DALLE FOLLIE WOKE A QUELLE AMERICANO-TRUMPIANE (di Matteo Fais)
Negli ultimi anni, indiscutibilmente, abbiamo vissuto una serie di situazioni folli senza precedenti. Sorvoliamo sul periodo covid per carità di patria – per quanto, più che di patria, bisognerebbe parlare di mondo. È stato un vasto lasso di tempo segnato da tutte le pazzie del cosiddetto wokism, dal #metoo alla cancel culture, passando per i fenomeni spaventosi come il Black Lives Matter e la diffusissima fantateoria gender.
Dio ci è testimone, li abbiamo combattuti in ogni modo possibile e immaginabile, subendo censure e, quando il potere social si è fatto ancora più accorto, un subdolo shadow ban per cui in pochissimi vedono attualmente i nostri interventi.
Pazienza! Non ci pentiamo di niente. La nostra risposta era giusta e doverosa. Non abbiamo mai difeso idee estremiste o pericolose. Per quanto non suoni esattamente cool dirlo, noi sosteniamo semplicemente le persone per bene contro la demenza maniacale dei sinistri, ovvero coloro che desiderano vivere in pace e nella libertà, senza la persecuzione di una macchina burocratica statale di stampo sovietico.
È proprio perché abbiamo sempre abbracciato una filosofia della medietas, improntata all’equilibrio e alla sobrietà, che oggi, dato l’improvviso cambio di rotta a livello mondiale, esprimiamo la nostra preoccupazione per un universo a trazione americano-trumpiana con le sue inquietanti derive.
Naturalmente l’altra Destra – quella che non ci rappresenta minimamente, il rovesciamento sfigato della Sinistra – giubila facendosi la sega a due mani per questo tana liberi tutti. Era tutto ciò che sognavano e per cui protestavano: la libertà di dire falsità e insultare, senza più alcun filtro.
Questo punto è essenziale ribadirlo da qui alla fine dei tempi, qualora ve ne fosse la necessità: avvelenare i pozzi dicendo menzogne su ebrei, complotti mondiali, massoneria e cazzate varie non è la nostra idea di democrazia e dibattito pubblico. Respingiamo tutto ciò con forza, insieme alle insinuazioni senza prove, alla pazzia secondo cui ogni persona che muore attualmente trapasserebbe a causa del vaccino e via delirando.
Peraltro – e anche questo è un punto che va sottolineato a lettere di fuoco –, disapproviamo ogni idea xenofoba, razzista e sessista. Essere contro il femminismo e l’invasione migratoria non significa odiare le donne o pensare che i neri siano esseri inferiori. Per intenderci, non supportare il Black Lives Matter, tra devastazioni e furti, non vuol dire auspicare il ritorno di quei figli di puttana del Ku Klux Klan. La popolazione americana di colore ha ragione da vendere nel ricordare le angherie subite nei secoli, la segregazione e le violenze dettate da una disumana idea di supremazia bianca. Negare tutto ciò sarebbe semplicemente razzismo e noi aborriamo una tale visione senza se e senza ma.
Il trumpismo, salutato da tutti come una liberazione, purtroppo, si sta riducendo a qualcosa di simile, al rovesciamento delle posizioni woke, alla libera licenza di sparare pallottole al veleno sull’avversario. Come al solito nel mondo, la soluzione a un problema si riduce al salto da un estremismo maligno al suo contrario, come i cristiani che passarono dalla posizione di perseguitati a quella di persecutori. Invece di giungere a una situazione di tolleranza e pace – in una parola, di civiltà diffusa –, si restituisce agli oppositori il medesimo trattamento, in un crescendo di sadismo.
È ragionevole pensare che, con il nuovo Presidente degli Stati Uniti a breve in sella, la situazione mondiale non migliorerà. Le tensioni aumenteranno. I social diventeranno un far west senza regole, un saloon di pistoleri ubriachi impazziti. Tutte le minoranze, sentendosi ancora più braccate, daranno vita a una resistenza senza precedenti.
Molti ritengono che ci aspettino tempi interessanti nell’immediato futuro. Noi temiamo, invece, che ad attenderci ci sia il peggio, con un Cesare 2.0 a cui tutti si stanno già supinamente inchinando, esattamente come fecero con i predecessori (si veda, a tal proposito, l’intervista di Mark Zuckerberg al Joe Rogan Experience).
Probabilmente e a Dio piacendo, questa non sarà la fine della democrazia, ma certamente essa sta affrontando un terribile momento.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
Deve esserci una possibilità d uscita dal delirio woke. Sicuramente la prima cosa che abbiamo imparato è che a differenza di quelle nostrane, le elezioni americane contano realmente qualcosa. Ovviamente il primo step è debellare tutte le cazzate woke, gender, e simili.
Per il resto certo, pari diritti (e doveri) per tutti i cittadini è la base per uno stato di diritto.