Il Detonatore

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PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI? COME LA SINISTRA HA UCCISO LA CULTURA PRESSO LE MASSE (di Matteo Fais)

La Sinistra ha ragione su un punto: l’uomo medio di Destra è un somaro. Non importa che abbia ragione quando critica le follie progressiste, resta comunque una capra. Il problema è che in cospicua misura, ad aver creato questa feroce bestia volgare e rozza, è responsabile soprattutto il loro fronte.

Oramai è un luogo comune che, sullo Stivale, tutti gli scrittori siano di Sinistra e, di conseguenza, sembra quasi che per essere autori si debba risultare ascrivibili a tale parte politica. Chi è di Destra, insomma, e ciò pare un assioma oramai assodato, ha una piccola media azienda, una minuscola attività imprenditoriale, tiene una bottega, fa il libero professionista. Tutto, ma certo non si dedica alla nobile arte della scrittura.

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In un suo famoso articolo del 27 marzo 2002, comparso sulle pagine di il “Corriere della Sera”, il poeta, critico e traduttore Giovanni Raboni, diceva che è proprio tale diceria diffusa dalla Sinistra, nel tentativo di imporre la propria egemonia culturale, ad aver generato “l’atteggiamento di incomprensione se non di rifiuto, di estraneità se non di malanimo, di diffidenza se non di disprezzo nei confronti dell’intera categoria, ravvisabile in larghi strati dell’opinione pubblica piccolo borghese, a cominciare da alcuni dei più pittoreschi rappresentanti dell’attuale maggioranza politica. Peggio per loro, si potrebbe commentare; ma anche, a pensarci bene, peggio per noi”.

Nel seguito del suo pezzo, il sommo Raboni si premurava di dimostrare, principalmente che, in verità, il grosso dei grandi autori della storia della letteratura è più vicino a idee conservatrici che progressiste, ma ciò adesso è secondario. Quel che conta è questa sua arguta riflessione su come la Sinistra, a mezzo della diffusione di un’idea totalmente falsa e aiutando a prosperare solo autori del suo circoletto, abbia causato non pochi danni presso le masse, instillando una peculiare antipatia verso la classe intellettuale, considerata come parassitaria, inutile e fondamentalmente tedofora di un pensiero avverso alla classe media.

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Sono passati più di vent’anni da quel disperato messaggio nella bottiglia, lanciato nel mare in tempesta dal poeta, ma le cose, se possibile, sono addirittura peggiorate. Lo dimostra quella cloaca di festival chiamato “Più libri, più liberi” e tutto lo scandalo che ne è nato intorno. Per farla breve, Chiara Valerio, la direttrice – grande amica della compianta Michela Murgia –, aveva invitato a prendere parte alla kermesse tale Leonardo Caffo, giovane studioso di Filosofia, e suo intimo conoscente. Malauguratamente, costui ha un processo in corso in cui sarebbe accusato di aver usato violenza domestica nei confronti della compagna. Tutto ciò risulterebbe un problema per il partito delle anime belle, tanto più che la fiera, quest’anno è dedicata a Giulia Cecchettin. Stranamente, in questo caso la nota intellettuale aveva adottato una prospettiva garantista. Il pubblico, comunque, non ha gradito – perché, giova sempre ricordarlo, tra i puri di cuore c’è sempre uno più puro che ti epura, con staliniana ferocia.

Adesso, voi comprenderete bene che il vero problema, dalla prospettiva di una persona sana di mente – quindi non una femminista con i capelli rosa, 8 gatti come figli, i peli sotto le ascelle e il culo largo come una portaerei – sta nel fatto che una simile situazione causa un senso profondo di nausea. Costui si chiederà, per esempio: e i libri che fine hanno fatto? Ma, davvero, un grande scrittore, o filosofo, deve essere anche un uomo moralmente irreprensibile, specchiato? Ma a scuola non ci avevano insegnato che un conto è l’opera, un altro l’essere umano che l’ha prodotta?

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Va da sé che l’ultima cosa che viene voglia di fare è acquistare un testo di queste rincoglionite femministe e di quel branco di miserabili eunuchi che vanno loro appresso. Una mente semplice potrebbe addirittura arrivare a pensare, senza avere peraltro tutti i torti, che se la letteratura è tutto ciò ed è generata da questi scarti umani, l’analfabetismo potrebbe configurarsi tutto sommato come una forma di sacrosanta autodifesa.

Naturalmente, la vera letteratura non è niente di tutto ciò e, infatti, oggi come oggi, in Italia, se ne produce pochissima e praticamente nessuno dei testi che meritano è pubblicato dalle case editrici più blasonate. In Francia, per dire, come in altri Paesi più civili, la situazione è ben diversa – non per niente, uno dei loro autori più noti è Houellebecq, mentre da noi, se un Houellebecq esiste, è uno sconosciuto totale.

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La pletora di “Più libri più liberi” produce testi di edificante propaganda ideologica, quanto di più distante esista da ciò che è letteratura, e sono pure persuasi, da perfetti cretini quali sono, che per creare arte si debba avere, più che la dote artistica, l’animo di un monaco laico progressista.

Voi non fatevi fregare, non rifiutate la grande arte letteraria per fare torto a questi 4 invasati. C’è tanto da scoprire e ricordate che è tutto ciò che loro non vi consiglieranno mai di leggere, sono i libri da loro proibiti, quelli scritti dagli autori che loro crocifiggerebbero. Lasciate questa gentaglia a scambiarsi pompini e dolci sviolinate arcobaleno nella propria bolla. La vera arte è altrove.

Matteo Fais

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Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

Un commento su “PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI? COME LA SINISTRA HA UCCISO LA CULTURA PRESSO LE MASSE (di Matteo Fais)

  1. 10 e lode a questo articolo che trovo davvero geniale. Questi sono gli ultimi atti di questi intellettuali chiusi nella loro bolla, state sereni. Non ci scordiamo che Verdi non fu ammesso al conservatorio che oggi porta il suo nome, e che Money non fu ammesso all’accademia d arte. L arte vera per sua natura non può essere inquadrata, controllata.

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