LA FOLLE ISTIGAZIONE ALL’ODIO CONTRO GLI EBREI PERMESSA DAI SOCIAL (di Matteo Fais)
La prima cosa da capire è che non si tratta di semplice libertà di espressione. Paradossalmente, asserire qualcosa come “io non amo gli omosessuali, anzi mi ripugnano” sarebbe maggiormente tollerabile perché, per quanto discutibile e certo non richiesta, fin tanto che ci si limita all’esternazione, resta una mera opinione – in effetti, con buona pace dei woke, non si può imporre a nessuno di apprezzare le tendenze sessuali altrui.
Nel caso degli ebrei, l’odio, che impunemente si manifesta nei loro confronti sui social – e viene evidentemente permesso da chi gestisce l’algoritmo –, è un vero e proprio tentativo di avvelenamento dei pozzi. La volontà è di paventare una presenza di questi dietro ogni fenomeno sociale, economico e politico dalle connotazione negative, o presunte tali, che conosciamo.
Per esempio c’è chi sostiene che la fine della famiglia tradizionale, generata dalla liberazione sessuale dei costumi e dall’indipendenza femminile, sarebbe indotta da questi a mezzo del controllo dell’industria dell’intrattenimento. A parte la boiata di pensare che una inizi a mollarla a destra e manca per aver visto una serie Netflix, o dopo aver ascoltato Girls Just Wanna Have Fun di Cyndi Lauper – qualcuno lo pensa sul serio –, ovviamente non vengono mai fatti i nomi di chi sarebbe dietro un tale processo di manomissione delle menti. Li chiamano genericamente “gli ebrei” – ma raramente sono così espliciti. Più di frequente utilizzano appellativi come “i nasoni”. Ultimamente, un termine con cui cercano di aggirare l’algoritmo è “gli etruschi”.
La situazione si è oramai fatta molto pericolosa, anche perché non tanto dissimile da quella della Germania tra gli anni ’20 e’30. Il punto è l’insinuazione priva di prove e l’estensione a un intero popolo di responsabilità che, anche qualora dovessero sussistere, possono essere solo individuali.
Inutile, tra le altre cose, cercare di far ragionare questi soggetti paranoici, magari facendo notare che gli ebrei potrebbero avere tutti gli interessi fuorché quello di minare dall’interno l’Occidente, o indebolirlo, per esempio fomentando l’invasione islamica, non fosse altro perché Israele esiste solo grazie al supporto di America ed Europa, altrimenti scomparirebbe dalla cartina geografica in un quarto d’ora.
Purtroppo, a troppe persone non è stato insegnato a ragionare e potrebbero facilmente confondere illazioni con prove, senza mai essere portati a indagare sulla veridicità delle prime. Del resto, chi si arrischia a replicare a soggetti simili riceve solo una serie di insulti, come quello di essere “al soldo di Soros” o un “agente del Mossad in incognito” – i paranoici sono sempre convinti che le trame oscure arrivino anche ai livelli più bassi, fino a contemplare persino il panettiere o il salumiere.
Questa pazzia dilaga in Occidente, specie con il conflitto in corso, e i gestori dei social non fanno niente. Quando certi commenti vengono segnalati per palese incitamento all’odio razziale, loro semplicemente se ne fregano, non rispondono. Esistono pagine e pagine, gruppi su gruppi in cui questo scempio si verifica quotidianamente, qui nel nostro Paese – immaginate cosa potrà accadere nel resto del mondo. Io, se fossi ebreo, oggi come oggi, in Italia, non dormirei sogni tranquilli.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)
Una questione fondamentale va chiarita definitivamente. La differenza tra il discorso da bar e fare politica.
L Italia si è ritagliata quella posizione che oggi occupa nel mondo grazie al pragmatismo dei suoi fondatori, e l’unica grande sconfitta che abbiamo subito la dobbiamo all ideologia becera.
Se Mussolini avesse usato il cervello anziché l’ideologia avrebbe potuto fare uno squillo di telefono agli angloamericani e chiedere “ok ma se mi alleo con voi cosa mi date?”
L’occidente non può certo sperare che sia l iran ad avere la meglio su Israele. L Islam, inutile negarlo, è incompatibile con la nostra cultura e civiltà.
Immaginate un mondo dove vostra figlia non può studiare pianoforte o letteratura, dove deve andare in giro col velo. (e qui la vergogna delle femministe di sinistra che appoggiano questo).
Poi se la vittoria dell Iran può trasformare l’Italia in una potenza pari a quella della Cina, allora posso farci anche una pensata, ma in caso contrario dal punto di vista geopolitico per noi non c è altro futuro che nella nato e come alleati di israele. Quando avranno finito di distruggere Israele è da noi che verranno (500 anni fa, non 5000, la Turchia controllava mezzo mediterraneo e mezza Europa.)
Sicuramente ci sarà più di qualche ebreo radical chic che appoggia le immigrazioni incontrollate (Soros, Hollywood etc.), ma in questo momento è l islam ad essere una minaccia per la sopravvivenza della cultura occidentale e Israele sta prendendo gli schiaffi al posto nostro.
Assolutamente vero