BISOGNA AIUTARE LA DESTRA ITALIANA A SUPERARE IL VENTENNIO (di Matteo Fais)
Che imbarazzo! Aveva proprio ragione Montanelli, quando diceva che “Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello”. Basti vedere queste chat, comparse su “La Repubblica”, tra Paolo Signorelli, capo ufficio stampa del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e tale Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio ucciso nell’agosto del 2019. Da notare che questa gente, pur stando ai piani alti, è così poco furba da non aver ancora capito un principio cardine della società tecnologica: al telefono non si deve dire niente di compromettente, neppure che possa essere frainteso, se si appartiene al novero delle persone in vista.
Invece, anche questa volta, vai di sproloqui, dai toni deliranti, sugli Ebrei. Non ce la fanno, è più forte di loro. E qui non è una questione di valutare positivamente o meno il Fascismo come fenomeno storico, ma proprio di essere dei fessi, di rasentare il grottesco rimettendo in scena atteggiamenti e modi che rimandano ai propri nonni nati al principio del secolo scorso, se non prima. Una roba da disturbati!
Sorvoliamo, poi, sui disperati tentativi di salvare la faccia (“Tengo a precisare di non ricordare la conversazione in oggetto, che sarebbe avvenuta molti anni fa, e che oggi mi ha colto del tutto di sorpresa. Ritengo altresì doveroso sottolineare quanto mai distanti da me, dal mio pensiero e dal mio sentire, siano i gravi contenuti di quella conversazione”), con Lollobrigida che, invece di approfittarne per stare zitto, si unisce al coro (“Per come ho conosciuto Paolo Signorelli in questi due anni, sono certo sia distante anni luce da quanto riportato nella conversazione e confido possa smentirla al più presto”).
Purtroppo la Destra Italiana non si è mai evoluta, ha sempre vissuto nel rimpianto e nel culto dei tempi andati, fatta eccezione forse per Berlusconi, l’unico che voleva traghettarla nel nuovo millennio ma che, frattanto, non è riuscito a liberarsi della zavorra rappresentata dalle teste rasate.
Tra parentesi, per essere vagamente al passo con i tempi, non servirebbe neppure aprirsi più di tanto alla visione tipica della società liberale. In Francia, il Front National è un partito molto più serio di Fratelli d’Italia. La Le Pen non ha bisogno di presentarsi in pubblico con quello sguardo truce e la mascella squadrata bene in vista, perché sicura di avere un progetto ideologico alternativo per il proprio Paese. Soprattutto, lei ha fatto piazza pulita di tutta la gentaglia – come il padre, tanto per dire – affetta da strambe forme di nostalgismo per la Repubblica di Vichy. Fine! Basta! Il mondo è cambiato, il passato non ci riguarda più, si guarda ai problemi dell’oggi, alla contingenza presente.
Malauguratamente, come noto, l’Italia non ha mai avuto una vera Destra Liberale degna di questo nome. Il sempre caro Silvio non avrebbe mai potuto trasformarsi per magia nella Margaret Thatcher dello Stivale, perché gli Italiani amano troppo lo Stato Padre & Padrone, fosse pure per lamentarsene a ogni piè sospinto, appena varcato l’ingresso di qualsivoglia ente pubblico.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un manipolo di sbandati e scappati di casa che si balocca con questo linguaggio da invasati dei social network, ossessionati dal complotto giudaico massonico. Altro che andare a votare per europee e comunali, qui c’è da nascondersi per la vergogna a ritrovarsi governati da gente simile.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)