LE CONSIGLIERE CHE SI SENTONO MOLESTATE PER UN COMPLIMENTO (di Matteo Fais)
Sembrerebbe quasi una barzelletta, ma il contrario del bacchettonismo, in Italia, si risolve sempre in altrettanto bacchettonismo uguale, proveniente dalla direzione opposta. Ecco perché, dopo la repressione sessuale che, giustamente, in tanti hanno voluto combattere, ne sopraggiunge una nuova e ogni giorno più invasiva.
Se non ci credete, provate a vedere cosa è successo a Torino, dove 4 consigliere della Seconda Circoscrizione hanno letto, tutte rigorosamente in piedi – insomma, come avessero avuto un bastone su per il culo –, una lettera in cui stigmatizzavano i vari colleghi per degli apprezzamenti ricevuti. Naturalmente potevano essere di qualsiasi partito, ma incidentalmente provenivano da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Sinistra Ecologista. Le staliniste del desiderio, a quanto risulta dai giornali, così si sarebbero rivolte al Consiglio: “Siamo state oggetto di inopportune allusioni di natura sessuale, commenti svilenti la nostra capacità intellettiva e osservazioni indecorose sul nostro abbigliamento. Tale condotta è a dir poco riprovevole e assolutamente inaccettabile ovunque avvenga, ma ancor di più in un contesto istituzionale”. Fuor di retorica e supercazzola con scappellamento a destra, si sarebbe trattato, sempre stando a quanto riportato dalle varie testate, di qualche complimento del tipo “Lo sai che con questi occhiali sei veramente sexy?”, o “Questa camicetta ti rende irresistibile”. Sembrerebbe, per farla breve, che nessuna mano si sia insinuata in mezzo a una qualche gonna.
Se bisogna sottolineare che loro, quantomeno, hanno evitato di fare nomi, per non scatenare lo scandalo, o meglio per “sollevare una questione politica, senza processare nessuno”, è fondamentale riflettere su cosa possa comportare lasciar passare una simile idea in società. Sdoganare la visione secondo cui ogni donna che riceve un apprezzamento sia equiparabile a una sorta di perseguitata, ci porterà a una situazione invivibile per ambo i sessi. I maschi saranno sempre più spaventati e le femmine sempre più sole, con un futuro da gattare assicurato. Anche perché, giustamente, oggi, con i social in mano a qualsiasi pazzoide femminista, nessuno vuole rischiare la pubblica gogna.
Purtroppo, la direzione verso cui stiamo andando è chiara e non condurrà a niente di buono. Troppa idiosincrasia ha trovato spazio nel discorso pubblico. Ogni distinzione netta è caduta sotto il peso del sentire personale, per cui non si distingue più tra stupro e battuta fuori luogo, tra violazione della libertà altrui e naturale gioco delle parti.
C’è anche da dire che, in questo mondo di traumatizzati, ci siamo disabituati a sbattere in faccia alle persone la loro pazzia e mandarle semplicemente al diavolo, quando esagerano. Oggi tutti vanno capiti, trattati con i guanti, compresi – “empatia” è la parola più usata in modo inappropriato. Praticamente, nessuno fa più una cazzata. Ecco, dunque, i risultati: non esiste più il senso di cosa voglia dire stare in società, anche andando incontro a situazioni spiacevoli che, comunque, vanno ridimensionate per quel che sono, senza trasformarle in tragedie.
Quando, poi, ci sono in gioco delle donne, la faccenda si complica enormemente. Non è colpa del sesso femminile in sé, ma del fatto che entrambi i generi hanno smesso di essere limitati nei propri eccessi l’uno dall’altro. Se nessuno ha più il coraggio di dire a una donna che nei complimenti non vi è niente di male e, anzi, che il momento davvero spiacevole arriverà quando smetteranno di farglieli, la situazione non può che sfuggire di mano, rasentando il delirio.
Avviene sempre così, quando manca un equilibrio tra le forze: un estremismo segue a un altro. Ed ecco che ci siamo ritrovati a passare dal delitto d’onore al disonore per un complimento, punibile per Legge. Entrambi i casi non sono normali e vanno curati, prima dell’inevitabile degenerazione.
P.S: nel caso delle Consigliere, come di tanti altri personaggi politici, non ci sarebbe da stupirsi se dietro ci fosse l’ordine del Partito di scatenare più discussione possibile intorno a simili questioni. Troppa gente, grazie alla faccenda, in ambito progressista, ci campa. Nel loro caso, non vi sono prove, ma si può ragionevolmente sostenere che, se così fosse, la cosa non risulterebbe assurda.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)
L obiettivo della sinistra è chiaro, lo vediamo in America. Azzerare la crescita della popolazione dei bianchi, far entrare più immigrati possibile, dargli il voto e governare col voto degli immigrati.
C’è un progetto politico ben preciso nel voler disgregare totalmente le relazioni tra i due sessi.
Gli stessi che promuovono uomini nudi che sfilano per strada al pride quando si tratta del corteggiamento uomo-donna diventano improvvisamente più austeri di una suora di clausura del 1300.
Gli stessi che per l aborto il corpo è mio e decido io deridono una donna che come ambizione ha il desiderio di mettere su famiglia.
Gli stessi contrari al crocifisso nelle classi propongono le gite scolastiche alle moschee.
L’obiettivo è governare democraticamente eletti coi voti degli immigrati.