TRE POESIE INEDITE DI TOMASO TIDDIA, CON UN PENSIERO DI ANGELO TONELLI

Poiesis che vertigina nel profondo e dall’abisso estrae perle di verità scolpite e talora perturbanti, agitata dal duende e placata nell’equilibrio della forma, radicata nel cuore libero dell’anima mundi.
Angelo Tonelli, sui tre inediti di Tomaso Tiddia

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L’ULTIMO SOGNO DI UN LIBRAIO
Sono sempre più chiusi i libri, gialli
come fiumi che non hanno vallate
e non ci sono più occhi che vedano
in un libro chiuso, nei titoli sigilli
di nera cera che li chiude sempre
anziché aprirli, o il sole che scoprirà
ogni fuoco nel vostro morto letto
che scrissero il sangue di un Esenin
o le ortiche di un Milarepa, vedo
che un verso vi stringe un’ultima volta,
direzione che infilza ogni tiranno.
***

Poesia è un regno senza re,
un perfetto riposo dello sposo
dopo avere amato la sposa.
Ma Letteratura incombe, il tre
è come un sasso nella fionda
che apre la finestra sul giardino.
Non ci sarà più nessuno dei tre.
Letteratura e poesia sono una
di troppo, Davide e Golia, duende
di due, unione di uno, e il sasso?
La poesia fa scomparire se stessa.
***
Un uccello dalle feci molto acide
ha fatto un nido di pagliuzze
sulla mia trave e la corda non tenne
a cui impiccai tutte le mie brezze,
ride tutta la musica, un attimo
e, unione di penne, sei picchiata!
Biografia
Tomaso Tiddia è nato a Cagliari nel 1965, dove vive e lavora come libraio. Ha pubblicato due libri di poesie, “L’azzurro e il rosso cielo” e “Sconosciuti fratelli”.