LA GENTE HA TROPPO TEMPO LIBERO E STA TROPPO BENE (di Matteo Fais)
Non ci si stancherà mai di ripeterlo abbastanza, i social sono un osservatorio antropologico come mai se ne sono avuti nella storia. Infatti è folle non avere un account almeno su una delle varie piattaforme, se non altro per dare una sbirciata sul mondo e le sue pazzie. Tanto più che, in questi spazi, la gente si sbottona come mai avrebbe il coraggio di fare al bar o in altri contesti sociali.
Nei decenni trascorsi, quando i quotidiani parlavano di terrapiattisti, di gente adoratrice di Adolf Hitler, di astronavi e alieni intravisti nel cielo scuro della campagna, davvero si rideva pensando che tutto sommato si trattasse di invenzioni giornalistiche create ad arte per riempire pagine di giornali.
No, dannazione, questa gente esiste davvero e vive in mezzo a noi. Su Facebook, senza tanti sforzi, non è raro imbattersi in qualcuno dei loro post. Quelli che pensano che le piramidi siano state costruite da strani esseri umani giganteschi ci sono sul serio. E il bello è che sono convinti che le pagine dei libri di storia siano state riscritte per cancellare ritrovamenti archeologici e altre idiozie simili – naturalmente, nessuno di loro ha mai portato uno straccio di prova.
Non uno che chiarisca mai le ragioni di tali oscurità fatte cadere sulla storia – per esempio, quelle sulle piramidi, tanto per restare in tema. Non uno che ci chiarisca perché qualcuno – ma chi? – avrebbe tutto l’interesse a riempire il cielo di sostanze in modo da causare alluvioni e tornadi. Alcuni sostengono che sarebbero gli americani – che strano, sempre loro! –, al fine di far perdere valore ai territori italiani e acquistarli per due soldi – gli americani che comprano territori italiani? Eppure, le catastrofi naturali, come si può notare, capitano in Emilia, in Spagna, ma anche oltreoceano, con l’uragano Helene.
Ma inutile anche stare a discutere in merito. C’è solo da constatare la follia di un popolo preda di un delirio paranoide, stadio avanzato della passione malata per il calcio – sempre detto, ci vorrebbe lo psicologo di cittadinanza.
L’unica cosa per certi versi positiva è che tanto delirio significa solo una cosa, con lo scollamento dalla realtà che questo comporta, ovvero che la quotidianità non deve essere poi così problematica. Se la gente ha tempo e modo di preoccuparsi dello sbarco sulla luna, roba di più di cinquant’anni fa, significa che ha la pancia piena e tanto tantissimo tempo da riempire in attività inutili.
Berlusconi non aveva tutti i torti, quando diceva che i ristoranti sono pieni. Se la gente non avesse di che mettere insieme il pranzo con la cena, state certi che gli argomenti di discussione sarebbero ben diversi da scie chimiche, costruzione delle piramidi, Turetta inesistente e generato dall’AI, o complotti di poteri forti satanisti che nessuno ha mai visto, frutto della fantasia di qualche pensionato in preda ai fumi del grappin.
Suvvia, in Italia non si sta male. Certo, non si naviga nell’oro e non si mangia aragosta tutti i giorni, ma certamente non si è nella merda come piace blaterare a molti. Andate in un all you can eat e guardate: bisogna fare a pugni per avere un tavolo. Il che, tanto per chiarirci, sono comunque 40 euro minimo per due persone. Oggi, nessuno mangia più pane e cipolla, come un tempo.
Giova constatare, comunque, tra le altre cose, che veramente qui in Italia, se non abbiamo un problema, ce lo inventiamo subito. Ci piace troppo, non possiamo mai stare tranquilli. I problemi, per noi sono un po’ come il diavolo che spunta fuori in ogni narrazione popolare che abbia come ambientazione un sentiero di campagna.
Sì, ecco siamo esattamente così: se nessuno ci dà fastidio, noi ci inventiamo di aver visto il demonio e, al ritorno a casa, lo raccontiamo con tanta convinzione che finiamo per credere alle nostre stesse minchiate.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)