ASCOLTARE BACH È PREPARARSI A MORIRE – IN RICORDO DI UGO SALOMONE, IL LIBRAIO PAR EXCELLENCE (di Tomaso Tiddia)
Ugo Salomone a Cagliari era per tutti il libraio per eccellenza. Gestiva la libreria Biblos, in via Oristano. Una via non importante, defilata, ma in prossimità di grandi arterie cittadine. Era il luogo dove ritirarsi, come in una piccola chiesa campestre, in un ipogeo, per farsi cercare e trovare da un buon libro, che sempre ti attende nel silenzio.
E i buoni libri, a Ugo, non sono mai mancati. Nel suo vascello non mancavano mai i testi necessari, quelli del catalogo della vita. Le logiche che seguiva, lo dico da libraio, non erano solo quelle editoriali, anzi. Ugo era un grande lettore. Spesso potevo incontrarlo con un volume sotto braccio o in mano, con il dito tra le pagine, per tenere il segno, la mattina prestissimo, mentre camminava, ancora buio, per recarsi in libreria.
La sua piccola vetrina risplendeva sempre, come la teca nel santuario di ex voto del futuro. Infatti, ogni novità che lui ospitasse era accuratamente vagliata — da bibliotecario — ed era già un classico, se stava dietro quel cristallo.
Quand’ero ancora un ragazzo e rincorrevo i miei studi, prima d’iniziare anch’io a lavorare nel settore, scendendo dalla vicina via Garibaldi, dov’ero stato alle Paoline per cercare i dodici volumi dei diari di Kierkegaard — il piccolo della Bur non mi bastava più —, m’imbattei, per la prima volta, nella serpentina che da lì porta in piazza Gramsci, in questa piccola libreria fuori dal tempo, con dentro il suo sacerdote.
Sì, proprio così, Ugo Salomone era un uomo ieratico. Mi colpirono subito la sua gentilezza e la sua sicurezza, non commerciali né commerciabili. Mentre guardavo tra i suoi scaffali mi apparvero i dodici. Fu così che tornai a casa con il grande danese.
Qualche anno fa, ormai libraio anch’io, entrando da lui per un saluto, mi colpì una tela su cui stava lavorando – Ugo Salomone dipingeva! — raffigurante Johann Sebastian Bach. Bach aveva gli occhi di Ugo, era Ugo! Parlammo a lungo del nostro amore per il compositore, e gli chiesi se conoscesse il Padre nostro per organo. Annuì con un profondo e silenzioso sì.
Sì, Ugo Salomone avrà certo sentito un’ultima volta quelle note variare nel suo cuore prima di morire, perché ascoltare Bach è prepararsi alla morte. Ciao Ugo.
Tommaso Tiddia
Grazie per questo requiem, lui era proprio così, un sacerdote laico che illuminava senza sorriso, senza fronzoli, con il solo coraggio di non voler piacere a tutti i costi. Per me è un dolore che non posso spiegare, perderlo. Lo so, rimarrà negli scaffali e nei miei stanchi pensieri, tra kent Haruf e Camilleri. Ma sono triste, proprio triste. Grazie ancora, parole uniche le tue.