  1. Non condivido la tesi che la scuola ha contenuti pedagogico. infatti i miei Colleghi non hanno idea di cosa sia la pedagogia, o se fatto un esame ne conoscono i principi ma non hanno la benché minima idea di cosa sia l’antropologia umana, pertanto inapplicabile. Ecc.ecc..

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