LA TRISTEZZA DELLA PIAZZA PRO SALVINI (di Matteo Fais)
L’unica cosa certa del popolo di Destra, in Italia, è che fa tristezza! Basterebbe guardare alla piazza che, in teoria, si è riunita per sostenere il leader della Lega, Matteo Salvini, nel processo per avere impedito, 5 anni fa, quando era Ministro dell’Interno nel governo Conte, lo sbarco a 147 migranti soccorsi dalla Open Arms e rimasti in mare per 19 giorni. C’erano 4 persone in croce.
Certo, in carcere non finirà, perché sempre e comunque si tratta di Matteo Salvini, ma gliela faranno pagare, per dare un esempio agli altri. Eppure, ciò, adesso, è secondario. Si può anche sacrificare la vita, per le proprie idee, se è il caso. Il problema è che la gente di Destra non c’era, latitava, proprio quando avrebbe dovuto farsi sentire.
Come si è già avuto modo di scrivere su queste pagine, la situazione nel Paese degenera anche perché i sostenitori di una certa parte politica non hanno alcun senso civico, non hanno idea di cosa voglia dire partecipare alla vita democratica di una nazione.
Salvini è un uomo solo, privo dell’appoggio di tutti coloro che, quotidianamente, non fanno altro che lamentarsi per il dilagare di un’immigrazione incontrollata, la quale è tale anche perché non si vede alcuna protesta da parte delle masse.
Il leader della Lega sta sperimentando sulla propria pelle il motivo per cui da noi non conviene minimamente schierarsi per una buona causa, se questa non è portata avanti dalla Sinistra: quando ci si guarda alle spalle, ci si rende conto di non avere nessuno. Dal “sei tutti noi” a “adesso, sono cazzi tuoi” è un attimo.
Ciò che l’ex Ministro comprenderà è che i like su Facebook valgono quanto i soldi del Monopoli. Meglio fare l’influencer, se uno vuole basare la propria vita su quelli: meno stress, rischi, e più introiti. Perché, alla fin fine, la vita vera è sempre là fuori, oltre lo schermo del computer.
Se le piazze fossero piene di tutta la gente che dice di essere contro l’invasione, potete stare certi che anche la magistratura dovrebbe darsi una regolata. Invece, sanno benissimo che, pure se dovessero dargli l’ergastolo, non succederebbe niente, anzi i compagni invaderebbero Roma per giubilare tutti insieme.
Ma la gente di Destra, quelli che lo idolatravano, che lo chiamavano “Capitano”, se ne laverebbero le mani, lasciandolo marcire in galera. Tutto ciò senza neppure capire che se oggi Salvini viene punito per ciò che ha fatto – un sacrosanto atto di forza in risposta al terrorismo di un potere parallelo a quello dello Stato –, chiunque, in futuro, si guarderà bene per imitarne le gesta e l’Italia sarà fottuta.
L’abbiamo detto, stradetto, ma giova comunque ripeterlo: la Destra in Italia non va avanti perché schierarsi con questa non paga, anzi è mortale. I compagni difendono chi si fa tedoforo delle loro istanze. Di più, sono loro a rischiare la galera per i propri leader. A Destra, ce la sognamo gente con tanto onore e riconoscenza.
Il popolo della nostra parte è un bacino ripugnante di gentaglia da abbandonare a sé stessa. Sacrificarsi per questi sarebbe follia. Un leader con le palle non lo meritano. L’unico vero errore di Salvini è stato farsi loro portavoce.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)