COSA VOTANO I NUOVI ITALIANI (di Andreas Perugini)
Ci sono fake news di destra e altre di sinistra. Poi ci sono quelle di sinistra che diventano istituzionali, come quella dell’emergenza nazionale femminicidi. Alcune nascono a destra per false convinzioni provenienti dalla parte opposta. Ad esempio, a sinistra sono convinti che la propria visione politica sull’immigrazione, a lungo andare, premierà la loro parte perché gli immigrati riconoscenti li voteranno.
Quindi oggi, in entrambi gli schieramenti, persiste la falsa convinzione che i nuovi cittadini, ovvero gli immigrati che ottenuta la cittadinanza possono votare, si riversino in massa a sinistra.
Questa errata persuasione era, ad esempio, alimentata da Bossi che accusava la sinistra di essere immigrazionista proprio per ottenere i voti dei futuri Italiani.
La realtà è, però, un po’ diversa. Occupandomi di exit poll (sondaggi effettuati durante le elezioni, subito dopo l’espressione del voto, all’uscita del seggio) ho personalmente verificato che la maggior parte dei nuovi cittadini vota centro/centro-destra. Ho intervistato addirittura molte donne velate che fiere dichiaravano di aver dato la propria preferenza a Lega o Fratelli di Italia.
Esistono varie ricerche che descrivono i flussi del “voto migratorio” o di seconda generazione verso le destre europee. Ad es. quello che spiega come la cosiddetta “ultradestra” svedese abbia raccolto l’11% del consenso proprio nel bacino dei nuovi cittadini. Nel mio stesso comune di residenza, tutti – dico tutti – i nuovi eletti con origini straniere sono stati candidati in liste di centro/centro-destra.
È un paradosso? No, affatto!
Se si analizza bene, i nuovi cittadini votano a destra perché:
– generalmente provengono da culture più tradizionali e conservatrici, dunque trovano maggiori affinità culturali e valoriali con i programmi del centro-destra che con quelli del centro-sinistra. Difficile, ad es., fare appassionare una famiglia musulmana alle tematiche genderfluid perorate insistentemente a sinistra;
– non vedono di buon occhio l’immigrazione selvaggia e clandestina che li mette in cattiva luce vanificandone gli sforzi di integrazione;
– vivendo spesso in periferia e subendone il degrado, sono più in sintonia con la propaganda delle destre che con le posizioni radical-chic da sinistra ZTL. La periferia è degradata e le gang spadroneggiano? Legge e ordine!;
– spesso gestiscono piccole attività imprenditoriali e quindi sono attratti dai programmi politici che propagandano una minore pressione fiscale;
– molti sono operai e, come quelli autoctoni, sono più in sintonia con il populismo (inteso nella sua accezione originaria positiva);
– come le donne che hanno paradossalmente più possibilità di essere elette nei partiti di centro-destra che in quelli di centro-sinistra, i nuovi cittadini trovano proprio a destra più terreno fertile. Secondo studi sociologici risalenti ormai ai decenni scorsi, le donne emergono a destra perché giocano ad armi pari con gli uomini (semplicemente, anche all’interno del partito, vince il più forte). A sinistra, invece, spesso vengono raggirate con la scusa della solidarietà di partito che con loro fa leva sull’atavico sacrificio altruistico richiesto al genere femminile. Parimenti, a destra, ai nuovi cittadini non viene richiesto di sacrificarsi per il partito e hanno così la motivazione di premere sul massimo proselitismo all’interno delle loro comunità che peraltro, già in partenza, come detto prima, è più propensa a votare conservatore;
– in ultimo, benché certamente in modo minoritario, una parte dei nuovi cittadini, anche per una forma di riconoscimento, nel processo di integrazione, aderisce in toto agli usi e costumi nel nuovo Paese e dal profilo valoriale diventa più italiana degli Italiani. Così, ad es., si comprendono fenomeni come i non rari militanti di origine africana nel Fronte Nazionale francese o in Casapound.
Ovviamente, il fatto che la maggior parte dei nuovi cittadini alla fine voti a destra non significa che altri non facciano l’esatto contrario. Si tratta semplicemente di una tendenza che, comunque, confuta la falsa convinzione che la sinistra possa trarre giovamento da un’immigrazione incontrollata.
Andreas Perugini
L’AUTORE
Andreas Perugini è nato in Svizzera nel 1972. Risiede a Bolzano. Dopo il Liceo Scientifico si è diplomato alla scuola di documentario Zelig ed ha frequentato Sociologia-indirizzo Comunicazioni e Mass media. Dagli anni ’90 lavora come libero professionista. È documentarista ed autore di videoclip musicali e video industriali. È presidente del Cineforum Bolzano aderente alla Federazione Italiana Cineforum. In passato suonava in un gruppo di musica minimalista, i Croma, con cui ha pubblicato il disco Discromatopsia, e in un gruppo Hardcore. Per Harlock, ha dato alle stampe il saggio breve Oltre il Male, dallo stato di natura allo stato politico o di cultura. Attualmente si guadagna da vivere lavorando come rilevatore statistico per Istat e i principali operatori del settore.
Molto interessante. Ho sempre ritenuto il contrario, ovvero che le sinistre favorissero l immigrazione per raccogliere voti. Come dice il proverbio biblico, il malvagio scava una fossa per il giusto e poi ci finisce dentro lui.