ELOGIO DI BERNARD-HENRI LÉVY, INTELLETTUALE CHE FA AMMUTOLIRE I NOSTRI SERVI DI REGIME – PUR CON I SUOI ERRORI (di Davide Cavaliere)
Presso il prestigioso Nexus Institute ha duellato intellettualmente con Aleksandr Dugin, il celebre teorico del nazional-bolscevismo, sostenendo le ragioni della democrazia liberale:
«Combatto per la modernità politica, perché significa democrazia, libertà, uguaglianza tra donne e uomini, laicità e così via. Sebbene la modernità politica sia probabilmente in crisi, respingo l’idea di un suo declino irreversibile o, peggio ancora, della sua scomparsa. E la respingo perché credo fermamente che la sopravvivenza della democrazia liberale sia un vantaggio per il mondo intero. Ora, parliamo di nichilismo […] per me, l’incarnazione del nichilismo oggi è lei. E i suoi amici. E la corrente eurasista. E il clima malsano che si respira nei suoi libri. E il modo in cui lei dissolve l’idea stessa dei diritti umani, delle libertà personali, delle singolarità, in alcuni grossi blocchi di comunità, grandi fedi, origini sacre e così via. Potrebbe esserci una crisi della democrazia. Ma c’è, di sicuro, un profumo di nichilismo che mi imbarazza davvero quando leggo la sua Rivoluzione conservatrice, e tutte le sue opere sull’Eurasia».
Qualche settimana dopo, nel corso di un dibattito con il «realista» Eric Zemmour, ha difeso l’autonomia del Kurdistan siriano, tradito dall’Occidente con una scelta fatta di «cinismo, stupidità e vigliaccheria». Durante la pandemia ha pubblicato un testo intitolato Il virus che rende folli, nel quale polemizza con coloro che negano l’esistenza di una pandemia, ma ancora più aspramente contro la «sanitarizzazione» della società. Per ultimo è arrivato un incontro-spettacolo al teatro Antoine di Parigi a sostegno dell’Ucraina insieme, tra gli altri, a Pascal Bruckner e David Lynch.
Stiamo parlando, lo avrete capito, dello scamiciato Bernard-Henri Lévy. Il pensatore di origine ebraica cresciuto all’ombra di Michel Foucault ed Emmanuel Lévinas. Il suo successo è legato al libro La barbarie dal volto umano, dove demolisce l’ideologia del desiderio del maggio parigino e i suoi turiferari: Gilles Deleuze e Félix Guattari. Il giovane e provocatorio autore divenne l’esponente di punta dei nouveaux philosophes, un gruppo d’intellettuali transitati dal marx-maoismo alla difesa, anche armata, della democrazia liberale.
La carriera di Bernard-Henri Lévy non è stata tutta rose e fiori. Sono numerosi i fallimentari, soprattutto cinematografici, le critiche, pesantissime, gli errori madornali (celebre lo scivolone su Botul, un filosofo inesistente che Levy cita in un suo saggio) e la controversie (come la difesa di Cesare Battisti e dell’immigrazione di massa). Di lui si possono dire tante cose, anche negative, ma non che non sia originale.
La sua polemica contro il Progresso e le sue autorità oracolari gode ancora di una giovinezza invidiabile, non meno del suo urlo antinichilista. Il Male esiste, ci ricorda il nuovo filosofo, ed è il totalitarismo, la volontà di purezza, il monismo, quella tentazione del bene che si capovolge nel suo contrario, il gesto della tabula rasa, Céline igienista che vuole disinfestare il mondo dagli ebrei. Lo spirito del Giudaismo vive nelle sue opere, non solo nei nomi di Rosenzweig e Lévinas, ma soprattutto attraverso la nozione di «Tiqqun ‘olam», ossia di «riparazione», consapevole dei lati oscuri dell’uomo. Niente «reinvenzione» dell’umanità, niente rigenerazioni o Shabbat finali che possano risolvere il «problema umano».
L’umanesimo pessimista ed engagé di Henri-Lévy, che s’iscrive in una tradizione tutta francese che accomuna Sartre e Malraux, Gary e Camus, fa apparire i nostri intellettuali per quello che sono: dei mediocri. Teorico, attivista, testimone, drammaturgo… Bernard-Henri Lévy è una personalità magmatica, una fucina d’idee e attività. Data l’involuzione autoritaria e cinica delle società occidentali, l’intellettuale francese è sempre più indispensabile.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.
Lévy è nato a Béni Saf, in Algeria, il 5 novembre 1948, da una famiglia ebraica algerina. La sua famiglia si trasferì a Parigi alcuni mesi dopo la sua nascita. Suo padre, André Lévy, fu il multimiliardario fondatore di una famosa impresa di legname (la Becob).
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”
‘Per l’Ucraina, per l’Europa”, Lévy: “Zelensky nuovo padre dell’Europa del XXI secolo”
https://video.repubblica.it/dossier/crisi_in_ucraina_la_russia_il_donbass_i_video/per-l-ucraina-per-l-europa-levy-zelensky-nuovo-padre-dell-europa-del-xxi-secolo/410539/411245
avvistato ad odessa
https://www.tempi.it/bernard-henri-levy-missione-odessa/
ah che genio e che contributi filosofici degni di elogio!
peccato perchè questo commento non sarà pubblicato. forse verranno irritate zone intime
Il bestiame sa! il bestiame si ricorda!
spegnilo!