LIBERTARI CONTRO LA DEMOCRAZIA (di Ran- Core)
“Pagata dalla Cia”; “Finanziata da Soros”; “Provocazione di guerra”. No, non sono accuse nei confronti di militanti, di sovvertitori organizzati dell’ordine costituito, ma insinuazioni infondate nei confronti di una ragazza che semplicemente ha rivendicato il suo diritto di vestirsi come vuole, non curante dei dettami di una teocrazia repressiva, di una religione che, nella migliore tradizione oscurantista, impone in Iran come una donna dovrebbe vivere, comportarsi, vestirsi, seguendo scrupolosamente i dettami del loro Dio immaginario.
A muovere certe accuse sono sempre loro, i nostri amici complottisti che tra rettiliani, una scia chimica, un tweet contro la farina di grilli e una conferenza sul terrapiattismo, trovano sempre il tempo per difendere a spada tratta ogni schifoso regime che si oppone al “grande Satana”, l’Occidente.
Niente di grave si dirà, mica si può obbligare qualcuno a studiare, a cercare la verità oggettiva, a informarsi. Non si può coercitivamente distogliere un individuo dal guardare la serie sugli 883 e dirgli “caro mio, da oggi studi questo argomento per bene e poi magari ne parli”.
Assolutamente no, essere ignoranti e stupidi è un diritto. Nell’epoca della rete e della conoscenza condivisa, però, risulta anche una scelta deliberata. Così come è un diritto diffondere qualsiasi idea bislacca passi per la mente, anche se amplificata dai social.
Il diritto di parola, infatti, è sacrosanto, dovrebbe essere intoccabile, fino al punto di dover proteggere la possibilità di qualsiasi imbecille di esprimere le proprie idee di merda.
Quello, però, che non dovrebbe essere un diritto è l’abuso della propria idiozia stupidità, ovvero l’utilizzo della propria idiozia per controllare le vite altrui. Se infatti queste idee rimangono nel campo della sfera privata, non si corre alcun pericolo. Il problema, però, sussiste nel momento in cui questi soggetti possono creare un agglomerato che si tramuta in peso politico.
Pensiamo, per esempio, alla possibilità che i pro-vita costituiscano una forza politica. Una volta giunti a maggioranza parlamentare, potrebbero vietare l’interruzione di gravidanza. Oppure, appunto, ai sostenitori degli integralismi religiosi che potrebbero imporre a tutti noi i loro codici morali e l’adorazione del loro amico immaginario.
Non occorre un grande sforzo di fantasia, per figurarsi lo scenario. In Bangladesh, nel 2013, tre blogger furono arrestati con l’accusa di ateismo. Al fatto seguì una manifestazione considerevole di 200 mila persone, ma non contro il Governo, bensì per chiedere l’impiccagione di questi “pericolosi” blasfemi (https://www.bbc.com/news/world-asia-22058462 ).
Fino a che il tuo vicino è convinto che avvengano piogge programmate da parte dell’Ufficio dell’NWO, sezione Pinarella di Cervia, problemi suoi. Ma qui entra in gioco il nostro fragile sistema, la democrazia. Infatti, se la maggioranza degli abitanti di Pinarella si convincono che esistano i rettiliani, raggiungono una massa critica ed eleggono un sindaco che la pensa come loro, allora abbiamo una seccatura e bella grossa.
Allo stesso modo se venisse eletta una maggioranza parlamentare che sostenesse una feroce dittatura come quella iraniana, andremmo incontro a non poche pastoie. Sicuramente sono al momento solo fantasie, ma non del tutto campate in aria. Come tutelarsi?
Esiste solo un modo efficace: l’esclusione dal voto di certi soggetti. Si può già sentire il profumo di pecora di chi bela contro questa affermazione. Ma, se guardiamo alla realtà oggettiva, il nostro sistema opera già qualcosa di simile nell’accesso al voto: i sedicenni non possono votare, i migranti neanche.
Si tratta solo, quindi, di cambiare il discrimine, non più anagrafico o etnico, ma sulla preparazione di base, sulla comprensione di un testo e sulla capacità di saper valutare ciò che è un parto della fantasia e su ciò che è razionale, logico, oggettivo.
Per fare un esempio pratico, in Italia ci fu Beatrice Casartelli, 17 anni, esclusa dal voto, ma ammessa al MIT di Boston. Perché Beatrice non può votare, ma un tossico semianalfabeta sì? Dove sta la razionalità in tutto questo?
L’Epistocrazia, inoltre, ha un forte elemento difensivo. Ovvero, il tuo diritto di voto, in realtà, è un esercizio di potere nei confronti di altri soggetti. Se devi esercitare un potere dovresti essere in grado di farlo. Avviene già per tantissimi campi: se vuoi guidare un’automobile devi dimostrare di essere in grado di poterlo fare e di non scambiare vecchiette sulle strisce per birilli da bowling da stendere.
Allo stesso modo, per quale motivo chiunque dovrebbe poter votare su temi come immigrazione, nucleare, infrastrutture, affidandosi a illusorie promesse dei politici, senza comprendere che sono irrealizzabili e utilizzate esclusivamente per fini propagandistici? Mi metto già il giubbotto antiproiettile, contro le accuse di fascismo, ma è stata proprio la democrazia a conferire la maggioranza al listone di Mussolini.
Perché questo non dovrebbe avvenire per qualcosa di molto delicato e di responsabilità come votare? Pensiamo a un ospedale, in cui le decisioni sulle cure da effettuare a un paziente, anziché decise in modo collegiale da chi ne ha le competenze, fossero prese su base di quel noto “uno vale uno”, dando lo stesso peso decisionale agli operatori della mensa o a chi si occupa delle pulizie. Nessuno vuole accusare questi ultimi di essere stupidi, ma semplicemente di non avere competenza sulla materia.
Eppure, persino negli ambienti libertari si parla di Epistocrazia. È il caso di Jason Brennan che, nel suo libro Contro la democrazia, codifica il principio di “anti-autoritá”, ovvero “quando alcuni cittadini sono moralmente irragionevoli, ignoranti o politicamente incompetenti, è lecito non consentire loro di esercitare autorità politica sugli altri. O impedendo loro di detenere il potere o riducendo il potere che hanno al fine di proteggere persone innocenti dalla loro incompetenza”.
Non si tratta di restringere il campo delle idee e il confronto democratico, afferma sempre Brennan. “Se siete dei socialisti democratici, vi sto proponendo di prendere in considerazione di diventare dei socialisti epistocratici. Se siete dei repubblicani conservatori, sto dicendo che dovreste prendere in considerazione l’idea di diventare degli epistocratici conservatori. Se siete degli anarco-capitalisti libertari o degli anarco-sindacalisti di sinistra, vi consiglio di prendere in considerazione l’epistocrazia quale possibile miglioramento della democrazia attuale, anche se pensate che sarebbe meglio l’anarchia.”
Per fare un buon esempio di come sia un danno l’accesso alla politica degli ignoranti, nel dicembre 2006, l’allora Ministro della Salute, Livia Turco (DS) aveva emanato un’Ordinanza di “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani”, con una lista di razze canine a rischio di aggressività, tra cui i Pit Bull, nonostante il parere contrario di veterinari ed educatori cinofili (ovvero di competenti in materia)
Poi, il 23 marzo 2009, una nuova Ordinanza, a firma del Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini (Lega Nord) ha cancellato la lista di razze canine pericolose, specificando che quella precedente “non solo non ha ridotto gli episodi di aggressione ma, come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza a una razza o ai suoi incroci”. Sulla scia di questa Legge, negli ultimi anni, si è pensato di impiegare i Pit Bull in attività di Pet Therapy in Italia.
Come si evince, non conta lo schieramento politico: gli idioti anti-scientifici e anti-razionali si trovano in ogni schieramento politico. Il Partito Democratico forse è quello più anti-razionale che esista nella rosa. La Lega sovente non è da meno su tanti altri temi, ma in questo caso non lo fu affatto.
L’Epistocrazia corregge proprio questo bug nel sistema vigente, andando a far accedere a cariche pubbliche esclusivamente persone competenti in quella specifica materia e dando accesso al voto a chi è altrettanto ferrato, magari integrandola con una forma di democrazia diretta.
Non ritengo debba piacertvi per forza. Alla fine c’è anche chi preferisce, anziché andare dal medico, farsi curare a suon di preghiere al Santo patrono. Ma una cosa è certa, ciò che è un’idea anti-razionale nella sfera privata può diventare nociva nella sfera delle decisioni pubbliche.
Ran-Core
Ran-Core viene costruito a Pisa negli anni ’80. Il nome deriva da Ran, che in giapponese significa “disordine”, “Caos”, e da Core “cuore”. Musicista punk, grafico d’assalto, eretico freelance, satanista e articolista a tempo trovato.
La democrazia è un sistema fallimentare proprio perché uno conta uno, e quindi il mio voto di pluri laureato conta quanto la cassiera del supermercato con la terza media.
Quante persone votano senza sapere cosa sia il bicameralismo o il presidente della Repubblica?
Purtroppo sono diventato profondamente cinico e individualista, cittadino del mondo.