IL CORAGGIO DELLA MODERAZIONE CONTRO TRUMP (di Matteo Fais)

In un tempo di opposti estremismi, i coraggiosi sono coloro che non gridano, non danno in escandescenza, non invocano il plotone di esecuzione, non inneggiano ai folli tagli con cui Elon Musk minaccia la Pubblica Amministrazione americana e guardano alle contraddittorie uscite di Donald Trump con preoccupazione.
In due parole, i veri temerari sono coloro che rifuggono dall’ebbrezza dell’azione purché sia, anche fine a sé stessa, e invitano alla calma, al ragionamento, alla meditazione. Non è un caso che The Donald ami mitragliare la quotidianità del popolo con una misura estrema dietro l’altra. Il suo obiettivo è non dare tempo alla gente per valutare, per mettere in prospettiva e soppesare il peso del suo operato.

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In verità, ciò di cui si ha bisogno, in un tempo in cui, solo dopo il risveglio dal riposino pomeridiano, sembra di trovarsi catapultati in un mondo rivoluzionato, è proprio la moderazione, la riflessione approfondita che dia un ordine al flusso di notizie, altrimenti insensato, che si accavallano.
A gentleman will walk but never run, dice la famosa canzone di Sting, e ciò significa anche che eviterà i facili entusiasmi, le idiozie della folla che non vede l’ora di sentire il prossimo discorso del leader e bersi tutte le sue cretinate come fossero acqua fresca, come se davvero il mondo potesse essere mutato per decreto governativo e non per il profondo impegno morale di chi lo abita.

Certo la moderazione ha il brutto difetto di non incendiare gli animi, perché non produce esaltazione. È più facile buttare giù, oggi, il palazzo del potere, per ritrovarsi poi domani circondati dalle sole macerie, che strutturare in 5 anni la concreta possibilità di un piccolo ma significativo miglioramento.
Alla fine del mandato trumpiano, tra 4 anni, che adesso sembrano un lasso di tempo infinito e domani saranno solo una cicatrice nella Storia, ci ritroveremo proprio a dirci che avremmo dovuto accorgercene prima, a parlare di quanto sia stato idiota credere al solito saltimbanco di passaggio, al suo gioco delle tre carte. Ci ritroveremo a ricostruire da ciò che lui ha lasciato, come i tedeschi alla fine della Guerra, convinti anche loro, dall’esaltazione furiosa di un invasato, di poter risolvere i propri problemi con un veloce incantesimo.

Tra 4 anni, sperimentato fin dove si può scendere in basso, l’attuale Presidente avrà concluso con i suoi possibili mandati e sarà ancora più vecchio e rincitrullito di quanto non sia oggi. A lui non gliene fregherà niente, ma noi faremo i conti con il peso della nostra imperdonabile leggerezza, come da sempre capita all’umanità dalla notte dei tempi.
Scopriremo inoltre come le promesse di liberazione, quel free speech con cui siamo stati illusi, fosse tutta una balla, che la censura woke si era unicamente mutata in revisione della verità a uso e consumo dei repubblicani. No, il mondo non sarà un posto migliore, perché noi avremo rifiutato di percorrere il lento e difficile cammino fatto di piccole conquiste. Capiremo di aver semplicemente delegato, come al solito, la persona sbagliata, quella che prometteva a gran voce il paradiso e ci ha unicamente traghettati verso l’inferno.

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Purtroppo questo è il risultato, quando si rifiuta la moderazione per l’illusione cieca, quando, come Pinocchio, allo studio si preferisce il Paese dei Balocchi. Ci ritroveremo, da Destra, come quel vecchio sessantottino che sognava la rivoluzione culturale di Mao solo per, poi, ritrovarsi a pensare, in vecchiaia, che una sana socialdemocrazia sarebbe stata la sola soluzione percorribile e avrebbe prodotto risultati incredibilmente superiori a quelli della realtà che si trova a vivere.
Naturalmente, è troppo difficile veicolare concetti simili presso la folla. Questa non ha il senso del futuro, vive in un presente senza avvenire, manca di prospettiva storica. La moderazione è saggezza e, quanto è vero il cielo, la massa è quanto di più lontano possa esserci da essa. Come di consueto, scoprirà sulla propria pelle il prezzo della sua superficialità.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).