Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

883 – UNA TRAGEDIA TUTTA ITALIANA (di Matteo Fais)

“Intra una gente/ Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso/ Argomento di riso e di trastullo,/ Son dottrina e saper” (Giacomo Leopardi, Le ricordanze)

“Di questa terra senza misura / Che già confonde la notte e il giorno / E la partenza con il ritorno / E la ricchezza con il rumore / Ed il diritto con il favore / E l’innocente col criminale /Ed il diritto col carnevale” (Francesco De Gregori, Adelante Adelante)

Quando i conservatori vi parlano, con pancia in dentro e petto in fuori, di italianità, la domanda sorge spontanea: ma di che minchia stanno discutendo? Certamente non di Dante o Petrarca, che nessuno si fila.

Sarebbe bello essere un grande Paese, di quelli che fanno la storia, con politici come la Thatcher, vitali come l’America, tecnologicamente creativi come il Giappone. Il fatto è che questa nostra Nazione avrebbe anche – e ancora – qualcosa da dare, ma agli italiani non gliene frega un cazzo di essere grandi, perché amano essere degli stronzi qualsiasi.

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

Qui da noi, se vali qualcosa, non vali niente per le masse. Queste desiderano unicamente prodotti a propria misura e dimensione, tagliati per calzare perfettamente con la loro ignoranza e quella disgraziata tendenza al disimpegno più totale.

Non è un caso che qui si faccia una seria televisiva sulla storia degli 883 e non, per esempio, sugli Afterhours, una band che nulla avrebbe avuto da invidiare a quelle straniere coeve – noi siamo riusciti a rendere addirittura un poeta della canzone come Manuel Agnelli più patetico degli 883, tramutandolo in giudice di X Factor.

È uscito il secondo numero del nostro magazine, un mensile con contenuti inediti. Potrai sfogliarlo gratuitamente al seguente indirizzo: https://www.calameo.com/read/007748197f75769033220

Il fatto è che l’esperimento di Max Pezzali e Mauro Repetto porta in sé, ontologicamente sintetizzata, l’essenza di un popolo senza arte né parte – altro che “di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”. Questa è un’umanità che vive entro un’antropologia da culto del weekend, del bar, della sala giochi, della mano morta in culo mentre si balla in discoteca.

Insomma, l’italiano è un poveretto a cui manca una dimensione mentale superiore. Che poi uno di loro ce la faccia – si tratti della Ferragni o di Pezzali non cambia – vuole dire poco o niente. Ci riesce semplicemente perché solletica le emozioni più basse della folla e l’immediata identificazione con una visione del mondo infima e degradante, fatta di pensieri gretti, di piccoli piaceri da omuncoli.

L’ESORDIO POETICO DI MATTEO FAIS È ACQUISTABILE ALL’INDIRIZZO: http://www.delta3edizioni.com/bookshop/poesia/405-l-alba-e-una-stronza-come-te-9791255141198.html

L’Italia ha un problema di povertà, umana e intellettuale, è proletaria nell’anima. Abbiamo incontrato difficoltà anche a far tradurre il nostro Leopardi e alle mostre in sua memoria non ci va nessuno, ma facciamo la serie sugli 883. Siamo proprio degli sfigati, roba da Rotta per casa di Dio, il cui massimo afflato lirico è rappresentato da Gli anni. Ma dove vogliamo andare! Due discoteche, 106 farmacie e una cultura da “Tv Sorrisi e Canzoni”. Praticamente, ci interessa solo lo scazzo, la festicciola, la gita fuori porta a pasquetta. Siamo nazional ultra popolari .

Noi non abbiamo ideali, aspirazioni, solo passatempi. Se Steve Jobs fosse nato qui, appenderebbe manifesti. Persino Primo Levi andò incontro a dei rifiuti cercando di far pubblicare Se questo è un uomo, un testo unico nel suo genere, che ha segnato la storia della letteratura.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Tutto ciò perché alla fin fine il Paese Reale è questo, esalta solo ciò che è bassezza. Noi non abbiamo un Woody Allen perché siamo roba da Lino Banfi – anzi, almeno lui è geniale nel suo. La nostra è una comicità non esportabile perché casalinga, da battutaccia in piazza quando passa il signore pingue o calvo. Non possiamo raggiungere i vertici di un Ricky Gervais.

È una tragedia, è roba da farsi il segno della croce – o forse meglio toccarsi le palle, che sarebbe più consono. Gli 883 ne sono stati i degni rappresentanti e, da sempre, vengono periodicamente rivalutati perché incarnazione dello spirito del popolo peggiore, quello che guarda con sospetto a ogni manifestazione culturale improntata a dare una scossa alle masse, a spingerle a fare un passo oltre la solita vasca in centro e l’aperitivo. Lo stesso popolo che ha fatto salire al potere chiunque gli abbia promesso di sgravarlo dal peso delle proprie responsabilità, quello che sembra uscito direttamente dalle pagine di Psicologia delle folle di Gustave Le Bon. Dovremmo vergognarci, invece di tutto ciò noi ne facciamo una bandiera e, magari, difendiamo pure il nostro essere italiani, come se un filippino o uno appena sceso dal barcone non potesse tranquillamente arrivare a un livello intellettuale da 883.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81

Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14

Telefono e WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)

Un commento su “883 – UNA TRAGEDIA TUTTA ITALIANA (di Matteo Fais)

  1. Il qualunquismo e la mediocrità sono i più grandi mali dell’Italia. Nell anglosfera hanno si Taylor Swift che rappresenta la cassiera del supermercato, ma hanno anche i Genesis, i Pink Floyd, i Rolling Stones. Gli italiani pensano di essere migliori in virtù del loro passato, proprio come il figlio di papà che va alla scuola privata si sente figo perché indossa le Balenciaga da 600 euro pagate con soldi non suoi. Vedendo la Grecia sappiamo bene che fine fa chi si sente importante solo perché i suoi avi sono stati grandi.

    Il problema non sono gli 883, sicuramente anche nell anglosfera avranno artisti di basso livello del genere. Il problema è che noi li celebriamo come se non avessimo altro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *