IL PRIVILEGIO DI ESSERE VITTIME: PERCHÉ PIACE TANTO A DONNE E UOMINI (di Matteo Fais)
Tutti quanti hanno un amico che è un gran playboy e sotto sotto lo invidiano un pochino, pensando “Che gran rotto in culo!”. In effetti, per fare il donnaiolo, ci vuole un dono di base, il fisico bestiale – o, quantomeno, bisogna risultare attraenti, per un qualche motivo, agli occhi delle donne. È altresì vero, però, che qualsiasi talento di base non basta, o dura poco, senza disciplina, applicazione e addestramento. Insomma, si può avere l’altezza giusta per essere un giocatore di basket NBA, poi, però, bisogna allenarsi, fare la vita d’atleta, conservare le energie, giocare le partite e vincerle.
Tornando all’esempio del playboy, si sarà notato che questo si reca in visita da parrucchiere ed estetista ogni settimana, fa le lampade, corre a farsi tingere ogni capello o pelo di barba bianco che gli spunta, si sottopone a un trattamento da femmina al sabato sera ogni volta che deve mettere un piede fuori dalla soglia di casa. In buona sostanza la fica per lui non è un passatempo, bensì una vera e propria occupazione a tempo pieno. Siete sicuri che reggereste una tale rottura di palle?
Molto più comodo sedersi sul divano a imbolsire, mangiando pane e Nutella, piuttosto che prendersi cura di sé stessi sul piano fisico ed evitando la sciatteria nel vestire. Tanto più che il mondo è pieno di altre vittime con cui solidarizzare: è sempre più facile sentirsi impotenti in 200 che trovare amici tra chi si contende il podio. Dicono giustamente gli inglesi che “misery loves company”.
Tra le altre cose, come si potrà notare, tutti ritengono che il successo ripaghi ampiamente per i sacrifici. Nessuno ha mai pensato che, dal pianista al cantante come Lucio Battisti, per arrivare a certi livelli e restarci, senza ridursi al ruolo di meteora, bisogna magari sciropparsi 8 ore di pianoforte al giorno, viaggiare avanti e indietro per alberghi – e, come diceva un noto chitarrista all’intervistatore, “Tutti mi dicono che sono fortunato a girare per il mondo, ma Parigi, per me, si limita a questo albergo. Non posso fare il turista, dovendomi esibire stasera, rilasciare nel mentre 10 interviste. E, domani mattina, riparto per l’America”.
Non è vero che essere vittime non ripaga. E non è un caso che le donne, per esempio, nel pantano del vittimismo ci sguazzino oramai senza più remore. Loro sono sempre martiri del patriarcato, del maschio insicuro e narcisista, del maniaco e via accumulando con perverso compiacimento. Avete mai visto una chiedersi “Ma non sarà che, se incontro solo stronzi, forse vale il principio pares cum paribus facillime congregantur?!”. No, non lo fa quasi nessuna, perché sarebbe troppo dura assumersi certe responsabilità rispetto alla propria vita.
Anche i social ci danno ampia dimostrazione del principio in questione. Che tu debba promuovere il tuo libro di poesia – vabbè, in quel caso, si tocca il vertice del frignare – o un qualunque prodotto artistico, non vi è niente di più proficuo dello squadernare al mondo tutti i propri traumi, la depressione, la tendenza manipolativa di tua madre, quella all’abuso di tuo padre, la mano in culo che ti mise l’amico di famiglia quando avevi 12 anni e che ti è rimasta dentro come una spina in cuore, malgrado oramai abbia superato i 40. A quel punto partirà il profluvio di “Poverino/a, come ti capisco”, “Tesoro, tu sei una persona forte, continua a lottare”.
“Vittime! Non lo siamo tutti?”, diceva il personaggio incarnato da Brandon Lee in Il Corvo. Certo che lo siamo e ci piace da morire, tanto da autosabotarci costantemente. L’uomo che ha una possibilità su mille di trovarsi una compagna è proprio quello che si chiude in casa a doppia mandata, invece di tentare il tutto per tutto – cosa che il playboy non ha certo bisogno di fare –, di giocarsi la sorte in ogni modo. Inutile spiegargli che chi è rimasto con gli ultimi 5 euro in tasca può solo rischiare, comprando un biglietto del Superenalotto, non certo mettersi in testa di risparmiare per il futuro.
Per vincere, ci vuole sacrificio e ci si ritrova sempre soli. Perdere è gratis e si accompagna sempre alla sua, per quanto squallida, soddisfazione. La vittima scatena l’empatia, nel vincitore non si rispecchia mai nessuno, lo si invidia e basta.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)
“ L’uomo che ha una possibilità su mille di trovarsi una compagna è proprio quello che si chiude in casa a doppia mandata, invece di tentare il tutto per tutto”
Direi che questo è un comportamento perfettamente razionale: perché sprecare energie, tempo e denaro per raggiungere un obiettivo irrealizzabile, con il rischio di ridurre a zero la propria già traballante autostima, nel migliore dei casi, o di imbattersi in qualche pazza furiosa sfruttatrice, nel peggiore?
Le donne non sono l’aria che respiriamo. Si vive anche senza.
Molto meglio allora impiegare il proprio tempo in attività che abbiano una maggiore probabilità di successo o di soddisfazione.
Purché, poi, non facciano le vittime. Che rinuncino e la smettano di frignare.
Certamente. Vero è che il frignone medio è in realtà colui che, nonostante biologia, finanza e buon senso suggerirebbero il contrario, ci prova di continuo e indefessamente, vedendosi quale impavido avventuriero.
Puntualmente, costui deve poi fare i conti con la dura realtà e, sconfitto, si rifugia nei social a stramaledire le donne il tempo ed il governo.
Echeccazzo, verrebbe da dirgli, se viaggi in curva sul ghiaccio con una panda che ha le gomme liscie, non è che ti puoi lamentare se poi ti sfracelli!
Al contrario, quando comprende che il gioco è a proprio sfavore, un individuo mentalmente sano si alza dal tavolo e va a spendere il proprio denaro altrove, senza indulgere in inutili piagnistei.