E, POI, MAGARI, SEI TU STRANO PERCHÉ GUARDI (di Matteo Fais)
C’è qualcosa di profondamente strano nelle spiagge che, nel periodo estivo, vengono prese d’assalto dagli Italiani. Del resto che tutto ciò che è reale non sia quasi mai razionale è sotto gli occhi di tutti coloro che abbiano un minimo di spirito critico e di osservazione, cioè un’esigua percentuale dei nostri connazionali.
Se vi è capitato di metterci piede, vi sarà altresì successo di notare la terribile aberrazione diffusa: tutte le donne sono nude. No, non si sta dicendo che fanno il bagno in costume – ciò è ovvio. Il fatto è che sembra proprio di essere in uno spazio dedicato ai nudisti.
Quest’anno è anche peggio. Al consueto perizoma, si è sostituito un filo interdentale slabbrato. E, sulla parte frontale, è comparso un triangolino di tessuto sempre più stretto, per meglio far emergere i vari tatuaggi che spuntano dalla zona della vagina come api indemoniate dall’alveare.
Quando, poi, una di queste care donzelle – meglio pensare che agisca senza malizia, perché bisogna sempre presupporre la buona fede degli altri, o quanto meno fare finta di essere un po’ cretini – assume la famosa posizione a gattoni, per esempio per sistemare l’asciugamano, a quel punto, ogni orifizio viene esposto dalla prospettiva ravvicinata a cui ci ha abituati solo la pornografia.
Adesso, è abbastanza chiaro come, in una società per cui anche un fischio dietro una passa per pericolosissima violenza, vestirsi in quel modo, se non giustifica la cafonaggine, al contempo, certo la provoca. Esporre il proprio buco di culo al cospetto di uno, sperando che questo volti la faccia da un’altra parte – dove presumibilmente un’altra ragazza allarga impudicamente le proprie natiche – rasenta il cosiddetto “andarsela a cercare” – speriamo che si possa dire.
Ma, in ultimo, anche ciò è secondario; un problema, se si vuole, collaterale. La cosa che lascia straniti è la serena coabitazione, in spazi tutto sommato ristretti, tra maschi in pantaloncini e donne totalmente scoperte. Vien quasi da pensare che la famosa leggenda metropolitana secondo cui, nelle giovani generazioni, la quantità di testosterone sarebbe molto più bassa delle precedenti potrebbe pure essere vera.
E, a conti fatti, un uomo sano, persino a ottant’anni – figurarsi prima –, al cospetto delle forme di una bella donna esposte a pochi passi da dove si trova, DEVE sentire un moto interiore, un turbamento, una specie di chiamata alle armi a cui non può proprio dire di no. Se ciò non avviene, palesemente, significa che qualcosa non è normale in lui. (Attenzione: sentire un naturale richiamo non presuppone, ovviamente, che uno debba agire e, meno che mai, violando la libertà altrui).
Ancora più assurdo è che una donna non si renda conto di cagionare un effetto intorno a sé mostrandosi in un certo modo, in una situazione tutt’altro che intima, pretendendo per di più che gli altri intorno convivano serenamente con la sua nudità, trattandola alla stregua di una datità qualsiasi, come la presenza dei sassi tra la sabbia. Altrimenti, bisognerebbe immaginare che questa goda sadicamente nel suscitare un desiderio, per il puro gusto di non soddisfarlo – ma si tratterebbe proprio di una povera e miserabile stronza.
Seriamente, in tutti questi atteggiamenti descritti e che si impongono agli occhi di chiunque, oggigiorno, frequenti un’area balneare, vi è un non so che di deprecabile – senza voler fare i bacchettoni. Non si può creare un ambiente da orgia dionisiaca, da liberazione totale degli istinti, per poi frenare ogni brama, denunciare ogni atto di desiderio come una violazione. È illogico, contradditorio, una delle tante pazzie del nostro vivere contemporaneo.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)