SE L’AMERICA CI MOLLA, SIAMO FREGATI (di Matteo Fais)

L’impressione generale che si ricava dal post elezione di Trump è una: a quest’uomo dell’Europa non gliene potrebbe fregare di meno. Concentrato com’è sul problema americano – e, a quanto si dice almeno, specie su quello del debito – sembra che si voglia sbarazzare dei cosiddetti vecchi amici, o meglio abbandonarli a sé stessi.
L’isolazionismo, con preoccupanti pulsioni autarchiche, di The Donald lo porta a considerare tutti gli ex alleati come potenzialmente sacrificabili sull’altare del Make America Great Again. Qui chiunque appare immolabile alla sua causa, senza guardare più in faccia nessuno. Ucraina, Israele, Europa sono territori su cui intervenire indossando la maschera del paciere, per poi lasciarli alla propria sorte.

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La politica dei dazi è in tal senso sintomatica e, a quanto sembra, non esenta nessuno. La minaccia risulta indiscriminata. Da più parti si sostiene che dietro vi sia un preciso progetto, ovvero fare pagare agli altri i debiti a stelle e strisce (https://www.corriere.it/economia/finanza/25_febbraio_17/le-due-strategie-di-trump-per-l-assalto-all-europa-e-all-euro-dazi-stablecoin-e-la-fragilita-nascosta-degli-usa-c7a56506-2200-4397-b5f6-e6ebbf265xlk.shtml). Difficile dire se ciò sia vero, ma il sospetto è fondato, tanto più che il neo Presidente non fa mistero di come for the sake of America si debba privilegiare una strategia di scontro più che di incontro.

Ora, è chiaro a chiunque legga i giornali ogni giorno che non esistono Nazioni buone in assoluto, non votate al proprio interesse personale e che non abbiano, nel corso della storia, compiuto delle porcherie immonde per far valere sé stesse sugli altri – l’America in primis. È altresì evidente che a noi, oramai da lunghissimo tempo, conveniva essere schierati con lo Zio Sam, il quale, tutto sommato, ci ha garantito pace e prosperità, con sommo disappunto degli invasati di un’utopia di indipendenza portata avanti da un Paese come il nostro, il quale è poco più di una pisciata in mezzo allo sfortunato Mediterraneo. Si aggiunga a tutto ciò che, volendo essere più realisti del re, se è vero che l’America fa schifo, è più che certo che tutte le alternative presentatesi nel corso del tempo, l’URSS come la Russia attuale, insomma i Paesi comunisti o a fortissima vocazione autoritaria, sono assolutamente peggio della peggiore America.

Se i nostri lontani zii d’oltre oceano, adesso, decideranno di mollare la presa, o peggio ancora di spremerci, insieme al resto d’Europa, per ripianare il proprio debito, ci sarà da avere paura. Palesemente, non possiamo vivere senza stare sotto l’influenza di una grande potenza commerciale e militare. Senza di loro, gli scenari che si aprono su questo lato del mondo, anche solo per una semplice questione di vicinato, non si profilano certo come allettanti – inutile anche che faccia nomi, avrete già inteso.

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Spiace dirlo, ma questo Trump è una sciagura dal punto di vista del Vecchio Mondo. Sicuramente – per quanto abbia i miei dubbi – farà gli interessi degli US, ma non utilizzando l’arma della collaborazione, bensì della competizione. Meglio sarebbe sapere di poter contare sull’America e stare sotto il suo ombrello che ritrovarsi improvvisamente soli in casa propria, con il terrore che dalle porte e dalle finestre possano entrare i ladri. L’isolazionismo che loro stanno incoraggiando in patria e da noi, difficilmente potrà giovare. Come diceva la famosa canzone: “Together we stand, divided we fall”.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
“Eh sì, che disdetta: avremmo potuto scegliere tra il sogno americano e il sogno di fare la fila per il pane. E invece, guarda un po’, ci siamo ritrovati con la pace, la prosperità e Netflix. Certo, tutto questo a prezzo della nostra totale irrilevanza geopolitica, ma d’altronde siamo pur sempre quella gloriosa penisola che nella storia ha eccelso nell’essere preda piuttosto che predatore. L’importante è saperlo accettare con la dovuta dignità. O con un buon bicchiere di vino, che alla fine è la nostra vera arma di distrazione di massa.”
Se l’unione europea non riesce a dare una risposta seria al tema di sicurezza e al tema ucraino può anche cessare di esistere perché è solo un unione burocratica senza senso per regolette da 4 soldi.
Il disimpegno USA può essere in realtà una grande opportunità per l UE, ma deve diventare un unione anche politica e militare e non solo finanziaria altrimenti perde di significato e rimarrà indietro
sono perfettamente d’accordo!