Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

BISOGNA RISCOPRIRE LA FRATELLANZA VIRILE (di Matteo Fais)

A guardarsi intorno, si notano tanti maschi a cui palesemente è mancata una figura genitoriale maschile forte. La rabbia incontrollata, come la debolezza dilagante – di cui la prima è solo una manifestazione –, ne sono la prova.

Generazioni e generazioni sono state cresciute in massima parte da donne, dall’asilo all’università, e i risultati si vedono. Non che gli uomini non abbiano niente da imparare dal genere opposto, ci mancherebbe, ma le donne non ti potranno mai insegnare a fare l’uomo, semplicemente perché loro non ne possono avere cognizione, per evidenti questioni biologiche. Se si vuole andare per mare, bisogna recarsi dal marinaio, c’è poco da fare, non dalla cuoca.

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Va da sé che per diventare maschi bisogna trovarsi in mezzo ad altri che siano tali e, possibilmente, già formati, per ricevere consiglio e indirizzo. Non ti serve una che ti spieghi per filo e per segno come funziona il ciclo, per il mero fatto che, a meno di gravi anomalie, tu non perderai mai sangue in mezzo alle gambe. Casomai, qualcuno ti deve chiarire perché ti viene duro e farti capire che in tutto ciò non vi è niente di male. È la tua intima natura e ci devi fare i conti.

Loro, giustamente, pensano ai trucchi, alla depilazione, alle cose da donne insomma e non vi è niente di sbagliato: ognuno deve conoscere le proprie armi, prima di scendere sul campo di battaglia. Come in ogni azienda, organizzazione o Stato, ciascuno deve badare al suo ambito e gestirlo al meglio.

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È abbastanza ovvio che un maschio messo in mano a sole femmine non potrà mai venire su pienamente risolto, perché nessuna donna potrà fornirgli tutti gli strumenti di cui necessita per stare al mondo come vi deve stare un uomo. La donna può trasmettergli solo un pensiero da donna che è per sua natura segnato da una peculiarità nella visione, al netto di tutti i costrutti culturali. Non c’è niente di strano che una creatura tendenzialmente più debole, sul piano fisico, non abbia le tue stesse risposte di fronte alla realtà. Un corpo con una determinata struttura, in un certo qual modo, sottende un destino: se c’è un sacco di cemento per terra da spostare, nessuno si sognerebbe di scomodare una ragazza di quaranta chili.

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Non parliamo, poi, di cosa potrebbe succedere se, a insegnare l’arte della seduzione, uno si trovasse sotto un magistero unicamente femminile: un maschio non sarà mai come lo vorrebbe una donna – grazie al cielo –; esattamente come nessuna sarà mai come ce la figuriamo noi, con l’immaginazione maschile, salvo che nel mito del pigmalione. La femmina tenderà, giustamente anche, di suo, a neutralizzare la virilità che tanti problemi potrebbe causarle, pur sapendo che da questa dipende il suo piacere.

Per tal motivo è terribilmente nocivo che un maschio, specie durante la sua formazione emotiva e fisica, sia chiuso in un cerchio di sole donne: lo trasformerebbero in una delle tante caricature che vediamo oggi in giro. Non che un maschio non debba piangere, o stronzate simili, ma deve imparare a soffrire virilmente – non che il modo di soffrire del genere opposto sia sbagliato, è giusto per le donne.

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Per tutta questa serie di motivi è importante anche riscoprire la fratellanza, l’incontro tra amici e lo scambio di consigli. E, ancora più importante, sarebbe, per i maschi un poco più maturi, farsi carico di tutti coloro che sono cresciuti senza orientamento, privi di quel discorso maschile duro e fuori dai denti che tempra lo spirito e che, inevitabilmente, non potrà giungere da altre sedi.

Bisogna ricominciare a parlarsi tra uomini e supportarsi, anche perché solo tra noi lo si può fare in un certo modo. Lì dove si aggiungesse una donna, sarebbe impossibile non mutare i toni ed è giusto così. Tra di noi ci si capisce, con loro ci si deve spiegare e venire incontro.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)

Un commento su “BISOGNA RISCOPRIRE LA FRATELLANZA VIRILE (di Matteo Fais)

  1. Pienamente concorde. La società moderna è di fatto un matriarcato dove le donne detengono il potere sulle questioni più importanti: relazioni, famiglia, cultura.

    Agli uomini è relegato il marginale compito di lavorare, e anzi “guadagnano pure troppo rispetto alle donne”.

    Come se essere uomo costituisse un vantaggio nel mondo del lavoro, se fossi una bella donna avrei spalancate porte inimmaginabili per me e con metà del talento potrei ottenere il quintuplo.

    Ci sono due possibili esiti. La fine della civiltà occidentale per mano di una cultura virile (es. Islam) oppure un cambio di rotta repentino che ridia agli uomini una dignità nella società.

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