Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL VIDEO DEL BENZINAIO E QUESTO ORRIBILE MONDO SOCIAL DI VOYEUR (di Matteo Fais)

Ci si domanda frequentemente quanto i mezzi tecnologici abbiano influenzato le persone, ma quasi mai quanto questi restituiscano semplicemente un’immagine fedele delle masse, dei loro gusti, interessi, idiosincrasie e paturnie. Siamo proprio sicuri che ritrovarsi in mano un smartphone muti così radicalmente il carattere delle persone? Non sarà, semmai, che, dando a un essere umano certe possibilità, questo si riveli per ciò che realmente è?

I de-colpevolizzatori professionisti, avvezzi a cercare ogni scusa possibile per giustificare qualsivoglia atteggiamento inqualificabile del volgo, vivono – o, almeno, così fanno credere – entro il mito classico del buon selvaggio: non sono le persone a essere moralmente riprovevoli, è la società a corromperle. Questa è la scusa più diabolica mai trovata per rasserenare gli animi e indurre chi vive nell’errore a perpetrare senza remore i propri atteggiamenti più abietti. Invece di dire loro che la morale è prima di tutto una scelta che sopraggiunge nell’uomo intellettualmente ed emotivamente sviluppato, gli si fornisce il salvacondotto perfetto per sfuggire a qualsiasi rimorso.

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Basterebbe vedere cosa sta accadendo da giorni, tra X (ex Twitter), Tik Tok e WhatsApp, con il video di questo povero anziano che si masturba, presso un distributore di benzina, mentre ha letteralmente la pompa di benzina infilata tra le natiche. La notizia pare sia addirittura arrivata fin sui giornali stranieri – anche se la questione in merito resta dubbia e, spesso, in tal senso, vengono diffusi molti fake.

Sta di fatto che la registrazione ha girato, fino a diventare virale, un po’ ovunque. La gente ci ha riso su, ci ha scherzato, immancabilmente ha dato sfogo alla fantasia in 10 mila meme di dubbio gusto. Su X, #benzinaio è divenuto hashtag di tendenza.

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Tanta attenzione per un atto osceno, consumato in pubblico da una persona palesemente disturbata, la dice lunga sul grado di senso etico del popolo italiano. Ciò non stupisca. Chiunque abbia ascoltato racconti di prima mano di qualche anziano, oramai deceduto, sa che nei paeselli, specie al Sud, era pratica comune accanirsi contro i matti, nei giorni di festa, per il puro gusto sadico di intrattenersi infliggendo una qualche pena a individui incapaci di intendere e di volere, già gravemente provati dall’esistenza.

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Italiani brava gente, ma siamo anche coloro che, per quanto sbandierino ogni tre per due il Rinascimento, alle tante bellezze artistiche disseminate sullo Stivale preferiscono la comicità cinepanettonica, l’erotismo alvarovitaliano – attenzione: non vi sarebbe niente di male dietro certi fenomeni antropologici, se questi non fossero i soli presi in considerazione dai più. Non dimentichiamo che uno dei pochi connazionali con cui veniamo identificati all’estero, tra risatine e malcelata compassione, è Rocco Siffredi, cioè un attore porno.

Che piaccia o meno, questa è la triste realtà: pizza, mandolino, mafia e sessualità da allupati – non proprio il massimo, onestamente. E non si dica che facciamo di tutto per dimostrare di essere diversi da una rappresentazione stereotipata così avvilente. A diventare virali non sono certo video dibattiti sulla poesia di Ungaretti o Pasolini, o sui film di Sorrentino, bensì su un povero signore disperato che se lo mena con la pompa della benzina nel didietro. Ciò è sintomatico del carattere nazionale. Provate a dire il contrario, portando le prove.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni)

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